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Il nostro cervello sa imparare meglio delle macchine?
Nell’era del machine-learning e degli algoritmi intelligenti è utile evidenziare come la capacità di imparare sia, fin dalla nascita, un talento unico del cervello umano. Un talento che si mostra in tutta la sua utilità nell’affrontare le sfide della vita, ma anche di crisi come quella attualmente rappresentata dalla pandemia da Coronavirus. Sull’importanza di apprendere e di imparare a imparare, abbiamo intervistato il Dott. Massimo De Donno, Amministratore Delegato di Genio net, rete d’imprese nata in Italia, ma presente oggi in più nazioni, che si occupa, appunto, di formazione nell’ambito delle strategie di apprendimento.
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Differenza tra pericolo e rovina durante una pandemia
Processi ergodici, network ed assembramenti L’attuale situazione di pandemia ha messo in luce alcuni limiti del nostro cervello nel decodificare particolari situazioni, alcune forme di “cecità” nel valutare gli eventi ed il contesto nel quale si svolgono.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
Percezione dei Numeri e Covid
L’errata decodifica della pandemia può rivelarsi molto pericolosa. La pandemia sta mettendo a dura prova la nostra capacità di comprendere quello che accade intorno a noi, ormai lontani dalla normalità della vita quotidiana cui eravamo abituati fino al 2019.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
Narrazioni web che si fanno leggere perché attivano il cervello e i suoi neuroni
Comunichiamo e raccontiamo storie da millenni perché è un metodo di comunicazione che funziona. Oggi lo facciamo frequentemente sul Web ma con alterne fortune e risultati non garantiti. Quanti sono i produttori di contenuti e narrazioni online? Un’infinità! Quanti sono quelli che riescono a farsi leggere per intero? Pochi! Quanti quelli capaci di raccontare storie? Non molto numerosi! Quante sono le storie e i racconti capaci di attirare l’attenzione, attivare i neuroni del cervello del potenziale lettore e motivare alla lettura? Ancora meno!
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La tecnologia non è più un semplice strumento!
La scelta di introdurre in classe nuove tecnologie e prodotti come il tablet è oggetto di grandi discussioni tra favorevoli e contrari. I primi sono sicuramente dei tecnofili convinti che usare le tecnologie in classe possa avere effetti positivi sull’apprendimento. I secondi, anche se non lo sono, vengono classificati come tecnofobi, conservatori e un po’ retrogradi. Gli uni e gli altri discutono spesso sul ruolo che la tecnologia ha nel cambiare la testa dello studente senza arrivare ad alcuna sintesi valida. Forse perché ad essere sbagliato è il merito stesso della discussione.
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Senza memoria non c’è conoscenza
La percezione di molti è che si stia dedicando poca attenzione ai segnali di allarme, emergenti in modo più meno conscio e consapevole, sugli effetti della tecnologia. Uno di questi segnali nasce dal presentismo corrente che induce a vivere dentro un presente continuo in cui è scomparso il passato e si è liquefatto il futuro. Per alcuni un segnale d'allarme a cui si presta scarsissima attenzione è la sparizione della memoria collettiva, accompagnata da una crescente ignoranza della storia. L'articolo di Maurizio Chatel qui pubblicato, il cui titolo è "Intelligenza e memoria: da Giordano Bruno a Umberto Eco (passando per Marvin Minsky)", contiene una riflessione approfondita e originale che non dovrebbe dispiacere a coloro che percepiscono i segnali di allarme emergenti e che ad essi vogliono prestare attenzione per comprenderli, anche nella prospettiva tutta umana, di andare oltre verso nuovi scenari futuri. Sicuramente molto tecnologici!
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Internet ci rende stupidi? Spunto per una riflessione sul cervello del giocoliere
Nicholas Carr, nel suo libro – Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello, – paragona la capacità di crescita dell’intelletto a una vasca da bagno che viene riempita, a poco a poco, da un ditale…La lettura del libro suggerisce spunti diversi utili per una riflessione su Internet come canale multiuso tramite il quale passano gran parte delle informazioni che, attraverso la vista e l’udito, arrivano alla scatola cranica dei suoi adepti. Internet rischia di diventare un gioco e come tale può essere analizzato.
Si trova in Blog / Falsos amigos
L’interfaccia cervello-macchina ci proietta nella fantascienza
Dagli studi avanzati del cervello emerge una visione panteistica del mondo dove popolazioni di neuroni agiscono come folle oceaniche in costante fermento. Il libro Il cervello universale di Miguel Nicolelis rivela i traguardi raggiunti e quelli probabili. In realtà la nuova frontiera cervello-macchina prospetta delle connessioni tra uomini e computer che aprirebbero scenari per noi semplicemente inimmaginabili. Anticiparne gli approdi o intuirne le traiettorie future sarebbe un po’ come chiedere all’uomo primitivo di misurarsi con la complessità dell’economica moderna e i suoi risvolti finanziari.
Si trova in Blog / Falsos amigos
Usabilità web, navigazione visuale e analogie cognitive
Per definizione una pagina Web è usabile quando è stata realizzata in base ai principi dell’usabilità in modo da facilitare la navigazione e l’interazione con l’interfaccia grafica che la rende possibile. Nella realtà ogni definizione di usabilità è insufficiente perché incapace di cogliere la specificità dell’esperienza utente dell’usabilità e perché incapace di descrivere i mutamenti continui che caratterizzano l’interazione tra esseri umani e macchine tecnologiche. Ad esempio non coglie appieno i mutamenti nella testa degli utenti, a livello cognitivo e, secondo alcuni, anche neuronale.
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Il GPS ha cambiato il nostro mondo e sta cambiando la nostra testa!
La storia del GPS e il suo impatto sugli istinti naturali degli umani è oggetto di studio da tempo per le affascinanti implicazioni e gli effetti collaterali, questi ultimi non sempre percepibili nelle loro conseguenze di lungo periodo. Grazie alla pervasività dello smartphone chiunque è in teoria capace di orientarsi, anche in località sperdute, semplicemente attivando il GPS del suo dispositivo e le APP ad esso associate. Ma cosa succederà in futuro quando, avendo dimenticato o perso lo smartphone, si coprirà di avere dimenticato o perso anche le capacità umane di mappatura dell’ambiente e di orientamento?
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