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I migliori film per tecnofili, tecnofobi, tecnoutopisti, tecnocatastrofisti, tecnoanarchici....[2]

I migliori film per tecnofili, tecnofobi, tecnoutopisti, tecnocatastrofisti, tecnoanarchici....[2]

07 Settembre 2014 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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A settembre 2014 Delos Digital pubblicherà il mio quinto libro sulla tecnologia dal titolo 'Nei labirinti della tecnologia'. E' un viaggio tra personaggi più o meno noti che hanno scritto molto sul ruolo della tecnologia nel modoificare la realtà che percepiamo e viviamo. Nel farlo si sono schierati su fronti diversi e si sono confrontati con argoementazioni che permettono di classificarli come tecnofili o tecnofobi. Il viaggio ha lambito anche il mondo del cinema che della tecnologia si è sempre interessato....

A settembre 2014 Delos Digital ha pubblicato il mio quinto libro che ha per tema la tecnologia: Nei labirinti della tecnologia.

Il titolo 'Nei labirinti della tecnologia' riassume un tentativo di categorizzare i numerosi appassionati e studiosi di tecnologia associandoli, in base ad una scelta dettata da semplici percezioni e letture dei loro lavori, a categorie come tecnofobi, tecnfili, tecnoapocalittici, tecnointegrati, tecnoitopisti, tecnoanarchici, tecnocritici, tecnoscettici, tecnorealisti, tecnoromantici. ecc.

Quella che segue è una breve anticipazione sul tema della filmografia e della fantascienza associata alla tecnologia. Il testo è stato suddiviso in più articoli [ Primo articolo - Terzo articolo ]


 

La comprensione del mondo tecnologico non passa obbligatoriamente attraverso le pagine difficili di un filosofo o massmediologo.

Altrettanta importanza assumono autori come William Gibson con libri di fantascienza come “Il Nuromante” e quelli che a esso sono seguiti ( ‘Giù nel cyberspazio’, ‘Monna Lisa cyberpunk’, ‘La notte che bruciammo Chrome’, ‘Cuori elettrici’).

La passione per la fantascienza di molti appassionati di tecnologia nasce ben prima di quella per la tecnologia stessa con la lettura di romanzi come ‘Ventimila leghe sotto il mare’ di Jules Verne, come  ‘La macchina del tempo’ di H.G. Wells. ‘Io Robot’ di Asimov, ‘Codice 4GH’ dello scrittore di fantascienza cyberpunk inglese John Brunner, ‘Le fontane del paradiso’ (1980) dello scrittore Arthur Clark, della fantastica ‘Trilogia di Marte’ (Red Mars, Green Mars, Blue Mars) di Kim Stanley Robinson, ‘L’era del diamante’ (1995) di Neal Stephenson, ‘Alla fine dell’arcobaleno’ di Vernor Vinge e di ‘Cyteen’ e ‘La lega dei mondi ribelli’ di C.J. Cherryh. Solo per citarne alcuni.

La letteratura e l’arte in genere si sono fatte carico da sempre di illustrare il lato oscuro della tecnologia e hanno contribuito da un lato a sottolineare l’importanza di un pensiero critico nei confronti dell'evoluzione tecnologia corrente, dall’altro ad alimentare nuovi timori, ansie e paure ma anche reazioni conflittuali e ideologie alternative. In tempi recenti hanno contribuito a questa riflessione film come The terminator, Wargames, Blade Runner, I Robot, la trilogia di Matrix, Dune e in particolare Avatar.

 

Ciò che accomuna opere diverse è un’avversione, più o meno marcata, nei confronti delle nuove tecnologie che trova espressione in storie  come:  Nirvana (1997) dell’italiano Gabriele Salvatores che invita a fuggire dal mondo tecnologico; Nemico pubblico (1998) di Coppola centrato sui pericoli associati al controllo tecnologico e che hanno anticipato lo scandalo NSA; The net (1995) un cyber-thriller un po’ paranoico con Sandra Bullock (uno dei pochi motivi per guardare il film) nei ruoli di una programmatrice che si ritrova con la vita rovinata dalle attività digitali di nemici non facilmente identificabili (nel 2005 è stato prodotto il sequel The Net 2); I segreti della mente (2010) che prende di mira le relazioni online e descrive la Rete come luogo di dannazione e perdizione, soprattutto per i più giovani; Il quinto potere (2013) film derivato dal libro Inside Wikileaks e incentrato sul rapporto tra Julian Assange, fondatore di Wikileaks e il suo portavoce Daniel Domescheit-Berg con l’obiettivo di evidenziare l’uso malato che della tecnologia fa il potere costituito; Il Tagliaerbe (1992) tratto dal racconto omonimo di Stephen King ma interpretato troppo liberamente per presentare in modo molto sbagliato la realtà virtuale come modo di alterare la mente e vivere vite alternative; Toys (1992) un fallimento al botteghino ma con una sceneggiatura interessante perché finalizzata a suggerire un collegamento tra i videogiochi di guerra (realtà virtuale) e l’addestramento di soldati reali per le guerre reali; Code 2600 (2011) un documentario sull’era Info-Teck che analizza l’impatto delle nuove tecnologie digitali sulla nostra abilità di rimanere umani e di proteggere la nostra privacy e sicurezza personale; Surrogates (2009) ambientato in un mondo futuro nel quale gli umani vivono in completo isolamento e comunicano solo attraverso dei robot macchine; Virus (1999) un film sugli alieni tecnologici e le loro numerose potenzialità di dominio sul genere umano.

Numerosi sono anche i film con trame nelle quali gli hacker hanno un ruolo fondamentale e che nello svolgersi della trama tendono a far emergere nuovi timori e scenari nei quali ogni aspetto della nostra vita risulta essere in qualche modo disvelata, penetrata, controllata e manipolata: Hackers (1995), Antitrust (2001), Sworfish (2001), Untraceable (2008), Eagle Eye (2008), Live Free or Die Hard (2007), Reboot (2012), Tron (1982) e Tron Legacy (un film del 2010 diretto da Joseph Kosinsk) , Avalon (2001), Gamer (2009) e molti altri

Eccone un elenco più o meno ragionato e sicuramente incompleto. Un elenco che comprende sia film di cassetta che quelli diventati veri e propri oggetti di culto per appassionati cinefili o semplici amanti della tecnologia, per persone annoiate ma in cerca di nuovi viaggi e esplorazioni e per maniaci della tecnologia e tecnoeuforici da sempre per la sua evoluzione e capacità innovativa.

Independence Day (1996)

Non un film tecnologico per definizione ma alcune sequenze del film hanno anticipato nella loro fantascientifica realtà l'attacco alle torri gemelle da parte dei terroristi di Bin Laden. Da ricordare è anche l'attacco hacker alla nave aliena con l'obiettivo di mettere in gioco un virus capace di cambiare le sorti del conflitto e dell'umanità.

La trama è stata rivisitata mille volte nella storia dei film hollywoodiani. La terra si trova ad affrontare una invasione aliena e deve fare ricorso a tutte le energie e risorse creative degli umani per difendersi dal disastro total e per evitare la sparizione del genere umano dal piante terra o la sua archiazione. Le scene del film sono spettacolari così come gli effetti tecnologici applicati che rendono gli alieni una realtà incombente sugli spazi scelti per raccontare la storia e anche molto reali.

Gli extraterrestri si vedono poco ma quando si fanno notare evidenziano tutta la loro aggressività e potenza tecnologica. Hanno le sembianze delle locuste ma strumenti per muoversi e aggredire che sembrano creati nei laboratori bellici della terra e che vengono sperimentati in molte delle guerre non convenzionai combattute oggi per portare la pace in alcune zone del pianeta. 

Skyfall (2012)

Il film è recente ma la storia è arcinota a tutti gli estimatori e ai fan di 007. James Bond, in versione Daniel Craig, alla sua terza interpretazione del celebre agente segreto. Skyfall è il 23° della serie James Bond ed è stato diretto da Sam Mendes. Un film che riporta al James Bond classico di un tempo, quello di Casino Royale

La componente tecnologica di partenza è un hard disk contenente le identità degli agenti NATO infiltrati nelle maggiori organizzazioni terroristiche e criminali mondiali.Quando questi vengono rubati dal cattivo Patrice, James Bond si lancia all'inseguimento ma ne ricava una ferita che lo mette fuori gara per lungo tempo prendendosi un meritato riposo a Istanbul sempre circondato da splendide fanciulle bionde. Quando scopre che la sede del servizio segreto di cui fa parte è stata oggetto di un attacco terroristico decide di tornare in servizio attivo per mettersi alla caccia del ladro dell'hard disk.

Non è un film tecnologico in senso stretto ma quando lo specialista illustra a Bond i nuovi prodotti tecnologici in dotazione offre un panorama dello stato dell'arte della tecnologia che neppure un film tecnologico come Iron Man è in grado di mostrare. 

 

Antitrust (2001)

Il film, diretto da Peter Howitt, è uscito in Italia con il titolo (S.Y.N.A.P.S.E. - Pericolo in rete) nel 2001 e ha visto sulla scena come protagonista e star Ryan Philippe.

La trama racconta la storia di due amici che appena laureati vendono coinvolti, per lavorare su un suo progetto, da un magnate a capo di una multinazionale che controlla strettamente il mercato del software internazionale, violando probabilmente le leggi dell'antitrust americano.

Il progetto si chiama S.Y.N.A.P.S.E. ed è un sistema di broadcasting satellitare che deve arrivare velocemente sul mercato per anticipare la concorrenza. I due ragazzi e amici di fronte alla proposta del magnate si dividono. mentre Milo andrà a lavorare al progetto S.Y.N.A.P.S.E., Teddy fonderà la sua azienda personale. Mentre Milo comincia ad interrogarsi sui misteri che si celano dietro il progetto a cui sta lavorando e al software sorgente utilizzato, l'amico Teddy viene ucciso, apparentemente da balordi.

Il lavoro investigativo di Milo lo porta a scoprire che il software sorgente della multinazionale è rubato a centinaia di programmatori monitorati e tenuti sotto controllo in giro per il mondo. Milo scopre anche che i programmatori che hanno raggiunto risultati che potrebbero impensierire la multinazionale sono stati uccisi. Scoperta la centrale di controllo in azienda, Milo si trova completamente solo perchè anche la fidanzata on realtà è una persona pagata per spiarlo. Riesce a visionare i nastri ripresi da una telecamera installata nella casa dell'amico Teddy all'interno della centrale di controllo. La sua decisione finale sarà di contribuire a portare a termine il progetto per poi renderlo noto a tutto il mondo, pubblicando i sorgenti su Internet,  unitamente ai crimini della multinazionale.

Il film non è tra quelli più famosi ma è ben fatto e riesce ad illustrare molto bene il ruolo che nel mondo tecnologico possono giocare personaggi singoli o multinazionali e la lotta che l'organismo dell'Antitrust è costretta a combattere quotidianamente. Nel film non ci sono approfondimenti particolari, la storia è semplice così come lo sono i personaggi. Ciò che conta è ciò che emerge sulle possibilità di controllo della rete e sul potere che pochi produttori sono in grado di acquisire grazie al loro controllo, a volte monopolistico, sul software e della Rete. Il cattivo del film a capo della multinazionale è forse troppo cattivo e poco verosimile se rapportato ai 'cattivi' che conosciamo grazie ai media e alle loro attività. La criminalizzazione del cattivo è però voluta, come metafora dei limiti raggiungibili (il grande fratello) ma anche delle azioni che possono essere messe in campo a difesa del singolo e del suo lavoro e della libertà di mercato. 

Swordfish (2001)

In iatliano 'Codice Swordfish' è un film sul terrorismo internazionale che vede come protagonista il divo John Travolta nei panni di Gabriel, un agente segreto che agisce fuori dai limiti della legalità, per infiltrarsi in un sistema informatico e rubare soldi da un fondo che ufficialmente non esiste, utilizzato per la corruzione di funzionari pubblici.

Per riuscire nella sua impresa Gabriel ingaggia Stanley Jobson, il miglior hacker del mondo, e che si trova in libertà vigilata per le sue attività precedenti di hacker. Con la prospettiva di guadagnare 10 milioni di dollari e la possibilità di avere dal tribunale l'affidamento della figlia Stanley si mette all'opera ma scoprirà ben presto che con Gabriel l'inganno e il depistaggio sono una costante, e niente è ciò che sembra.

 

Fonte: www.slantmagazine.com

Di tecnologico in Sworfish ci sono i numerosi computer e soprattutto software usati dal cattivo Gabriel (con molte similitudini ai tanti Drakula che hanno popolato il mondo del cinema) e dal geniale Stanley (Hugh Jackman) ma anche una fantastica automobile d'epoca di produzione inglese, la TVR Tusca.

Un film d'azione ricco di flashback e  ritorni al presente più o meno convincenti e con un finale abbastanza ridicolo, ricco di effetti pirotecnici dovuti alle molte esplosioni che ne accompagnano la trama. Un noir capace di divertire e di intrattenere che avrebbe potuto trovare strade più intelligenti ma che sì è fermato agli effetti speciali e alla capacità di gigioneggiare del sempre meno in forma fisica John Travolta.

Parlando di filmografia e tecnologia, Sworfish deve essere menzionato perchè uno dei numerosi film che parlano di attività criminali online attraverso l'uso della rete e delle tecnologie.  Gli effetti speciali, ottenuti attraverso tecnologie digitali, sono eccezionali ma la componente strettamente legata al mondo degli 'hacker' è trattata in modo superficiale e poco convincente. Il setup dei computer, la grafica illustrata, l'audio, tutto appare verosimile ma nella realtà chiunque conosca in profondità come funzionano computer, crittografia dei dati, attività di hackeraggio ecc. troverà in Swordfish numerosi errori madornali e molte cose inverosimili. E' come se per la fretta realizzativa il regista e lo scenografo avessero deciso di eliminare qualsiasi tipo di consulenza con hacker reali da cui trarre utili consigli per il set.

Il film è violento e per palati forti ma la violenza è ostentata  e poco realista. Il protagonista impersonato da Travolta è credibile ma le sue finalità e le motivazioni delle sue azioni lo sono meno.

Di sicuro è inutile andare a vedere il film nella speranza di apprendere da Stanley e dagli altri protagonisti come fare a condurre un attacco in Rete per impossessarsi di denaro altrui o accedere in modo fraudolento ai database di una banca. 

 

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