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💬💬 Mrs Crowe e influencer digitali
In un suo racconto (Ritratto di una londinese) Virginia Woolf narra di una signora di campagna che, nel suo salotto londinese, seduta in una poltrona vicina al fuoco, passa il tempo a raccogliere pettegolezzi bevendo il tè. Per 60 anni la poltrona accanto alla sua non rimane mai vuota, tutti vogliono conversare con lei.
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Italia(ni) viv(a)i raccontandosi storie!
Il buon senso vorrebbe che tutti si dotassero di strumenti critici utili per ascoltare e vedere meglio la realtà delle cose, la loro complessità e interdipendenza, e anche per pensare fuori dai binari del pensiero corrente. La pratica più diffusa è al contrario fondata sulla passiva accettazione del senso comune, una tendenza alimentata dalla paura di essere esclusi, dalla difficoltà effettiva a stare fuori dal coro o di esserne espulsi. Per sentirsi vivi non rimane che raccontarsi storie, felicitarie, consolatorie, furbesche, illusorie, indulgenti verso sé stessi, costruite ad arte per essere accettati e sempre all’interno della narrazione emergente. Ne deriva una schizofrenia crescente, una solitudine diffusa, una infelicità reale e una rabbia crescente. Tante emozioni in ebollizione alla ricerca costante di vie d’uscita per eruzioni liberatorie e libertarie prossime venture.
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Ognuno ha una storia da raccontare
Al tempo del Coronavirus ognuno è costretto a ingegnarsi e a usare la propria creatività. Chi creativo lo è da sempre può tradurre la sua creatività in hobby personali oppure portare valore agli altri, anche online, coinvolgendoli attraverso attività creative di disegno. Lo ha fatto Alessandra Loreti a cui abbiamo chiesto di illustrarci il suo progetto creativo.
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Sardine, gentilezza e odio
La disinformazione non è un fenomeno nuovo, non lo è neppure l’odio sociale e politico. La prima e il secondo trovano però oggi uno strumento potente di diffusione e alimento nelle reti tecnologiche cosiddette sociali. Uno sguardo curioso al fenomeno delle Sardine e alle interazioni online che le caratterizzano permette di comprendere meglio i meccanismi in atto e le azioni deliberate messe in campo per diffondere false notizie e credenze, alimentare la disinformazione e favorire la misinformazione. Dietro queste azioni c’è la convinzione che false notizie e false credenze possano diffondersi come se fossero vere, nonostante gli effetti negativi che possono derivare per coloro che le credono tali. Ciò dipende da fattori individuali ma soprattutto da fattori sociali. Ciò che si crede dipende in grande misura da quello che si conosce e si sa. Per questo la destra populista italiana sta reagendo duramente e in modo isterico al movimento di opinione messo in moto dal fenomeno sociale e Politico delle Sardine.
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Storytelling ai tempi del Trono di spade: raccontare diventa un'arte!
Cosa si può fare per emergere dal sovraccarico informativo e dal surplus cognitivo da esso causato? Raccontare storie sembra essere l'approccio e il metodo giusto. Attraverso adeguate narrazioni si può attirare l’attenzione, ridurre il rumore di fondo e fissare la memoria. Raccontare non è però così semplice come si può immaginare. Soprattutto se l’obiettivo è catturare l’attenzione, coinvolgere il lettore, anche nella sua veste di consumatore, e attivare le sue emozioni.
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Lo Storytelling non è più sufficiente!
Lo storytelling online è diventato pratica diffusa soprattuttp dopo l'arrivo di meccanismi di blocco delle pubblicità online. Con milioni di utenti che hanno attivato questo meccanismo lo storytelling è diventato il modo ideale per raggiungerli, oltre che una pratica SEO. E se oggi anche lo storytelling andasse ripensato...?
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Narrazioni web che si fanno leggere perché attivano il cervello e i suoi neuroni
Comunichiamo e raccontiamo storie da millenni perché è un metodo di comunicazione che funziona. Oggi lo facciamo frequentemente sul Web ma con alterne fortune e risultati non garantiti. Quanti sono i produttori di contenuti e narrazioni online? Un’infinità! Quanti sono quelli che riescono a farsi leggere per intero? Pochi! Quanti quelli capaci di raccontare storie? Non molto numerosi! Quante sono le storie e i racconti capaci di attirare l’attenzione, attivare i neuroni del cervello del potenziale lettore e motivare alla lettura? Ancora meno!
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SoloTablet cambia verso e personalità
A quasi cinque anni di vita, SoloTablet cambia verso e si propone ai suoi lettori e visitatori in veste completamente rinnovata. Cambia la grafica ma soprattutto è stata rivoluzionata la logica di presentazione dei contenuti. Spariscono menu e classificazioni redazionali per lasciare spazio alla libertà creativa e analogica dei lettori e per facilitare il lavoro del loro cervello nel districarsi attraverso il surplus informativo delle pagine web da essi visitate. Il tutto con un risultato visuale accattivante, estetizzante e irresistibile che pensiamo possa far piacere ai nostri lettori abituali e a quelli che ci conosceranno in futuro.
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In Rete proliferano le narrazioni ma quante meritano attenzione e una lettura?
Conta di più avere mille Like/MiPiace o avere un pubbico attento e interessato che legge, condivide e commenta quello che viene pubblicato? E’ un dilemma con cui si confrontano tutti coloro che abitano la Rete in modo attivo e con finalità di business o professionali
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Quale sarà il prossimo fenomeno tecnologico?
La narrazione sui dispositivi di personal computing langue e manca di grandi novità. Gli aggiornamenti di Apple e Samsung sono interessanti ma non tali da entusiasmare e coinvolgere le masse di consumatori. Sicuramente non con lo stesso grado di attrattività del PC, del primo laptop, del BlackBerry, dell’iPhone, e dell’iPad. Crea poco interesse anche il destino prossimo venturo del PC. Tablet e smartphone potrebbero a loro volta diventare presto obsoleti.
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