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Il mondo virtuale è reale come lo è quello fisico!

Il mondo virtuale è reale come lo è quello fisico!

30 Gennaio 2017 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Parlare di ciò che è reale o non lo è significa per forza di cose fare i conti con la riflessione filosofica e le tante teorie che nel tempo hanno cercato di spiegare l'interazione con il mondo e la realtà al di fuori di noi. Oggi la riflessione è complicata dall'esistenza di realtà diverse. Realtà virtuali e parallele, di cui abbiamo esperienza così come l'abbiamo della realtà fisica. Con un'eccezione, sono realtà che esistono fino a quando sono oggetto di osservazione, poi svaniscono. Un profilo digitale non esiste nella realtà ma le sue esperienze digitali sono reali come quelle nella vita reale di chi lo ha creato.

La realtà dei mondi online

Il tema della realtà dei mondi online non è nuovo. Oggi lo è di più per l'affermarsi di nuove tecnologie di realtà aumentata nella quale si mescolano realtà fisiche con oggetti ed entità puramente digitali, senza corpo e alcuna fisicità ma percepiti come se ne avessero una.

Queste tecnologie, spesso legate a strumenti tecnologici come occhiali intelligenti dotati di intelligenza artificiale, stanno cambiando il nostro modo di guardare e percepire la realtà, trasformandosi in una estensione della mente umana. Così come lo smartphone è diventato una protesi del nostro corpo, un marchingegno tecnologico con il quale interagiamo, lavoriamo, comunichiamo, la Realtà Aumentata potrebbe diventare una componente aggiuntiva e stabile della nostra mente nella sua esplorazione del mondo e delle molteplici realtà che lo caratterizzano, siano esse reali e fattuali, virtuali, aumentate o una loro mescolanza.

La realtà dei mondi artificiali è tanto più importante quanto maggiore è la difficoltà che molti incontrano nel vivere la loro realtà fattuale nella vita di tutti i giorni. Online ci si può illudere dell'assenza di precarietà e mancanza di lavoro, si può fingere di avere molti amici anche se non se ne ha nessuno e ci si può immaginare una vita serena e felice anche quando quella reale è piena di incertezza, ansia e infelicità.

I filosofi interessati da sempre alla riflessione sulla realtà hanno oggi l'opportunità di rivedere molte delle loro idee e di porsi nuove domande. Sia perchè il mondo online è diventato tecnologico sia perchè è molto più abitato e frequentato del passato.I sociologi possono dedicarsi allo studio degli effetti delle nuove tecnologie e dei loro mondi virtuali sulle persone e sulle loro relazioni sociali, i filosofi hanno l'opportunità di approfondire le loro riflessioni sulla realtà delle cose.

L'impatto della tecnologia è tale da porre nuovi quesiti e da suggerire nuovi approcci interpretativi di una realtà diventata più complessa per l'affermarsi di nuove forme di realtà (virtuale, aumentata, mista, ecc.) e di forme di intelligenza artificiale ben lontane da quelle che hanno animato nel tempo i molti automi che hanno caratterizzato l'evoluzione delle macchine e del genere umano.

Emergono nuove domande

Le domande emergenti non sono forse molto diverse da quelle che hanno colpito i filosofi di tutti i tempi ma presentano nuove sfide per il ruolo giocato dalla tecnologia nella sua fase di evoluzione attuale. Una fase nella quale ci si deve confrontare con le molteplici realtà virtuali possibili, con macchine autonome e sempre più intelligenti e con intelligenze artificiali tali da far pensare alla possibilità futura e non molto lontana di vere e proprie menti artificiali.

L'impatto della tecnologia è tanto più grande quanto più siamo oggi portati a usare la tecnologia per trovare risposte e spiegazioni alla nostra stessa esistenza e al funzionamento della nostra mente nella sua interazione con il mondo e nella sua percezione/ricostruzione continua della realtà.

La domanda principe è oggi rivolta a ciò che viene definito artificiale: intelligenza, realtà, mondi, avatar e profili digitali. Pensare e riflettere sulle molteplici realtà artificiali che sperimentiamo e sulle loro nuove forme di esperienza umana permette di ampliare il nostro sguardo e affrontare tematiche nelle quali siamo da sempre intrappolati e da esse intrigati quali il rapporto corpo-mente, la natura della realtà, la percezione e la conoscenza del mondo esterno, il senso e il significato dell'esistenza e molto altro.

Tutte queste tematiche possono oggi essere analizzate attraverso la lente potente di mondi virtuali generati tecnologicamente e delle relazioni umane con essi sperimentate attraverso strumenti tecnologici innovativi, come Oculus Rift, Vive di HTC, Cardboard di Google o Gear VR di Samsung capaci di produrre esperienze immersive, assimilabili in tutto e per tutto a quelle umane.

Le realtà multiple attuali

Rispetto alle soluzioni di Realtà Virtuale del passato, quelle attuali hanno la specificità di essere immersive, tridimensionali, ricche di interattività e funzionalità, dotate di intelligenza artificiale e capaci di trarre vantaggio dalle applicazioni e dai potenti schermi e display che possono utilizzare. La potenza delle nuove soluzioni risiede nelle numerose tecnologie avanzate che le fanno funzionare ma soprattutto dall'essere in grado di fornire esperienze in mondi artificiali sempre meno distinguibili da quelli reali. La similarità delle esperienze rende ancora più complicato capire quanto i nuovi mondi artificiali e virtuali siano pura illusione, una allucinazione condivisa come quella di Matrix, semplice finzione o realtà.

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Mentre filosofi, sociologi e semplici persone che hanno deciso di riflettere criticamente sulla tecnologia si interrogano sulle conseguenze della vita artificiale online e sui suoi mondi paralleli (...e se tutto fosse un semplice ologramma?), la maggior parte delle persone che sperimentano le nuove soluzioni vivono le loro esperienze virtuali sempre più spesso come se fossero reali, uguali a quelle del mondo fisico e fattuale. Sono esperienze che trasformano un avatar digitale, con cui si interagisce all'interno di un videogioco in un corpo reale, in un giocatore con un corpo percepito come fisico e reale.

E' vero che quando si spegne il computer o la console per il gioco quel corpo sparisce e non esiste ma è altrettanto vero che quando vi si interagisce esso è percepito come assolutamente reale e incarnato. Questi avatar sono digitali come lo sono molti oggetti che abitano le realtà virtuali odierne, sono elementi diversi da quelli fisici perfettamente reali, percepiti come tali e non come entità illusorie, oggetti con i quali si è portati a misurare concretamente la vita quotidiana e le attività che la caratterizzano.

Abituati ad attraversare mondi paralleli passando da mondi reali a realtà virtuali si rischia di non essere più in grado di sapere se si stia vivendo in un mondo artificiale e simulato o in uno reale. Una situazione assimilabile a quella raccontata in numerosi racconti e romanzi di Philip Dick nei quali si fa fatica a comprendere in quale realtà si sia stati proiettati e chi sia ancora vivo o già morto e scomparso da tempo ("Io sono vivo, voi siete morti").

Come faremo a distinguere il reale dal virtuale e che senso avrà farlo?

Il modo con cui viviamo la realtà digitale non ci permette più di distinguere facilmente tra ciò che è reale e ciò che è simulato. Per la semplice ragione che le nuove realtà digitali sono vissute come se fossero reali, tutte assimilate tra di loro dalla pervasività e dal ruolo dell'informazione. Il nostro modo di percepire un oggetto reale non è molto dissimile da come percepiamo lo stesso oggetto digitale. In entrambi i casi il nostro cervello elabora le informazioni che ci mettono in contatto con le realtà esterni ritornandoci l'entità dell'oggetto percepito.

E poco importa che l'oggetto digitale possa essere una semplice elaborazione computazionale di un software o di un computer. E' come se anche l'oggetto fisico non fosse altro che il prodotto dell'elaborazione computazionale del cervello (hardware) e della mente (software). L'unica differenza è che mentre gli oggetti fisici continueranno a esistere anche quando sono usciti dal nostro ambito di osservazione, quelli digitali scompariranno allo spegnimento del videogioco, del computer o dell'occhiale intelligente che li ha resi possibili e reali.

Il Matrix prossimo venturo in assenza di pillole blu o rosse!

Il tema della realtà virtuale è stata oggetto di innumerevoli opere letterarie e filmografiche. La più famosa è probabilmente Matrix ambientata in un mondo nel quale solo poche persone (coloro che hanno scelto la pillola giusta) sanno di vivere in una realtà simulata e programmata da una grande macchina computazionale. I protagonisti del film guidati da Neo sembrano riuscire a creare un varco nella realtà virtuale del Matrix grazie alle falle (deja vu) del sistema. Ma se queste falle non ci fossero state? E se il Matrix attuale, nel quale siamo probabilmente tutti imprigionati, fosse così evoluto da non avere alcuna falla e da essere inattaccabile? Allora probabilmente saremmo tutti dentro una realtà simulata della quale non avremmo neppure alcuna percezione e consapevolezza.

Dare retta alle ipotesi che ci vedono tutti imprigionati in mondi simulati significa sostenere l'idea che viviamo in universi molteplici, alcuni più simulati di altri e senza alcuna possibilità di individuare quello che lo è meno, perchè percepito come fisico e reale.

La frequentazione dai vari universi possibili può portare a scegliere quelli virtuali e simulati come residenza definitiva, con l'obiettivo di realizzare aspirazioni come quelle della vita eterna e della felicità, due realtà da sempre associati al Paradiso Terrestre di biblica memoria.

Su Second Life i nostri Avatar potrebbero realmente vivere per sempre, anche dopo la nostra morte e quantomeno fino a quando il produttore della piattaforma non decidesse di spegnerla. Il nostro Avatar di Second Life continuerebbe ad avere un suo corpo proprio e a essere percepito, anche nella sua tridimensionalità e corporeità, dagli altri come entità reale e ancora vivente. Mentre il suo creatore e alter ego umano è passato a miglior vita, l'avatar virtuale potrebbe assumere il ruolo non-virtuale del corpo del suo creatore. Il contesto potrebbe essere percepito come artificiale, ma probabilmente tanto quanto lo è la vita in contesti reali come le città e altri contesti umani.

Il ruolo della Realtà Aumentata come veicolo per il multiverso futuro

Grazie alla Realtà Aumentata in pochi anni la nostra percezione della realtà sarà completamente diversa. Le molteplici Realtà Virtuali si mescoleranno seguendo il grande mescolamento che avverrà anche nella realtà fattuale grazie alla diffusione di macchine intelligenti e di robot, dalle varie forme e sempre più umanoidi e androidi. Tra cento anni può darsi che i confini tra le varie realtà saranno scomparsi e sarà quasi impossibile distinguere gli esseri umani da cyborg dalle fattezze umane e dall'elevata capacità di astrazione perchè dotati di reti neurali e di intelligenze artificiali funzionanti come quelle umane e capaci di apprendere.

Così come lo smartphone ha cambiato la realtà del personal computing, la Realtà Aumentata con le sue soluzioni che caratterizzeranno il 2017, diventerà lo strumento che ci trasporterà verso un nuovo mondo. Un universo fatto di realtà fisica e realtà virtuale, di mondi misti la cui facile esperienza aiuteranno la mente umana, già diventata molto tecnologica, a vivere le nuove realtà future come tutte reali.

E probabilmente anche senza l'ausilio di uno smartphone perchè tutta l'interazione con i nuovi mondi potrebbe passare attraverso l'uso di occhiali intelligenti alla Oculus, HMD con display così potenti, panoramici e coinvolgenti da illuderci di essere nel mondo reale.

E in futuro potrebbe anche venire meno la necessità di un display! Tutto potrebbe avvenire attraverso una mente estesa e dentro la sua esperienza del mondo, un unico grande Matrix, reso possibile e reale dalle tecnologie e che forse non tutti oggi potrebbero aspirare di sperimentare. Domani potrebbe essere una scelta o un lusso impraticabile per la incapacità reale a distinguere quello che oggi ci appare ancora come diverso perchè percepito come fisico e solido rispetto agli oggetti liquidi e artificiali delle realtà virtuali, correnti e che verranno!

 PS: Gli spunti per l'articolo tratti da scritti in Rete di David Chalmers

 

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