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Come nasce un e-book basato su conoscenza, consapevolezza … e tanta pazienza

Come nasce un e-book basato su conoscenza, consapevolezza … e tanta pazienza

07 Novembre 2018 Anna Maria Palma
Anna Maria Palma
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A Febbraio di questo anno ho, nell’ambito di una ricerca scientifica portata avanti dalla SIPNEI, con alcuni colleghi generato l’evento: “L’era digitale: dalle potenzialità ai danni”. Per considerare il tema anche in una visione psiconeuroendocrinoimmunologica per il benessere della persona
Le considerazioni da cui siamo partiti riguardavano la constatazione che l’era digitale si è instaurata ormai nelle nostre esistenze con le caratteristiche di un processo evolutivo silenzioso, inesorabile e pervasivo.

La tecnologia è divenuta un ambiente da abitare, un’estensione della mente umana, un mondo che si intreccia con il mondo reale determinando vere e proprie ristrutturazioni cognitive, emotive e sociali dell’esperienza. Con la sua volontà di potenza e velocità di fuga la tecnologia è capace di rideterminare la costruzione dell’identità e delle relazioni, sia a livello interpersonale e intrapsichico sia con l’ambiente, con importanti ripercussioni sul benessere della persona nella sua interezza, in quanto ne modifica abitudini, priorità e stili di vita.

Appagati per tanti versi per una vita resa meno complessa e meno faticosa dalla tecnologia che la rende sempre più affascinante e indispensabile, ci stiamo forse dimenticando che il sistema nervoso si è evoluto per interagire con un mondo reale e non virtuale e che essa non è mai neutrale così come non lo sono le sue piattaforme e le entità che le gestiscono.

Senza demonizzarla o negare gli importanti contribuiti che gli strumenti tecnologici ci offrono, il congresso, fornendo una panoramica aggiornata delle più recenti evidenze scientifiche in tale ambito attraverso la lente della PNEI, vuole essere l’occasione per acquisirne una consapevolezza critica che possa far luce sulla complessità del fenomeno ed incentivi una riflessione costruttiva. Una consapevolezza che possa permettere di individuare, all’interno dei nodi multidisciplinari di cui tale complessità si compone, le radici e i processi che sottendono all’uso e abuso delle nuove tecnologie e che ci spingono a trasformare queste risorse in minacce e rischi per la salute di tutti noi, Nativi e Immigrati Digitali.

Il tempo e l’evoluzione della tecnologia non si possono fermare ma con maggiori conoscenze e nuova consapevolezza sarà possibile “navigare” nel “villaggio globale” senza perdersi sia come persone sia come professionisti.

Desidero in questo spazio riportare alcuni riferimenti dei preziosi contributi dei relatori, ciascuno nella specificità della sua posizione. Il dottor Mauro Bologna, presidente Sipnei Nazionale ha introdotto parlando dell’approccio SIPNEI a questo tema importante. Manola Orsi, co-creatrice dell’evento, psicologa e psicoterapeuta ha parlato di “Interconnessi ma soli: l’illusione della realtà virtuale…uso e abuso delle nuove tecnologie, alla ricerca di un possibile equilibrio”. Alessandro Bianchi ed Emilia Genta, psicologi e psicoterapeuti hanno affrontato il tema: “Lo sviluppo del Sé nella generazione virtuale: potenzialità e limiti”. Franco Cracolici, medico, agopuntore, filosofo ha affrontato l’argomento: “Fra computer e cellulari: una possibile rete di nodi e malattie”. Nicola Barsotti, osteopata, fisioterapista si è occupata di “L’adattamento posturale: gli effetti fisici, cerebrali e comportamentali”. Con Lorenzo Canuti, psicologo e counselor ho affrontato il tema della tecnologia nelle organizzazioni: “Vizi e virtù dei supporti virtuali: benessere personale, salute organizzativa ed efficienza professionale a rischio”.

Ogni intervento caratterizzato appunto dalla non demonizzazione degli strumenti digitali, ma da una consapevolezza del buon uso degli stessi.

 

La rivelazione per me in questo convegno è stata la conoscenza prima e la frequentazione poi di quello che ho definito “l’uomo del monte” e non come montanaro, ma come figura eclettica (Dirigente d’azienda, filosofo e tecnologo, Esperto di marketing, comunicazione e management) che a un certo punto della sua vita ha deciso di ritirarsi da ogni incarico ed evento pubblico e ha iniziato a scrivere di tecnologia e di molto altro ancora dando vita al progetto editoriale SoloTablet dedicato alle nuove tecnologie e ai loro effetti sulla vita individuale, sociale e professionale delle persone. A lui devo la più grande evoluzione che avessi potuto immaginare: quella di “traghettare” una figura come la mia, non certo nativa digitale, sicuramente un po’ disorientata dalle derive relazionali che constato nella mia vita, personale e professionale, a carico del cattivo (adesso posso dirlo) uso della tecnologia, in quello che è diventato adesso “l’affascinante mondo virtuale”. Parlo di Carlo Mazzucchelli e non mi dilungo nella garbata corte che io e Manola abbiamo fatto a questo personaggio, andandolo “a tirare fuori” dalla sua preziosa e scelta tana per portarlo a questo convegno dove magistralmente ha trattato il tema “Da Homo sapiens a Homo Sapiens Digitalis”.

Il termine pazienza che ho usato nel titolo riguarda ciascuno di noi perché questa qualità ci aiuta a sviluppare una consapevole tolleranza rispetto a quello che accade in questo mondo virtuale, ma anche ci stimola a coltivare una graduale conoscenza dello stesso per sapercisi muovere, anche forti di ogni sana tradizione non tecnologica, inducendoci però a non demonizzarla, anzi ispirandoci a portare ogni sano possibile contributo alla generazione, più o meno nativa digitale che a vario titolo la vive nella sua più totale manifestazione.

Ma devo dire che la pazienza riguarda soprattutto quella che ha avuto Carlo nei miei confronti, messaggio dopo messaggio, mail dopo mail, click dopo click siamo arrivati a questo e-book, fra il valore della gentilezza e la velocità del digitale, l’amore per le relazioni e la passione per quel presente che evolve in un futuro che pensiamo e desideriamo sempre più umano.

Poi gli devo anche gratitudine, perché a lui è venuta l’idea di questo ebook, dopo avere letto il libro scritto da me e da Lorenzo Canuti “La gentilezza che cambia le relazioni: linfe vitali per arrivare al cuore” FrancoAngeli (riporto il suo commento in versione autentica, sintetica, ma…che è arrivata al cuore: “L'idea dell'ebook sulla tecno-gentilezza e il tempo libero di oggi mi ha portato a rileggere il tuo libro. Non credo di averti mai detto cosa ne pensavo, ora te lo dico: un gran bel lavoro e una grande ricchezza regalata a chi legge”.

 

 

 

Siamo partiti e abbiamo condiviso che trattarsi bene e trattare bene non dovrebbe essere né difficile né complicato. Neppure quando la relazione è digitale, virtuale e tecnologica. Molti fenomeni emergenti che caratterizzano la nostra società indicano come urgente un intervento maieutico sulla gentilezza, compresa quella che si manifesta nelle interazioni digitali e nelle relazioni sociali online. L’urgenza è dettata dalla difficoltà relazionale e di ascolto, dal proliferare in Rete di cattive pratiche che evidenziano carenza di sensibilità e di attenzione, di comportamenti odiosi e umanamente cattivi, dalla difficoltà relazionale e di dialogo, ma soprattutto dal bisogno grande di trattarsi bene con gentilezza. Una pratica molto umana, ancor più dimenticata, sempre molto utile nel coltivare relazioni autentiche, assertive, compassionevoli e amicali. Una pratica oggi spesso mediata tecnologicamente, a causa della pervasività delle macchine tecnologiche nella vita di ognuno, e vissuta attraverso profili digitali, prepotenti alter ego narcisistici con i quali si rincorre una felicità illusoria nelle molteplici vite virtuali che la tecnologia ci regala.

La difficoltà a essere gentili come persone si somma a quella di una gentilezza digitale associata ai nostri profili digitali, entità che hanno vita propria e delle quali spesso abusiamo, con comportamenti che sono l’esatto opposto della gentilezza. Eppure essere gentili online è possibile, anzi conviene. E’ un passo necessario per liberarci dalla sudditanza al mezzo tecnologico, dalle sue catene fatte di gratificazioni artificiali, risposte immediate e tante manipolazioni. Si può staccare la spina e ritornare a privilegiare l’incontro umano, faccia a faccia, come occasione di gentilezza, oppure ci si può impegnare nell’esercizio della gentilezza anche online. Per farlo bisogna recuperare la lentezza che l’interazione digitale non favorisce, l’attenzione verso gli altri (dietro un profilo digitale c’è quasi sempre una persona) ma anche verso sé stessi, forme di educazione dimenticate ma sempre più necessarie, le buone maniere, la capacità dialogica e comportamenti finalizzati a trattarsi e a trattare bene. La gentilezza, anche quella digitale, è un valore ma anche un percorso, un viaggio da compiere, con sé stessi e insieme agli altri. Mettersi in viaggio richiede forti motivazioni. Chi è alla ricerca della meta gentilezza potrebbe trovarla in questo breve testo.

 

Breve sì, ma ricco anche 100 preziosi quanto ironici suggerimenti che compongono una sorta di manuale di sopravvivenza per favorire la gentilezza; piccoli gesti di gentilezza che fanno bene a chi li fa così come a chi li riceve. Sono in genere piccole attenzioni che possono cambiare la giornata ma anche suggerire scelte precise che potrebbero renderla migliore. Scelte di attenzione, scelte difficili perché non comuni e diffuse, scelte che vanno oltre le parole e tengono lontani dai mezzi usati per esprimerle, scelte condivise perché originate da bisogni e necessità simili, scelte intelligenti perché in grado di guardare al futuro, scelte amorevoli perché fatte esclusivamente per far piacere o per amore dell’altro.

Pensando a tutte queste scelte possibili ne seleziono qui alcune fra le 100 suggerite nel testo e che troverete appunto in chiusura di questo che è stato per noi un significativo impegno che ha prodotto, ci auguriamo, stimoli di riflessione per chi vorrà leggerci.

1.      Spegni Facebook, assaggiami, abbracciami, toccami e soprattutto baciami, stupido!

2.      Diconnettiti per connetterti

3.      Non cinguettare, dialoga

4.      Il Wifi è libero ma se vi parlate è meglio

5.      A tavola conversare è meglio di messaggiare

6.      In treno scegli il finestrino al display del telefonino

7.      Rispondi alla vita prima che al cellulare!

8.      In bagno, per la tua sicurezza e dignità, concentrati su una sola tavoletta

9.      Non parlare al telefono spingendo il passeggino, potresti perdere il bambino

...per scoprire le altre 91 potete acquistare l'e-book La gentilezza che cambia le relazioni digitali che contiene l'elenco completo e/o l'e-book  100 Strategie analogiche di resistenza al digitale ( e allo smartphone) che per ognuna delle 100 scelte suggerite fornisce anche un'interessante e divertente descrizione. 

 

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