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Non simulare virtualmente il viaggio ma fai la valigia e parti

Non simulare virtualmente il viaggio ma fai la valigia e parti

02 Febbraio 2018 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Oggi chi ha un pò di soldi viaggia con Ryanair e Easyjet ma soprattutto affidandosi alle scelte di Booking.com, Tripadvisor e Trivago. Chi non ne ha viaggia senza limiti di tempo con la fantasia, nei territori vasti e senza confini della Rete e dei propri sogni.

Tutti dedicano alla simulazione del viaggiare molto più tempo di quanto dovrebbero. Così facendo finiscono per pensare di avere già visitato tutto il pianeta e di non avere alcuna motivazione reale per viaggiare realmente, da un luogo all'altro, lungo percorsi decisi al momento, con destinazioni diverse e molte eventuali ripartenze.  Anche senza l'ausilio di un GPS, consapevoli del rischio di perdersi "into the wild" e desiderosi di costruirsi i propri sentieri e percorsi semplicemente viaggiando e dando forma alle distanze coperte con il loro viaggiare.

Oggi i sentieri, le distanze e i percorsi sono quelli suggeriti da Google Maps e Michelin, le destinazioni sono quelle delle APP per smartphone e tablet che sanno perfettamente come portare a destinazione ma anche come far perdere ogni cognizione di dove ci si trovi (in Vallecamonica esiste un paesino di alta montagna di nome Garda che vede frequentemente arrivare nella sua minuscola piazzetta macchine e suv con agganciati fuoribordo diretti al Lago di Garda e gli esempi potrebbero continuare). Impegnati nel viaggio virtuale online ci si è dimenticati dei molti modi di viaggiare alternativi. Ad esempio quello della lettura e della letteratura, facendosi guidare da autori che sul viaggio hanno costruito la loro fama, da Omero, Virgilio, Dante e Calvino fino a Kerouak, Chatwin, Terzani, Adams, Rumiz e Kapuściński, del pellegrinaggio, dell'esplorazione, del cammino, del viaggio interiore. 

Il viaggio può essere oggi simulato in Internet ma anche nelle molte realtà virtuali disponibili attraverso strumenti tecnologici indossabili come caschi per la Realtà Virtuale, Oculus Rift e Google Glass. Tutte queste simulazioni danno la percezione della partenza, del viaggiare e dell'arrivo ma solo per essersi trasformati, come naviganti della Rete, in profili digitali,  gestibili attraverso algoritmi e perfettamente assimilabili ai panorami virtuali delle realtà virtuali entro le quali si muovono. Viaggio e viaggio virtuale condividono anche le motivazioni della curiosità e del godimento del mettersi in viaggio, sia in modo volontario sia precario, sia per destinazioni lontane sia per quelle più vicine. 

A essere diverse però sono le caratteristiche del viaggio. Quando si parte per un viaggio ci si distacca da un luogo così come da sé stessi, se il viaggio è interiore, per andare all'avventura e all'esplorazione dell'ignoto, si chiude un'esperienza e se ne inizia un'altra, anche se temporanea e limitata nel tempo. Il ritorno è la testimonianza dell'aver viaggiato, sia per essere ritornati nel luogo da cui si era partiti, sia per essersi portati appresso esperienze, incontri e ricordi indelebeli che creeranno nel tempo narrazioni, nostalgie e tanta voglia di ripartire. In mezzo, tra la partenza e il ritorno, c'è il percorso che si è compiuto, di tipo temporale ma anche spaziale, il movimento e lo spostamento attraverso mezzi di trasporto reali. 

Chi naviga online e viaggia attraverso il suo spazio virtuale può vivere all'infinito le esperienze legate alla partenza e al ritorno ma solo per immagini, mappe digitali (seppure più articolate e arricchite dalle bandierine del GPS, anch'esse non sono che mappe). È un viaggio senza percorso e senza copertura di distanze, senza tempo e tutto vissuto nell'attimo fuggente del tempo della realtà Virtuale o di quello passato online. È un viaggio nel quale ci si può muovere in ogni direzione ma senza fotografie e senza ricordi da rimpiangere con nostalgia o da raccontare e condividere con altri. È un viaggio nel quale difficilmente il viaggiatore si perde e raramente arriva alla meta. Il viaggio virtuale quasi mai ha un punto di arrivo definitivo, ma sempre è un punto di partenza per qualche altro posto diverso. Il viaggio virtuale rimane un'esperienza abitudinaria, ripetitiva, determinata e legata al tempo passato online così come abitudinario e ripetitivo il viaggio che ogni pendolare fa da casa all'ufficio. 

Entrambe le tipologie di viaggio vanno sperimentate ma fare le valigie e partire ragala ancora oggi un'esperienza irripetibile, visiva, uditiva, olfattiva, coinvolgente ed emotiva.

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