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Internet e new Media: un forte bisogno di Utopia per immaginare il futuro
Per i più l’utopia è qualcosa che non esiste o non è facile da realizzare. In realtà essa ha molte facce e molti significati. Anche quando l’utopia ha preso le sembianze di Internet e dei mondi virtuali e liberi da essa prefigurati. Google, Facebook, Apple sembrano oggi un’utopia realizzata. In realtà sono solo una delle due rappresentazioni dicotomiche con cui si guarda all’utopia (Cyber-Utopia) di Internet . E non tutti sembrano condividerla. Anzi forse non bisogna farlo!
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La vita è diventata mobile, il futuro liquido! Entrambi sono ibridati dalla tecnologia.
Due libri pubblicati nel 2013 possono servire a comprendere meglio i tempi rivoluzionari di cambiamento che stiamo vivendo. Tempi caratterizzati dalla globalizzazione e dalla elevata mobilità di cose, merci e persone, da scenari futuri sempre meno prevedibili e liquidi nella loro indeterminatezza e dal potere della tecnologia che sta ridisegnando le nostre vite individuali così come quelle di aziende, nazioni e interi continenti.
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Internet, piattaforme Rousseau e disillusione tecnologica
Trump, Brexit, piattaforme Rousseau e movimenti a più stelle hanno segnato l’era tecnologica della politica recente. Internet e le piattaforme tecnologiche sono all’origine di potenziali distopie che stanno trovando espressione in numerosi romanzi e libri che ne raccontano storie, evoluzioni e scenari futuri.
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🙈🙈🙊 Collasso
Questa riflessione nasce dall’osservare quanti in questi giorni stanno dando il meglio di sé per superare la crisi in atto. Dentro Linkedin molti lo stanno facendo cercando di proporre in modo creativo e propositivo sé stessi, prodotti e servizi, marchi, ecc. con altri mezzi e strumenti. Alcuni, forse impropriamente ma giustamente, usano la piattaforma per condividere la loro visione politica della situazione italiana o la loro visione del mondo. Per agire dentro questa crisi servono entrambi gli approcci. Non si esce dalla crisi in modo semplicemente economicista ma anche strategico, con scelte radicali, capaci di cambiare paradigmi e dare forma a nuovi modelli e visioni.
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🌑🌒 2021 – UTOPIA COME ESERCIZIO DI PENSIERO CRITICO
Il mondo contemporaneo ha assoluto bisogno di pensare il futuro come una possibilità buona (Roberto Mordacci). E' nell'ottica di un'opportunità per il cambiamento che bisogna riprendere il viaggio verso l'utopia. Un viaggio diventato sempre più necessario, complesso ma quasi obbligatorio se vogliamo esercitare la nostra capacità di immaginare un futuro nel quale possano coesistere migliori condizioni di vita e relazioni sociali più giuste e vivibili. Il viaggio verso l'utopia dovrebbe essere intrapreso da tutti. Prima di partire il pensiero utopico può servire alla critica del presente e a individuare le mete e le destinazioni da raggiungere.
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Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello!
BIBLIOGRAFIA DI TECNOLOGIA - Nicholas Carr, paragona la capacità di crescita dell’intelletto a una vasca da bagno che viene riempita, a poco a poco, da un ditale. La lettura del libro "Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello!" suggerisce molteplici spunti, tutti utili per una riflessione sul Web e su Internet come canali multiuso tramite i quali passano gran parte delle informazioni. Internet rischia di diventare un gioco e come tale può essere analizzato.
Si trova in Tecnobibliografia / Da leggere - Must read
🍒🍒(TECNO)UTOPIE, CACOTOPIE E DISTOPIE
Dentro il fallimento della politica nell’era della postmodernità, l’utopia può essere il modo per ripartire da nuove ideologie (peraltro mai morte) per dare loro una carica immaginativa prospettica che serva sia per captare l’emergente, sia per orientare e dare forma all’avvenire. Un avvenire che appare oggi a molti come portatore di utopie negative alla Brave New World (Huxley), di distopie, molte in forma di tecno-distopie come quelle descritte da David Eggers in Il Cerchio e soprattutto nel suo ultimo romanzo The Every.
Si trova in Blog / NOSTROVERSO
UNA UTOPIA PER IL 2021: LA SALUTE
Da psicologo delineo come ambito per l’utopia LA SALUTE Dietro a questa scelta vi è un medesimo giudizio di valore: anche la salute è un bene comune da salvaguardare (e forse anche redistribuire); un bene collettivo che grava su ognuno. Grava non solo in termini di costi sul sistema sanitario (sostenuto da tutti) ma di costi umani. Non siamo monadi, viviamo in una rete (fatta di parenti, amici, conoscenti e sconosciuti), sulla quale la sofferenza impatta e nella quale si diffonde. La salute è un bonus che abbiamo in dotazione dall’inizio della nostra esistenza. La responsabilità di non dissiparlo è personale e collettiva. Un’utopia post Covid 2021 potrebbe essere quindi il redistribuirla equamente
Si trova in Blog / Recinti aperti
🍒🍒(TECNO)UTOPIE, CACOTOPIE E DISTOPIE
Dentro il fallimento della politica nell’era della postmodernità, l’utopia può essere il modo per ripartire da nuove ideologie (peraltro mai morte) per dare loro una carica immaginativa prospettica che serva sia per captare l’emergente, sia per orientare e dare forma all’avvenire. Un avvenire che appare oggi a molti come portatore di utopie negative alla Brave New World (Huxley), di distopie, molte in forma di tecno-distopie come quelle descritte da David Eggers in Il Cerchio e soprattutto nel suo ultimo romanzo The Every.
Si trova in TECNOCONSAPEVOLEZZA
Un pianeta nel pallone
Il virus della parola nel marasma del vivere quotidiano rivolge al bimbo parcheggiato davanti alla TV, al figlio di genitori separati, ai ragazzi tutti, contenuti che narrano del nostro tempo: per affrontare insieme momenti di incomprensione o un dolore che niente sembra poter superare; quando ci mancano le parole… leggiamo loro una fiaba. I racconti del vecchio Ben, uno di seguito all’altro incastonati come un romanzo, narrano di un mondo suggestivo dove i fiori veri sono un vago ricordo, dove la storia ufficiale ha l’odore del gorgonzola mentre è la fiaba a riportare alla luce pezzi di verità nascoste (verità che a pensarci bene con il loro luccichio non aspettavano altro che di essere scoperte, tanto che uno si chiede: come ho fatto a non accorgermene prima), dove alieni tengono sotto sorveglianza la terra, inviando esploratori ad ogni lustro per monitorare quanto sta avvenendo. Vi siete mai posti la domanda: “Come riporterebbe un extraterrestre la cronaca di una partita di calcio, magari di un derby Milan-Inter?”
Si trova in Blog / Falsos amigos