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Rivoluzione tecnologica ed elezioni americane
A sottolineare quanto il voto americano sia stato 'disruptive' non ci sono solo le reazioni delle università americane che con i loro studenti e professori stanno manifestano senso di smarrimento e depressione ma anche immediate reazioni. Ampia è anche la discussione dentro il mondo tecnologico. I media stanno riportando le reazioni dei protagonisti della Silicon Valley e la lettura dei segnali lanciati indica che la tecnologia è parte in causa di quanto è successo. Dopo avere prodotto un'innovazione dirompente nell'economia e nel mondo del lavoro, ora è parte in causa di quella politica.
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Il NO del Referendum in un mondo del lavoro digitalmente disastrato
Districarsi tra le mistificazioni giornalistiche che cercano con le loro narrazioni di neutralizzare il risultato del referendum e i suoi potenziali effetti dirompenti non è facile. Una lettura possibile è che, come è successo con Trump, i fenomeni in atto stiano preoccupando tutti coloro che hanno qualcosa da difendere. E' una preoccupazione così forte che impedisce di ascoltare, vedere e capire ciò che da tempo è diventato chiaro. La sofferenza è grande e in assenza di qualsiasi forma di rappresentanza credibile e organizzata il voto è diventato libero, fluido, incazzato e alla ricerca di uno sbocco qualsiasi. Ma c'è anche dell'altro!
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CGIL, Uber, Robot e algoritmi vari
Gli algoritmi tecnologici che abitano, anche a nostra insaputa, i numerosi mondi paralleli che frequentiamo sono responsabili della nostra felicità leggera che ci accompagna quotidianamente, nelle nostre interazioni tecnologiche, ma lo sono anche di forme di assoggettamento delle quali non tutti sono completamente consapevoli. L'algoritmo sembra sempre più in grado di realizzare i suoi sogni, gli internauti sembrano sempre più contenti di affidarsi ai sogni di altri, quelli suggeriti, prodotti in serie, calcolati e personalizzati da chi gli algoritmi li produce e li diffonde, su piattaforme e dentro ecosistemi applicativi che stanno dominando il mondo.
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E se lasciassimo spazio alle macchine?
Il futuro è tecnologico ma sempre più precario e debilitante. Altri futuri migliori sono possibili ma solo se si sapranno governare spinte economiche, ambientali e sociali in ottica di cambiamento e trasformazione, a favore di tutti e non solo di pochi. Riuscire a farlo è complicato se non si cambiano rapporti di forze e relazioni sociali. Punto di partenza è una riflessione sul ruolo della tecnologia nella cancellazione di posti di lavoro e nella precarizzazione della vita dei lavoratori.
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Rise of the Robots: Technology and the Threat of a Jobless
BIBLIOTECA TECNOLOGICA - Secondo l'autore negi Stati Uniti il 50% dei posti di lavoro è destinato a essere sostituito da macchine intelligenti e dall'automazione, il 25% eliminato dalla globalizzazione e dalla pratica dell'offshoring. Pur vivendo con entusiasmo la rivoluzione tecnologica della Silicon Valley, Martin Ford, mette in guardia sull'impatto che l'automazione avrà sul futuro del lavoro umano. Inutili falsi ottimismi, le nuove tecnologia raccontano già oggi quello che avverrà. Pochi saranno i sopravvissuti e moltitudini le potenziali vittime. Il testo richiama quello di Rifkin (The end of Work) scritto due decenni fa. L'autore non si lascia sopraffarre dal pessimismo ma propone alcune soluzioni psossibili, come ad esempio un reddito minimo (10000 dollari all'anno) di cittadinanza per le vittime dell'automazione.
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PRECARIZZATI, MERCIFICATI, AUTOMATIZZATI
In un libro di non facile lettura (La società automatica) Bernard Stiegler, filosofo francese morto nel 2020, descrive la nostra società tecnologica come una società ormai automatizzata, funzionale, strutturata/destrutturata in base ad automatismi, forme disciplinari e regolarità assoggettanti. Con effetti reali in termini di controllo sociale, forme di vita e mondo del lavoro.
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Macchine artificiali sempre più simili a noi!
L'intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante nel dare forma a macchine intelligenti che appaiono naturali ed emotivamente sensibili, pur nella loro umanistica imperfezione. Macchine ben lontane da quelle prefigurate dal film metropolis e dai numerosi film di fantascienza che hanno, con le loro storie e visioni, anticipato molto di quanto oggi si sta realizzando.
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Robot e futuro del lavoro
L'elezione di Trump è stata in parte determinata da operai e impiegati colpiti dalla globalizzazione e delocalizzazione. A loro è stato promesso di riportare la produzione in casa ma questa scelta, se mai venisse fatta, non risolverà il problema della disoccupazione. Le nuove fabbriche USA saranno molto robotizzate e automatizzate e con minori posti di lavoro per lavoratori in carne e ossa. Le macchine si preparano a sostituirsi al lavoratore umano?
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Intelligenza artificiale, posti di lavoro e direzioni del personale
Che le macchina intelligenti siano in grado di sostituire gli umani nei lavori manuali si sa da tempo. Oggi a essere a rischio sono anche molti lavori cognitivi. La pervasività delle intelligenze artificiali sui posti di lavoro è tale da suggerire alle direzioni del personale nuovi approcci e strategie.
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Se i robot si prenderanno posti di lavoro non rimane che regalare soldi a tutti
Per alcuni siamo prossimi all’avvento del post-capitalismo, per altri saremo testimoni di grandi cambiamenti destinati a plasmare scenari di cui oggi non siamo neppure in grado di prevedere, per altri ancora il primo e i secondi sono sempre più determinati dalla tecnologia e dai suoi effetti. Se le macchine sono destinate a prendere il potere e a sostituirsi agli esseri umani nei loro posti di lavoro, una soluzione potrebbe essere quella di regalare a tutti del denaro, anche in assenza di prestazione di lavoro. Alcuni ci stanno già pensando!
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