MISCELLANEA /

Uno, nessuno, centomila

Uno, nessuno, centomila

26 Agosto 2015 Biancamaria Cavallini
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Biancamaria Cavallini
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Passa il tempo e Pirandello continua ad essere di una contemporaneità a dir poco disarmante.

“Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.”

Nella vita e oggi, più che mai, sui social network, teatri che inscenano monologhi e pièce teatrali in cui le identità si confondono e moltiplicano, in cui si gonfiano e modellano. Teatri in cui però, contemporaneamente, si riesce ad essere se stessi molto più di quanto vi si riesca nel reale. E la maschera crolla e si rimane nudi davanti al pubblico sapendo che quel pubblico della nudità non si accorge, o per lo meno della nudità non può mai essere certo.

 

“Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sè, sono vuote?...E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele, e io nell'accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d'intenderci, non ci siamo intesi affatto.”

Nella vita e oggi, più che mai, sui social network, flussi comunicativi in cui il linguaggio assume forme nuove, forme musicali e visive, forme abbreviate, forme sgrammaticate. Flussi comunicativi in cui si rischia di perdere l’altro, ma in cui tuttavia si esprime ed esperisce se stessi con una libertà che spesso nel reale non si è in grado di concedersi. E così, ambendo a un’efficacia mai certa, ma ostinatamente ricercata, ci si inabissa nella comunicazione perché l’essere online è già di per sé comunicazione, è già di per sé un incontro con l’altro.

 

“Una realtà non ci fu data e non c'è, dobbiamo farcela noi: non sarà mai una per tutti e per sempre ma di continuo e infinitamente mutabile.”

Nella vita e oggi, più che mai, sui social network, contenitori di informazioni discordanti e confuse, ridondanti e frammentate, artificiose e declinate su opinioni. Strumenti di disinformazione, si, ma allo stesso tempo strumenti di conoscenza, in cui si ha la possibilità di costruire la propria realtà attraverso le informazioni che arrivano da chi quelle informazioni le ha vissute. Ed ecco allora che la conoscenza si agisce e non si subisce, che le distanze si azzerano e i fatti si dispiegano.

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