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Variazioni sul prosecco

Variazioni sul prosecco

26 Agosto 2015 Mario Anton Orefice
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Mario Anton Orefice
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È proprio vero quello che scrive Celinda Salvatierra sullo striscione appeso al Municipio di Valdobbiadene: Donde hay illusiòn allí está el mundo.

Un cinema, le poltrone sprofondate nel buio, il film è Nudo di donna con Nino Manfredi che in una scena cita il Prosecco dell’amico Giuliano Bortolomiol. La libreria in cui si ricorda questa scena è illuminata al neon e attraversata dalla musica. Damiano Visentin scivola sulla fisarmonica come un'onda, al tavolo due scrittori e una manager: Ettore Gobbato autore di Giuliano Bortolomiol, il sogno del Prosecco, Fulvio Ervas con Finché c’è Prosecco c'è speranza, e Elvira Bortolomiol figlia di Giuliano.

Due storie, una reale e fantastica, una fantastica e reale. "Un prosecco chiese l’ispettore avvicinandosi al banco.

Come lo vuole, tranquillo? Frizzante. Fermentato in autoclave o bottiglia? È lo stesso.

L’oste Secondo scosse la testa. L’ispettore appoggiato al bancone, osservava il fondo del flute immaginando minuscoli esseri che respiravano. Le bollicine salivano formando una spuma, eccitante combinazione di materia." Il fantagiallo di Ervas porta l’ispettore Stucky ad indagare, tra le colline di Valdobbiadene, sullo strano suicidio del conte Ancillotto, ritrovato disteso su una tomba con una bottiglia di champagne tra le mani.

Qualche pagina più in là il misterioso omicidio dell’ingegner Speggiorin, direttore del cementificio colpevole di inquinare la terra e le viti.

...continua la lettura

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