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Basta un click per vivere l’era digitale!

Basta un click per vivere l’era digitale!

07 Novembre 2017 Anna Maria Palma
Anna Maria Palma
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Nel 2008 Facebook è divenuto un social network disponibile per tutti….come saranno le relazioni fra le persone nel 2050, dopo 42 anni ‘di Facebook’?

Viviamo l’era digitale occupando continuamente spazi ‘senza distanza’, tempi ’sempre connessi’ e relazioni virtuali vissute come se fossero reali.

Basta un click per vivere l’era digitale!

Oggi ci affacciamo su Facebook, che con i suoi numeri (2 miliardi di iscritti) stimola ad una riflessione sul ‘futuro sociale’ del nostro pianeta.

Quale saranno i parametri che faranno considerare nel 2050 un dirigente d’azienda come una persona competente? Chi saranno i ‘migliori amici’?

Domande come queste, che potrebbero sembrare banali, si caricano di significato dopo aver considerato la diversità degli effetti dell’uso di social network sugli adulti, i cosiddetti Immigrati digitali, e sulle persone in via di sviluppo, i Nativi Digitali.

E’ stato dimostrato che le dimensioni della corteccia orbitofrontale (legata alla competenza sociale cognitiva e cioè alla capacità di ‘stare’/adattarsi ad una determinata situazione sociale) correlano con l’ampiezza della rete sociale reale di una persona (Powell et al, 2012). A supporto di questa correlazione, studi sui macachi evidenziano un aumento del 5% della corteccia cerebrale nelle aree temporali e in alcune zone prefrontali in corrispondenza dell’aumento di n.1 membro nella propria comunità sociale (Sallet et al, 2011). Se si considerano questi dati anche alla luce della correlazione fra competenza e dominanza sociale, ovvero ‘posto occupato’ nella gerarchia sociale, diventa vitale per creare un futuro, che come dice Enzo Spaltro ci appartenga un po' di più, andare a considerare gli effetti dei social network, come Facebook, sulle zone del cervello che ‘fanno’ ed esprimono competenza sociale.

Gli studi evidenziano due tendenze molto diverse fra coloro che hanno iniziato a utilizzare i social network già da adulti (Immigrati Digitali) e coloro che ‘ci sono nati’ (Nativi Digitali):

  • Immigrati Digitali: secondo una ricerca di Ryota Kanai (Kanai et al, 2012) esiste una correlazione positiva fra numero di amici su Facebook e dimensioni del lobo temporale. E’ interessante notare che fra gli Immigrati Digitali l’ampiezza della rete reale sociale era strettamente collegata a quella della rete sociale digitale: tanti amici reali corrispondono a tanti amici virtuali. Da questa prospettiva Facebook diviene un sistema per manutenere e potenziare le relazioni presenti nel mondo reale.
  • Nativi Digitali: in uno studio di Roy Pea (Pea et al, 2012) della Standford University rileva viceversa un rapporto negativo fra reti sociali e reti reali: tanti amici su Facebook, pochi amici reali. Questi dati si riferiscono ad un campione di persone fra gli 8 e i 12 anni, cioè a coloro che ‘sono cresciuti’ con i social network.

Sulla base di questi studi, magistralmente riportati per chi desiderasse approfondire dal medico e ricercatore tedesco Manfred Spitzer nel suo libro “Demenza digitale” (2012, Edizioni Corbaccio), emergono due considerazioni interessanti:

  1. Le persone che hanno già sviluppato le proprie competenze sociali attraverso i canali ‘tradizionali’ reali, non subiranno danno alcuno dall’uso dei social network.
  2. Le persone che non hanno ancora avuto l’occasione di sviluppare le proprie competenze sociali su ‘binari’ reali e fin da bambino utilizzano Facebook-modalità per crearle, cioè costruisce la propria sfera sociale in rete, corrono il rischio di non sviluppare le parti del cervello relative e quindi una competenza sociale adeguata (che correla, come abbiamo accennato, al ‘posto’ occupato all’interno della gerarchia sociale).

Le domande con cui abbiamo aperto l’articolo non si esauriscono qui ma grazie al libro di Spitzer diventa forse importante e responsabile un’azione da adulti per creare una cultura della relazione capace di dare priorità alla persona prima che ai dispositivi di connessione utilizzati.

Lorenzo Canuti  - Anna Maria Palma

                                                                          

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