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Le esplorazioni tattili e virtuali che tanto ci piacciono

Le esplorazioni tattili e virtuali che tanto ci piacciono

08 Ottobre 2013 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Navigare ed esplorare sono termini ormai obsoleti. Non nel loro riferimento a pratiche quotidiane ma nel loro significato originale. Navighiamo la rete ed esploriamo le centinaia di icone sul display del nostro dispositivo mobile ma in realtà siamo immobili nella nostra maggiore 'mobilità'. Esploriamo e visitiamo mondi fantastici e fantasiosi ma questi luoghi sono semplici fantasmi e prodotti della nostra immaginazione. Tocchiamo mari e laghi con i nostri polpastrelli ma il tatto e il contatto con il display appartiene più ad un ordine statico che dinamico.

Affinchè la terra prendesse la forma che ha e si vedesse tradotta in mappe geografiche fatte di confini, contorni e bordi, di paesaggi e rilievi ci sono voluti esploratori coraggiosi e viaggi avventurosi. Senza l'esplorazione di terre e mari sconosciuti non avremmo oggi i loro confini disegnati su carta, non conosceremmo il carattere, il paesaggio, la natura,  la fauna, la flora e la popolazione delle terre portate alla 'luce' e da quel momento inserite nel mondo cosiddetto conosciuto. Oggi quei mondi sono diventati vecchi, sia perchè ci sembra di conoscerli da sempre sia perchè abbiamo smesso da tempo di esplorarli con gli stessi occhi e la stessa curiosità fisica dei nostri antenati.

Oggi l'esplorazione è guidata da viaggi low cost e villaggi turistici ma soprattutto dai nostri gadget tecnologici e dalle funzionalità di navigazione che ci permettono di raggiungere qualsiasi posto rimanendo fermi. Invece di esplorare siamo esplorati ( a Google e Facebook interessa più il nostro profilo commerciale di consumatori potenziali che soddisfare i nostri bisogni di ricerca) come soggetti che navigano mondi virtuali e paralleli nei quali la tecnologia gioca un ruolo sempre più importante.

Viviamo contemporaneamete in più mondi paralleli, reali e virtuali, ma in realtà non ne abitiamo nessuno. O li abitiamo in modo diverso!

Il mondo è straordinario e si presta ad esplorazioni continue e ad esperienze senza termine, oggi anche virtuali. Ogni luogo esiste nella realtà e nella nostra immaginazione. La seconda è spesso alla base della creazione e del passaggio dal nulla, alla cosa concreta. Non potremmo neppure imaginarla se non esistesse già ( l'America di Cristoforo Colombo è stata immaginata prima di essere scoperta). L'atto della creazione e l'esplorazione sono necessarie per aprirci a nuovi mondi e per dare loro la possibilità di esistere e una forma (l'America di Colombo era altra cosa dalla realtà immaginata).

La navigazione ed esplorazione del mondo è sempre più mediata da icone e immagini digitali ( diverse da quelle analogiche perchè sono immagini assolute nelle quali ci si può navigare, evidenziare il modello sottostante, vedere gli aspetti nascosti, modificarne le proporzioni, ecc.) che riempiono i display dei nostri smartphone e tablet. E' grazie a queste immagini che sperimentiamo viaggi immaginari, stra-ordinari e immaginosi e rendiamo reali i molteplici mondi resi possibili dalla nostra immaginazione, intesa come strumento creatore che fa emergere e da forma ad immagini possibili. Gli occhi della fanciulla qui sopra rappresentata, non comunicano e non promettono nulla, semplicemente ci guardano e così facendo, nel coinvolgerci anche emotivamente, ci trasportano in mondi fantastici, invisibili, irreali. La realtà non sono gli occhi della fanciulla, ma il senso che attraverso essi noi riusciamo a dare alle immagini portate alla ribalta.

La mediazione non è solo visiva ma anche tattile. Le immagini dei nostri display si prestano al nostro contatto, ci vengono incontro e si propongono come elementi capaci di generare emozioni e reazioni. E' attraverso queste icone, immagini, fotografie che in realtà ci muoviamo, immaginiamo, navighiamo ed esploriamo. Le icone sono statiche ma si presentano come elementi di movimento ( sono loro ad attivare le applicazioni ), di mobilità ( ci connettono ovunque da ogni luogo ) e di spostamento/spaesamento ( attivano la nostra immaginazione ). Nel farlo (muovere) sono in grado di generare emozioni (commuovere) e dare senso ai tocchi con cui le abbiamo selezionate e 'toccate'.

Di un paesaggio, di una persona o di un panorama si è soliti dire che 'ci tocca'. E' un modo di dire che si applica a situazioni reali vissute a contatto con situazioni e persone ma anche ad un  concerto  ( a colpirci sono il tocco magico del pianista sulla tastiera e le tonalità che riesce ad estrarre da ogni nota), ad una mostra ( in questo caso a colpirci è il tocco del pennello e dell'artista ), a Lampedusa ( a colpirci in modo indelebile sono la lunga fila di bare e gli sguardi persi dei sopravvissuti) ad un incontro amoroso con un amante dal tocco erotico ( il tocco di una carezza e di un bacio e la dolcezza dell'amplesso ), e ad altre realtà emotivamente coinvolgenti e capaci di scatenare ( far muovere ) emozioni e di commuovere.

Quando si tocca una icona sul display del proprio tablet si stabilisce un rapporto tra due oggetti separati, il proprio dito e l'oggetto toccato. In questo gesto tattile che comporta sfregamenti, stropicciamenti, strofinii, si generano onde emotive e movimenti desideranti. Si tocca con la pelle, un senso che, a differenza degli altri collega, senza confonderli,  tutti i sensi tra di loro. Il tatto è un senso speciale perchè ci ritorna immediatamente la sensazione della nostra esistenza ( noi sentiamo di sentire, percepiamo di esistere dal nostro tatto). Succede perchè nel tatto è coinvolta una emozione che dipende dalla energia che si scatena dal gesto di toccare e dall'oggetto che si lascia toccare. Le carezze che diamo al nostro iPad non possono essere paragonate a quelle passate sulla pelle liscia del nostro partner ma hanno effetti simili. Le une e le altre scatenano e soddisfano desideri, hanno un che di ritmico, sono capaci di plasmare la sensibilità e di darle una direzione ed uno scopo.

Se da un lato la nostra esperienza tattile è ricca ed emotivamente coinvolgente, i mondi immaginari che nascono da ogni tocco ( una nuova immagine, una pagina web, una fotografia, una immagine, ecc. ) lo sono meno. L'immagine o icona toccata su un dispositivo mobile e attraverso una applicazione è un simulacro la cui capacità ad interagire al tatto genera nuove realtà, simili a quelle reali ma ontologicamente diverse. Sono semplici sequenze di numeri capaci di generare realtà sensibili immaginabili e possibili perchè nella pratica ogni usufruizione di una immagine attraverso un dispositivo elettronico è frutto di interpretazione e manipolazione. Si passa quindi da un simulacro all'atro senza discontinuità e senza mai raggiungere e 'toccare' la realtà materiale che conosciamo come spiaggia, montagna, mare, ecc.

La diversità delle due esperienze non suggerisce di negare la validità o qualità dell'una rispetto alla seconda. Senza scomodare filosofi eccellenti, da Platone, Kant e Wittgenstein, o fisici quantistici, si può sostenere che le due realtà convivono, sono parallele e le nostre esperienze in entrambe possono essere assimilate.

Potrebbe però essere buona cosa ricordare con una provocazione a tutti coloro che navigano la rete o esplorano le superfici tattili di un tablet che l'immagine digitale è come la famosa pipa di Magritte ( "Ceci n'est pas une pipe").

La frase dovrebbe semplicemente essere diversa: "Ceci n'est pas un vue panoramique, une personne, un ville, ecc."

 

 

 

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