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Don't Press Just Touch

Don't Press Just Touch

25 Gennaio 2012 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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L’arrivo dei tablet con i loro schermi capacitivi e resistivi ha fatto emergere e conoscere una tecnologia, da tempo oggetto di ricerca e sviluppo, che ha introdotto nuove interfacce più sensibili e gentili per l’interazione uomo macchina. La sensibilità e la gentilezza sono due elementi che ben descrivono la tattilità delle nuove interfacce e l’adozione di nuovi comportamenti nell’uso di un registratore di cassa, di un dispositivo ATM, di un iPaod, di uno smartphone e/o di un tablet.

I nuovi display tattili funzionano grazie a corrente elettrica continua e ad una interfaccia multipoint che permette ai dispositivi mobili di intercettare e comprendere più di un messaggio di input simultaneamente, come nel caso delle due dita usate per un ‘pinch’.

I nuovi display sono una valida metafora di come noi oggi interagiamo con i dispositivi tecnologici e di come la nostra mente si lasci catturare da significati più o meno espliciti ed intensi associati/associabili ad un evento particolare, un testo, un’immagine, un video ecc.

 

Il successo dell’iPad/tablet ( due parole sinonimi ) non dipende solo dalla novità tecnologica ma anche dal bisogno individuale di trovare nuovi spazi nei quali potersi immergere senza essere distratti da contesti sempre più rumorosi e fastidiosi.

Lo schermo tattile con le sue immagini icona fornisce alla nostra mente lo stimolo adeguato per una qualche forma di ‘meditazione’ e concentrazione che passa attraverso un dialogo serrato e tattile ( anche l’occhio sul tablet si trasforma nel senso della tattilità ) tra le dita della mano e la superficie del display. La particolarità del tablet sta nelle varie superfici che si sovrappongono ad ogni tocco e che definiscono orizzonti sempre nuovi che si susseguono uno dopo l’altro aiutandoci a scoprire i significati più reconditi degli oggetti ‘toccati’.

Un travaso di significati che avviene non a livello semantico ma tattile e che ha del magico in quanto capace di generare livelli di intensità e coinvolgimento elevati per efficacia e attrattività di una immagine, di un evento o di una azione.

Il tablet con il suo display tattile fa emergere la nostra componente cinestetica, ci allontana dalla semplice interazione linguistica e ci immerge in una relazione affettiva e umana che non può non avere effetti sui nostri comportamenti.

Il tatto che ci guida sul display del tablet è solo uno dei molti gesti che da umani sappiamo fare. Le gestures con cui muoviamo e utilizziamo oggetti iconografici sul tablet sono assimilabili a quelle che pratichiamo ogni giorno quando tagliamo, cuciamo, sbattiamo, diamo forma, disegniamo o costruiamo qualcosa. Gesti familiari che definiscono la nostra tattilità multipla corporea e si organizzano in abitudini e gestualità ripetute.

Mentre in un libro la tattilità può essere solo descritta e raccontata, sul tablet diventa interattività immediata con i componenti e gli oggetti della narrazione. Un libro di cucina sul tablet aggiunge alla lettura visiva una nuova dimensione tattile che fa crescere l’intensità e favorisce la percezione dei sapori, del calore, dei gusti ecc.  Il tatto riporta la nostra mente alle nostre abitudini culinarie praticate nella nostra cucina e sperimentate in ristoranti e cene con amici.

La componente tattile del tablet sollecita la nostra voglia ludica e genera un piacere sottile non riscontrabile nel rapporto passivo che caratterizza invece la nostra interazione con un video televisivo. La componente di frustrazione che segue lo spegnimento di ogni dispositivo tecnologico non è così forte per il tablet come lo è invece per la televisione e i gamedrive. La frustrazione nasce dalla fatica cognitiva ma la differenza tra dispositivi tecnologici dipende dal livello di interattività permessa e dagli strumenti che la rendono possibile (il joystick o il telecomando verso il semplice tocco di un polpastrello ).

La gestualità che esprimiamo sul tablet ricorda alla nostra mente quella con cui interagiamo con i nostri partner. Sul tablet le semplici dita, sul corpo le mani. Con le mani diamo forma, calore ed affetto, con le dita diamo forma a nuovi orizzonti (pagine, immagini ecc.), costruiamo nuove storie e racconti e attiviamo livelli taciti di conoscenza non razionale ma dipendente da vibrazioni, percezioni e presentimenti.

L’interattività tattile del display mira a rivoluzionare l’interfaccia uomo-macchina e a democratizzare la relazione con lo schermo grazie ad una interazione che passa attraverso il contatto fisico e manipolatorio da parte di un utente non più semplice strumento o spettatore ma attore e protagonista di sé stesso.

La tattilità è un canale di comunicazione secondario molto importante, perché permette alla vista di focalizzare meglio attenzione e controllo sul contesto. Dipende molto dalla consistenza, forma o deformazione e dimensione della superficie della pelle  più che dalla pressione esercitata e dalla superficie del display. Non a caso con un guanto nessuna operazione è possibile né su uno smartphone né sulla superficie di un tablet.

Rimane quella sensazione di ‘full immersion’ e human experience che suggerisce calore, affetto, magia, coinvolgimento e molto altro.

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