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Tablet, tecnologia e sistemi umani.

Tablet, tecnologia e sistemi umani.

26 Agosto 2015 Psicologia e Tecnologia
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Specchi e riflessi del Tablet nella tecnologia e nei sistemi umani Un dialogo senza pretese culturali tra Ornella Convertino e Carlo Mazzucchelli, nato per caso da un incontro di collaborazione online.

ORNELLA: Cosa ne pensi di questa nuova era tecnologica?

CARLO: Stiamo vivendo un'epoca storica caratterizzata dall’affermazione di tecnologie che vivono di vita propria, come organismi in continua evoluzione, con esigenze specifiche e tendenze latenti sotterranee dagli effetti dirompenti sulle nostre vite individuali e sociali. Da questo contesto sempre più tecnologico emergono numerosi spunti che mi piacerebbe utilizzare per una conversazione tra di noi.

Con approcci e impostazioni culturali diverse, attraverso le nostre rubriche online  "Il Tabulario" e "Donne acrobate e uomini i progress", stiamo entrambi condividendo con i visitatori e i lettori di SoloTablet, alcune riflessioni sui temi tecnologici che stanno caratterizzando la nuova era della mobilità. Perché non proviamo ad elaborare una riflessione congiunta con un dialogo tra di noi?

Il tema di fondo è il tablet come strumento rivoluzionario che segna una nuova era tecnologica, ma lo scopo è uno scambio allargato e un confronto sui nostri rispettivi punti di vista sulle tecnologie e i loro effetti sulle persone, la loro vita sociale e personale, la loro menti, modi di pensare e molto altro.


ORNELLA: Non solo usare il tablet, ma anche parlare di tablet e degli effetti che esso sta avendo nella vita delle persone, perché questa idea?

CARLO: Negli articoli che abbiamo fin qui scritto, il tablet è stato lo spunto per parlare anche d’altro per richiamare l’attenzione su elementi di riflessione quali il cambiamento e l’innovazione, la vita individuale e le sue problematiche esistenziali, la socialità e i rapporti interpersonali, amicali ed erotici.

ORNELLA: Come il tablet si inserisce nei sistemi umani?

CARLO:
Il tablet è metafora forte di cambiamenti paradigmatici che si riflettono in nuovi comportamenti e stili di vita e che modificano le abitudini, gli ambiti e  i contesti della operatività e mobilità umana. E’ una metafora così potente, da avere incuriosito e richiamato l’attenzione di psicologi e filosofi che negli ultimi due anni,  hanno pubblicato sull’argomento numerose riflessioni, dissertazioni ed anche libri ( vedi bibliografia ).

ORNELLA: Mi dicevi che ti aveva interessato molto il libro di Ferraris, cosa ti ha colpito?

Carlo: Nel suo libro “Anima e iPad” , Maurizio Ferraris collega il nome tablet alla tabula dei greci portandone a galla la loro comunanza come strumenti di scrittura ( smartphone e tablet con SMS, EMAIL e cinguettii vari hanno fatto rinascere la pratica dello scrivere) e la loro natura profonda di generatori di nuovi livelli di coscienza, di nuove forme di vita sociale e persino di sopravvivenza dopo la morte ( l’immortalità celebrata anche da Kundera in uno dei suoi libri ).
Ciò che interessa all’autore è mostrare il collegamento tra cose tra loro all’apparenza molto diverse, l’anima e l’iPad (
I Pad, You Tube, We .doc).

ORNELLA: Come si coniugano l’anima e l’ipad ?

CARLO: Per Ferraris entrambe hanno numerose affinità e la componente tecnologica dell’iPad serve a riportare alla memoria e a rivelare cose antichissime date per dimenticate.
Il tablet o tavoletta dispone, come hai scritto anche tu nell’articolo “
La potenza seduttiva del tablet: l'alteritá digitale nella coppia erotica“, di potenti “redini invisibili che governano le mosse di chi quotidianamente lo utilizza”. Queste redini sono per Ferraris il punto di partenza di una riflessione sulle potenzialità del tablet come strumento di scrittura, di memoria, di produzione di nuovi livelli di coscienza, di nuove realtà e pratiche sociali.

ORNELLA: Voglio essere un po' provocatoria, cosa sono per te queste redini?

CARLO: Per me queste redini stanno nel magnetismo del nuovo dispositivo (
Il magnetismo emozionale dell'iPAD ), nella sua capacità emozionale e carica erotica e nella sua versatilità ( rielaborando una riflessione di Francesco Morace il tablet/iPad è lavagna, è specchio, è pagina, è televisione, è cinematografo, è.....il MONDO).
In questa sua personalità multipla l’aspetto che più trovo interessante è quello del tablet come specchio.

ORNELLA: Lo specchio è una metafora che apre molte possibilità di pensiero.

CARLO: sì, è vero,  anche  Ferraris parla dell’iPad spento come specchio utile per pettinarsi o rifarsi il trucco e di iPad acceso come specchio dell’anima.
Per me il tablet è specchio riflettente di nuove realtà soggettive e sociali e strumento che, attraverso la sua interfaccia sensoriale, permette di sperimentare nuove forme di esperienze che prefigurano il mondo dei cyborg che verranno.
Tu cosa ne pensi?

ORNELLA: La domanda mi fa sorgere spontanea un’altra domanda: il tablet è specchio dell'anima o catalizzatore di anime altrui che si materializzano incrociando il destino del suo possessore? Ripensandoci risponderei  né l’uno nè l’altro ma, tenendo conto della complessità emergente, vorrei superare questa dicotomia per addentrarmi nella possibilità di integrare le due percezioni.

CARLO: Spiegati meglio!

ORNELLA: Sì, va bene. Immaginiamo di considerare la nostra mente come entità gruppale,  ovvero come l’insieme di codificazioni ontologiche e identificatorie acquisite nel tempo di vita e che hanno prodotto ciò che ora percepiamo come la nostra mente. Già Freud  scriveva in "Psicologia delle masse" "ogni singolo è elemento costitutivo di molte masse e tramite l'identificazione il  soggetto ha legami multilaterali e ha edificato il proprio ideale dell' io in base ai modelli  più diversi. Ogni singolo individuo è partecipe di molte anime collettive e ...al di sopra di queste può sollevarsi a un minimo di autonomia e di originalità"
In questa ottica il tablet diventa un catalizzatore di menti gruppali che, in un processo di interazione complessa, si alimentano vicendevolmente di scambi identificatori.

CARLO: Se capisco bene quindi la tua interpretazione del tablet come “specchio riflettente di nuove realtà soggettive e sociali” si basa su un dispositivo tecnologico che si inserisce nel processo di identificazione che ogni persona compie nella costruzione di un proprio Io e nel contribuire a quella di un Io collettivo. Se è così il tablet come dispositivo tecnologico capace di nuove sensazioni tattili prima ancora che di esperienze conoscitive, finisce per modificare questo processo di costruzione.

 

Con effetti e conseguenze probabilmente ancora sconosciute. E forse anche con effetti di tipo illusorio per il cittadino mobile e sempre connesso. Il tablet diventa cioè uno strumento che, grazie alle sue capacità di comunicazione e condivisione permette di rispondere ad angosce e smarrimenti personali, aiutando la persona a sentirsi meno sola, a superare le barriere spaziali ( sempre online e sempre connesso) e temporali ( anche in viaggio ) e a costruire nuove realtà virtuali di gruppo nelle quali potersi riconoscere. Ma queste risposte non sono sempre soddisfacenti e quasi mai definitive.

ORNELLA: Lo specchio rappresenta una delle possibilità estrapolate dal possessore del tablet che riflette le qualità emergenti dell'individuo ( Morin).
Immaginiamo ciascuno con il suo tablet-specchio e la capacità dell' anima  di attrarre a Sè intenzionalità e anime altrui, della stessa sostanza della propria.
Ora, la mente che manovra il tablet, é dotata di configurazioni specifiche per ciascuno. Le emozioni ne influenzano il funzionamento, nel bene o nel male.

Ed allora ecco il possessore della tavoletta si fa tavoletta alla ricerca di quelle emozioni emanate dalla sua mente, come processo circolare ultimo che deriva dall'acquisizione di incorporazioni di menti ed emozioni altrui, virtuali o reali, che in qualche modo gli hanno fatto sentire o non sentire emozioni. Emozioni che a volte esplodono ventosissime in rare idee, o altre volte si acquietano accomandandosi negli spazi di attesa delle risposte della rete.

CARLO: Le emozioni sono elemento conoscitivo e di consapevolezza, a prescindere dal tablet (‘Sento dunque sono’ direbbe il neurologo e divulgatore Damasio).
Il tablet, diventato componente fissa, quasi una escrescenza corporea, nel suo essere specchio gioca un ruolo nella produzione dei vari livelli di coscienza che ci permettono di percepire noi stessi e il mondo in cui siamo immersi. E’ uno strumento capace di attrarre la nostra attenzione  e ricco di immagini ma soprattutto capace di produrre dentro di noi nuove immagini visive, tattili e uditive. Queste immagini generano sentimenti che marcano ogni singola immagine come nostra trasformando il tutto in conoscenza e coscienza.  

Il fatto di saper produrre nuove emozioni non significa esserne coscienti ma esserlo ci permette di diventare creativi, di dare senso alle cose e di raccontare storie. Queste storie cambieranno a seconda degli oggetti con cui interagiamo e se questi oggetti sono complessi come lo è oggi il tablet, il cambiamento sarà tanto più radicale. E’ come se il tablet diventasse elemento capace di dare forma ad una mente nuova, di modificare di conseguenza le numerose esperienze conoscitive del sé e del mondo esterno e forse di plasmare nuove sinapsi e attivazioni neuronali.

ORNELLA: Sì, è molto vero ció che dici, infatti  le emozioni e l'agire, non sempre rielaborato in maniera consapevole, inducono la nostra mente semplicemente a reagire agli stimoli della rete ed, il possessore  del tablet si trova catturato nelle sue strette maglie; un esempio ne sono  alcuni tipi di giochi, di chat, di social network. Ciò che succede, allora, è una infinita produzione di circuiti ripetitivi tra le parti pseudo-dialoganti che purtroppo si ritrovano a rispondere tra di loro con una modalità "a specchio".
La dimensione replicativa porta con Sè il pericolo dell'indebolimento dell'intenzionalità, la quale,  in  maniera temporanea o cronica, è soggiogata dal potere della rete, capace di alimentare illusioni immaginative di cui ne sono ghiotti alcuni possessori tecnologici.

Altro è quando la tavoletta , uscendo da specchi replicati si fa simbolo ed espressione autenticamente creativa in virtù della capacità di saper incorporare, nella propria, le menti altrui per poi saperle restituire in un terreno condiviso  in cui è presente anche quell'anima, opzionale ed intenzionale, che connettendosi con altre dello stesso livello di energia sono in grado di essere esse stesse menti trasformative ed evolutive.

La tavoletta diventa allora un possibilità catalizzante e simbolicamente germinativa, capace di essere quell'utero di neotenia mentale.

"Il tablet si apre come un diario, si usa come un quaderno, si legge come un libro, si appoggia in ogni dove (sulle ginocchia, sul banco, sullo scalino, sul piumone), si ripone in qualsiasi zainetto. Con il tablet la scrittura diventa fluida e vaporosa. Con il tablet la lettura diventa facile e coinvolgente: si può orientare la pagina, ingrandire i caratteri, regolare la luminosità, sottolineare, evidenziare, chiosare, commentare, condividere, tradurre, ricercare." - Mario Natalino Agati

In quest'ottica il possessore del tablet diventa in grado di trasformare la funzione "specchio"  neutralizzando l'effetto replicatativo della ricerca dell'identico, per avventurarsi in nuove connessioni simboliche e dare nuovi  natali a se stesso e di conseguenza a tutti coloro che nella rete sono in grado di connettersi alla stessa sostanza.

Del resto il tablet stesso, come tutte le grandi invenzioni, sono espressioni di tale processo ontologicamente germinativo! In conclusione vorrei specificare che la tavoletta entra nel gioco di massa e si confonde tra le incombenze quotidiane e familiari per poi elevarsi ad "un minimo di originalità", per dirla con Freud, solo se le capacità di cambiamento, come spiegavi tu Carlo, e le riflessioni trasformative sono dotate di una buona forza e risorsa individuale.

Allora, in quest'ottica , i processi di pensiero ed emotivi oscillano in un continuum tra, alcuni accadimenti mentali che  si alimentano di interazioni gruppali facendo nascere  a nuovi concetti importanti per la crescita individuale e, altri accadimenti che,  viceversa, si strutturano come dei replicanti, nella vita reale e virtuale, e si installano  in rassicuranti "favi " del desktop .

CARLO: Nella nostra conversazione sono emersi spunti interessanti e riflessioni condivise, sul tablet, specchio, replicante, entità gruppali e oggetto dal magnetismo emozionale ma anche sulla condizione umana del cittadino mobile, sempre più solo e angosciato e alla ricerca di spazi sociali nei quali ritrovarsi in sintonia e in compagnia di altri.

Il tablet come il social network rischia però di essere uno spazio chiuso e virtuale e come tale illusorio. Ma questo, Ornlella, se vuoi può essere uno spunto per una prossima conversazione.


Bibliografia

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