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Il potere della tecnologia genera incertezza: suggerimenti tecno-pragmatici
In ogni situazione di crisi è normale interrogarsi sulle sue cause, sui suoi effetti e sugli sviluppi futuri. La crisi che stiamo vivendo è però diversa. Lo è perchè ne siamo coinvolti in prima persona ( al tempo delle crisi precedenti non c'eravamo ) ma anche perchè è più inquietante e generatrice di incertezza. Le cause sono molteplici ma una in particolare è dirompente. Non per le conseguenze negative ma per la sua capacità intrusiva e di ibridazione che ha cambiato paradigmi e sistemi tradizionali introducendo cambiamento e trasformazione.
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Mercato tecnologico: il bene e il male di una rivoluzione in atto
Se si guarda al mercato al consumo dei prodotti tecnologici nessuna valutazione negativa sembra ormai possibile. Le nuove tecnologie hanno cambiato la vita delle persone e offerto a tutti innumerevoli nuove opportunità. Se si presta attenzione agli effetti emergono però le preoccupazioni legate agli effetti di una rivoluzione che stanno evidenziando i suoi limiti e manifestando i rischi potenziali ad essa associati.
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Programmiamo per non essere programmati nel Grande Presente (The Big Now)
Programma o sarai programmato è uno dei numerosi testi con cui Douglas Rushckoff si è fatto conoscere ad un pubblico ampio di lettori che hanno intrapreso con lui una riflessione critica della tecnologia e dei suoi potenziali effetti sui modo di pensare e di agire delle persone. Il suo libro più recente 'Presente continuo' offre una riflessione sul futuro che, grazie alla tecnologia, non solo è arrivato ma si è fuso con il presente scomparendo. L'ansia del qui e ora e dell'eterna connessione sta condizionando la nostra vita privata e lavorativa e modificando il rapporto tra tecnologia, cultura e vita quotidiana.
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Rischi connessi al tecno-attivismo: una conversazione con…
C’è scritto: “E qui sta il rischio che stiamo tutti vivendo...”. Questo ammonimento, che a fine capitolo tuona come una minaccia biblica, è denso di significato. Lasciato a mezz’aria assume il segno rivelatore di un bisogno impellente: quello di prendere aria, di dover riprendere fiato per poter riguadagnare quota - e di un richiamo. Il rischio impone una pausa di riflessione; ed è un invito implicito a raccogliere la sfida.
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Si parla di privacy, si riflette sugli effetti della tecnologia!
Un articolo pubblicato sul Guardian mette in guardia dall’invasività e dall’uso della tecnologia che aziende private e agenzie pubbliche fanno, per avere accesso alle nostre informazioni private e personali. Un avvertimento che il filosofo francese Paul Virilio sta lanciando inascoltato da molti anni e che conviene ricordare.
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Tecnologie brillanti, schermi irresistibili e menti ottuse
Sono poche le cose che oggi facciamo senza il computer ma secondo Nicholas Carr dovremmo chiederci se è questo il mondo che veramente vogliamo. Nel suo nuovo libro ‘La gabbia di vero’ l’autore ci invita a riflettere sul prezzo che paghiamo nel concedere al software e alla tecnologia di dominare sempre di più il nostro lavoro, il nostro tempo libero, le nostre vite e il nostro destino.
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Tecnonativi e tecnologia
Il termine di nativi digitali è applicato a persone cresciute con le tecnologie digitali, a partire dagli anni 80, persone che non provano alcun disagio a manipolarle e a interagire con esse. Gli studiosi hanno raggruppato i tecnonativi in tre categorie o gruppi diversi: i ragazzi da 0 a 12 anni definiti come nativi digitali puri, quelli tra i 14 e i 18 anni definiti come Millennial e quelli tra i 18 e i 25 denominati nativi digitali spuri.
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