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Una estate in compagnia della tecnologia: riflessioni sulle solitudini tecnologiche
Chi sostiene che la tecnologia è neutra ritiene che gli esseri umani continuino ad essere in possesso del loro libero arbitrio e della libertà di prendere decisioni facendo libere scelte. E’ nostra la scelta su come usare la tecnologia, così come è nostra la decisione di acquistare un prodotto in un negozio affidandosi ad un addetto vendita piuttosto che a un portale di commercio elettronico.
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Non c’è nulla di vero tranne le esagerazioni
La tecnologia ci sta riprogrammando e noi non comprendiamo pienamente il radicale cambiamento di paradigma in essere. Lo dice Byung-Chul Han, filosofo tedesco-sudcoreano, nel suo ultimo libro “Nello sciame”. Uno dei numerosi testi che invitano a una riflessione critica sugli effetti del medium tecnologico e i suoi prodotti. Una riflessione che guarda al sociale e al privato ma anche alla sfera del discorso pubblico e alla politica. Nella visione tecno-apocalittica dell'autore la rappresentanza politica non esiste più. Tutto è cinguettare e chiacchierare, naturalemente online!
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Grexit e narrazioni
Se c’è una cosa che balza agli occhi della vicenda greca è la confusione che emerge da come viene raccontata. E’ una confusione che nasce da un sovraccarico di informazioni difficili da comprendere e spiegare ma soprattutto da prendere per vere. Non potendosi più fidare si finisce per rimanere da soli nel maturare il proprio giudizio e la propria valutazione. Forse è meglio così!
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Lo Zuckerberg filantropico e la miopia colpevole dei mezzi di informazione
Un tempo andava di moda la contro-informazione, poi è arrivata Indymedia a ricordare che il mondo non è sempre quello che viene raccontato, oggi siamo all’omologazione della superficialità. Sono bastati un cinguettio e un selfie del fondatore di Facebook per trasformarlo in benefattore dell’umanità e, nel silenzio dei media, in un potenziale evasore. Ai cinguettii siamo ormai assuefatti, forse anche alla credulità e all'eccesso di fiducia!
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Sardine, gentilezza e odio
La disinformazione non è un fenomeno nuovo, non lo è neppure l’odio sociale e politico. La prima e il secondo trovano però oggi uno strumento potente di diffusione e alimento nelle reti tecnologiche cosiddette sociali. Uno sguardo curioso al fenomeno delle Sardine e alle interazioni online che le caratterizzano permette di comprendere meglio i meccanismi in atto e le azioni deliberate messe in campo per diffondere false notizie e credenze, alimentare la disinformazione e favorire la misinformazione. Dietro queste azioni c’è la convinzione che false notizie e false credenze possano diffondersi come se fossero vere, nonostante gli effetti negativi che possono derivare per coloro che le credono tali. Ciò dipende da fattori individuali ma soprattutto da fattori sociali. Ciò che si crede dipende in grande misura da quello che si conosce e si sa. Per questo la destra populista italiana sta reagendo duramente e in modo isterico al movimento di opinione messo in moto dal fenomeno sociale e Politico delle Sardine.
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🌗🌘🌑🌒 Ma di cosa parliamo?
L’Italia non cambia mai. Lo si nota analizzando la narrazione mediale prevalente. Una narrazione artificiale, poco responsabile, che non aiuta ad affrontare il periodo che tutti gli italiani stanno vivendo. L’ultimo evento che testimonia artificialità, irresponsabilità e voglia che non cambi nulla è come è stata accolta l’esternazione di un ex presidente del consiglio in sofferenza per non essere amato dagli italiani. Ho provato a tradurre alcuni pensieri in riflessioni scritte. Chissà che non siano condivisi da altri!
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Tecnofobi e tecnofili alla prova del progresso
Segnaliamo un articolo di Pierluigi Battista pubblicato sull'inserto Lettura del Corriere della Sera che tocca un argomento più volte trattato su SoloTablet. Il tema è quello della tecnologia e del suo ruolo nel trasformare la realtà con effetti non sempre desiderati. Punto di partenza dell'articolo è la lettura dell'ultimo libro di Vargas Llosa "La civiltà dello spettacolo", nel quale sostiene che la civiltà contemporanea sia diventata ormai un gigantesco e abbietto videogioco..
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Il giornalismo è caduto nella Rete.
Durante la Guerra in Vietnam i giornalisti rischiarono la vita per mostrare gli orrori della guerra; oggi vengono embedded per spettacolarizzare ogni dramma. Ed è sull’onda di questa spettacolarizzazione, dei morti come dei corrotti, dei politici, dei politicanti e dei politicotteri, che è nata l’antipolitica.
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Tablet ed editoria digitale nell’era della convergenza
La convergenza è un fenomeno che caratterizza ed interessa ambiti molto diversi perché tutti condividono il timore di diventare obsoleti e tutti, temendo la concorrenza, si auto-organizzano e cercano di evolvere. La convergenza è un fenomeno emergente di una realtà complessa, fatta di elementi che coesistono e si meticciano, piuttosto che di fasi che si susseguono ed elementi che evolvono. Anche se il termine è spesso associato alla tecnologia la convergenza non è solo tecnologica!
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Da Android al cyber-utopismo e a spinternet
“I tweet (cinguettii) non rovesciano i governi, solo i popoli lo fanno” nota Evgeny Morozov ne L’ingenuità della rete. Anzi, mentre gli esperti delle agenzie governative occidentali fanno mostra di sé nei talk show, i blogger dei regimi autoritari vengono identificati e rinchiusi in prigione.
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