MISCELLANEA /

Riflessioni sui libri rubate ad autori e amanti della lettura

Riflessioni sui libri rubate ad autori e amanti della lettura

26 Agosto 2015 Mario Anton Orefice
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Mario Anton Orefice
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"Se io sapessi scrivere, scriverei un libro sulla maggiore felicità e sulla maggiore infelicità dell’uomo. Attraverso i libri e dai libri ho appreso che i cieli non sono affatto umani e che un uomo che sa pensare, anche lui non è umano, non che non lo voglia, ma ciò contrasta col giusto modo di pensare."

"In un certo scaffale d’un certo esagono (ragionarono gli uomini) deve esistere un libro che sia la chiave e il compendio perfetto di tutti gli altri: un bibliotecario l’ha letto edè simile a un dio. Nel linguaggio di questa zona si conservano alcune tracce del culto di quel funzionario remoto. Molti peregrinarono in cerca di Lui, si spinsero invano nelle più lontane gallerie. Come localizzare il venerando esagono sereto che l’ospitava? Qualcuno propose un metodo regressivo: per localizzare il libro A, consultare B, consultare previamente il libro C; e così all’infinito...In avventure come queste ho prodigato e consumato i miei anni.

Jorge Luis Borges, La Biblioteca di Babele

“Bisogna dunque sapere che il detto gentiluomo, nei momenti che stava senza far nulla (che erano i più dell’anno), si dedicava a leggere libri di cavalleria con tanta passione, con tanto gusto, che arrivò quasi a trascurare l’esercizio della caccia, nonché l’amministrazione della sua proprietà; e arrivò a tanto quella sua folle mania che vendette diverse staia di terra da semina per comprare romanzi cavallereschi da leggere, e in tal modo se ne portò  in casa quanti più riuscì a procurarsene e fra tutti, non ce n’erano altri che gli piacessero quanto quelli composti dal famoso  Feliciano de Silva, poiché il nitore della sua prosa e quei suoi ingarbugliati ragionamenti  gli parevano una delizia, specie quando arrivava a leggere quelle dichiarazioni amorose o quelle lettere di sfida, dove in certi punti trovava scritto: “La ragione dell’irragionevole torto che alla mia ragion vien fatto , mortifica in tal modo la mia ragione, che con ragione mi dolgo della vostra bellezza”. O quando leggeva: “... gli alti cieli che nella vostra divintà divinamente con le stelle vi fortificano e vi fanno meritare il merito che merita la grandezza vostra.”

Miguel de Cervantes, Don Chisciotte

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