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La forza dell'abitudine, il conservatorismo delle idee e la realtà dei dati

La forza dell'abitudine, il conservatorismo delle idee e la realtà dei dati

09 Ottobre 2014 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Il titolo può ingannare, la riflessione è semplice e quasi ovvia. Il tema è come vengono spesi i budget marketing delle aziende. L'interrogativo è sulla forza di miti e credenze legate ad attività di comunicazione tradizionali, sulla dificoltà a cambiare e sulla indisponibilità a fare i conti con la realtà. Eppure i dati da analizzare ci sono e servirebbero a misurare gli effetti, i risultati, le opportunità marketing e commerciali e le vendite generate.

Per contattare SoloTablet e chiedere informazioni sulla nostra proposta commerciale potete scriverci a . Per collaborare con noi scrivete a questa email. Per farvi intervistare usate questo link. TORNATE A VISITARCI!


In tre anni di vita SoloTablet ha incontrato centinaia di aziende e interagito con moltissime persone, nel loro ruolo aziendale di sviluppatori, responsabili marketing e comunicazione, piccoli imprenditori e liberi professionisti.

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Da questi incontri e interlocuzioni SoloTablet ha acquisito numerose conoscenze sul mercato tecnologico (non solo Mobile e non solo IT), ha verificato sul campo l'elevata capacità creativa italiana, la numerosità delle persone coinvolte e che investono in tecnologia, l'entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco dei giovani con startup tecnologiche, la grande attenzione e l'elevato interesse degli insegnanti verso le nuove tecnologie per il loro impatto forte sulla didattica e il loro ruolo come strumento per cambiare la scuola.

Le note positive vanno completate con le percezioni e le numerose esperienze avute. Le une e le altre permettono di evidenziare quellle che secondo SoloTablet sono le note dolenti e le difficoltà che molti operatori del mercato oggi incontrano per promuovere e rendere visibili i loro prodotti e per acquisire nuovi clienti e percentuali di mercato. Elementi negativi che a volte impediscono di avere successo, limitano un progresso più rapido e una evoluzione reale del mercato tecnologico, in particolare di quello Mobile.

Quando parliamo di operatori ci riferiamo ad aziende, piccole e/o media, che producono applicazioni (native, web, ibride), singoli sviluppatori, responsabili e direttori marketing che definiscono approcci, strategie e iniziative promozionali e comunicazionali, agenzie e/o liberi professionisti che operano in ambito marketing e comunicazione, aziende italiane che producono soluzioni tecnologiche.

Perception is reality? Il Marketing tradizionale è morto, obsoleto, superato!

Dal nostro osservatorio online, rappresentato da un portale con migliaia di visitatori giornalieri e numerose email inviate alle mailbox di SoloTablet abbiamo maturato alcune convinzioni o letture della realtà che vogliamo condividere con l'obiettivo di vederle contraddette o falsificate e di creare una interlocuzione con chi collabora con SoloTablet o potrebbe/vorrebbe farlo in futuro:

  • Molte società che sviluppano software ma anche singoli sviluppatori si concentrano sulla implementazione dell'applicazione e sullo sviluppo del codice posticipando nel tempo tre attività che dovrebbero andare quantomeno in parallelo o giustificare l'eventuale investimento di risorse e sviluppo:
        • (1) l'analisi dei bisogni e delle 'compelling reasons to buy' della clientela potenziale e
        • (2) il piano marketing e comunicazionale per creare awareness e promuovere l'applicazione
        • (3) la costruzione di una relazione con il cliente e di un suo LTV (Life Time Value) in termini di fedeltà e fidelizzazione

"Viviamo un'epoca di grandi chiacchiere. L'uso sistematico di parole di cui non si domina il significato, l'utilizzo meccanico di frasi fatte, [di copia e incolla], è proprio della magia. E il potere dei media, capaci di imporle e diffonderne l'uso su tutto il pianeta in pochi giorni, è terrificante." - Marc Augè

    • La maggior parte dei budget per la comunicazione viene spesa per attività tradizionali come comunicati stampa, redazionali o interviste sulle poche riviste tecnologiche rimaste, eventi, webinar sui prodotti, newsletter, ecc.
    • Si dà grande enfasi ai canali social, Facebook, Linkedin e Twitter in primis perché si pensa che siano i canali più frequentati e congeniali per veicolare messaggi marketing e di prodotto
    • Si investono denari in attività promozionali su Google senza tenere conto della realtà della ricerca online odierna
    • Si fa grande fatica a costruire narrazioni e racconti capaci di interessare per la validità dei loro contenuti e per essere state pensate per fornire a chi legge del valore aggiunto
    • Non si presta attenzione ai comportamenti emergenti di consumatori e naviganti della rete nella loro ricerca di informazioni e processi decisionali di acquisto
    • Si ha paura di cambiare abitudini, approcci, modelli, metodologie, agenzie, collaborazioni, mentalità e così facendo si rimane indietro e sempre impreparati al cambiamento futuro che avverrà

    Semplici percezioni o nuove realtà emergenti di cui prendere atto?

    SoloTablet non ha un accesso privilegiato alla verità.

    Quelle elencate sono semplici percezioni (punti di vista sulla realtà) e come tali possono essere sbagliate, così come possono essere errate le considerazione che seguono e che vengono condivise per provocare e attivare un confronto aperto con quanti come noi hanno sviluppato un progetto editoriale web come SoloTablet.

    Per fare un esempio delle molteplici realtà esistenti, proviamo ad immaginare se un marziano atterrasse sulla terra oggi e leggesse quanto pubblicato dai media. Probabilmente avrebbe l'impressione che  il successo di un prodotto o di una idea sia determinato dai social network e/o da Google e relative pratiche di SEO e di pubblicità tradizionale online.

    Chi si occupa di marketing sa, al contrario, che questa percezione è sbagliata e consiglierebbe all'alieno curioso di guardare i dati, i fatti e le statistiche da essi generate.

    I dati dicono una cosa ovvia e che conosciamo anche noi di SoloTablet: l'80% del traffico web è generato dal motore di ricerca e da persone che utilizzano parole chiave, frasi, domande e altro per trovare informazioni utili a produrre maggiore conoscenza e nuove conoscenze.

    La rete è un reticolo di luoghi e spazi virtuali fatti di incontri causali e viaggi solitari ma anche di percorsi fatti insieme ad altri collaborando e condividendo le proprie esperienze e pensieri, di reti sociali ma anche di gruppi, comunità (di pratica e di conoscenza) e tribù, di fenomeni nascosti che mobilitano milioni di persone e di fenomeni emergenti capaci di creare situazioni da 'massa e potere' (Elias Canetti) o 'smart mobs' (Howard Rheingold) istantanei.

    Abitare la rete non significa semplicemente navigarla e percorrrerla in lungo e in largo ma abitarla, frequentarla con assiduità, costruire occasioni di incontro e sviluppare relazioni e collaborazioni.

    La forza dell'abitudine e la potenza dei dati e dei fatti

    Se la percezione è quella giusta nasce spontanea una semplice domanda: perché molti uffici marketing e aziende continuano a credere a ciò che viene quotidianamente diffuso dai media e non prestano maggiore attenzione alla osservazione dei comportamenti dei consumatori e dei clienti?

    La risposta è difficile da dare.

    La nostra percezione è che, nella situazione di crisi attuale, molte attività marketing siano dettate dalla limitatezza o assenza di budget e dalla scelta casuale di canali su cui fare semplici esperimenti nel breve, medio periodo. Si investe in SEO, sui social media, nelle classiche agenzie di comunicazione, in eventi, in webinar e video, in APP e siti web.

    Quello che emerge è in genere, con alcune rare e positive eccezioni, una difficoltà a raccontare una marca e i suoi marchi, a coinvolgere i potenziali clienti e le audience target con narrazioni accattivanti e interessanti perché rispondenti a bisogni reali e capaci di fornire valore aggiunto. E' una difficoltà che nasce forse dalla 'liquidità' (nel significato dato a questa parola dal sociologo Bauman) di molte aziende, dalla inesistenza di un ufficio marketing o dal suo ruolo limitato in azienda, dalla volatilità delle persone che vi lavorano, sempre più precarie, assunte a tempo determinato e sempre meno motivate a investire professionalmente e personalmente nell'azienda. E' una difficoltà che nasce dalla facile accettazione del senso comune dominante e della percezione diffusa sul ruolo delle nuove tecnologie nel mercato, ma anche da abitudini consolidate nel tempo che hanno portato a collaborazioni che durano da anni e che non si vogliono cambiare.

    "Essere contemporanei significa porre l'accento su quanto, nel presente, delinea qualcosa del futuro. - Michel Leris

    Di fronte a queste difficoltà molte reazioni sono quelle di soprassedere, fare finta di niente, rinviare scelte dolorose al domani e nascondere la testa nella sabbia (nelle nuvole sarebbe già un passo avanti). Si sceglie di non scegliere perché si ha paura di ciò che è sconosciuto e delle sorprese che il futuro può riservare (tipico di chi non vuole vedere il nuovo che avanza e non sa analizzarne gli effetti), perché non c'è condivisione dei rischi e fiducia nei collaboratori (chi decide e strategie aziendali?), perché si teme di perdere ruolo, autorità e posto di lavoroperché si pensa che i tempi non siano ancora quelli giusti e infine perché non si è dotati (in politica si direbbe che Alfano non ha il Quid, soprattutto dopo la piccineria sulla registrazione delle nozze gay) di ciò che serve per attivare il cambiamento.

    Vincere queste paure non è semplice, non è da tutti, ma si può fare. Provarci significa praticare la propria libertà come capacità di riconoscere il vero e di volerlo (ce lo ha insegnato Spinoza) che porta a fare chiarezza intellettuale e a determinare la volontà ad agire. Uscire dalle proprie paure significa saper trarre vantaggio della situazione di crisi (di derivazione greca κρίσις, significa separare ma anche scegliere,  “capacità di giudizio”, “discernimento”, “interpretazione”)  prendere coscienza che qualcosa è cambiato e agire di conseguenza, Per parafrasare l'antropologo Marc Augè, il tempo che vivremo non sta di fronte a noi come un contenitore vuoto, una promessa o una minaccia.

    Più del presente è il futuro il tempo della concretezza, basta realizzarlo sottraendole alle nostre proiezioni, percezioni e paure fuorvianti.

    Eppure cambiare si può, cambiare si deve!

    Senza cedere alla retorica corrente sul cambiamento per non fare alcun tipo di discorso politico, cambiare significa prendere atto (scartiamo la parola analisi che prevede un soggetto e un oggetto esterno da analizzare)  delle trasformazioni già avvenute e dare forma a nuove idee capaci di soddisfare nuovi bisogni emergenti e favorire nuovi comportamenti alla ricerca di sbocchi e nuove opportunità.

    Operativamente lo si può fare prendendo atto di alcune cose semplici e delle quali siamo tutti più o meno convinti:

    • I siti web vetrina non servono più a niente, ancora meno servono se realizzati con logiche di visualizzazione dei dati superate e non adattabili (web responsive) ai display dei molteplici dispositivi usati per accedere alla Rete
    • Disporre di account sui social network ma non avere persone capaci di usarli per movimentare e rendere interessanti le pagine aziendali o di prodotto è una perdita di tempo
    • Insistere nell'invio di comunicati stampa che nessuno apre più e neppure legge e che persino Google penalizza se pubblicati, significa buttare tempo, risorse  e denari
    • Allocare budget per promozioni social con l'obiettivo di raccogliere migliaia di LIKE serve solo se, al termine della promozione, le persone con cui si è interagito hanno acquistato qualcosa o hanno iniziato a frequentare con assiduità le pagine social dell'azienda o del marchio
    Sugli argomenti trattati in questo articolo suggeriamo anche:
    • Iniziative di comunicazione spot e limitate nel tempo non producono risultati concreti e finiscono per disorientare e creare aspettative non soddisfatte
    • La newsletter è una buona idea ma bisogna operare in modo che venga aperta e letta. Le newsletter sono così numerose da finire, nella maggior parte, nel cestino o nella cartella dello SPAM
    • Le attività promozionali su Google di tipo PPC sono diventate meno rilevanti e meno capaci di trasformarsi in risultati concreti
    • Le attività SEO continuano ad essere le migliori in termini di generazione di opportunità (lead) ma non sono sufficienti e andrebbero sempre valutate in termini di ROI e risultati concreti e tangibili.
    • Attività marketing e promozionali spot non sono più sufficienti se l'obiettivo è la fedeltà e la fidelizzazione della clientela
    • Gli eventi sono costosi, spesso poco partecipati e poco redditizi
    • E' sempre più urgente acculturarsi, dotarsi di antenne capaci di percepire i cambiamenti in atto e le tendenza emergenti, elaborare pensiero critico, sperimentare e innovare (anche nel senso dato al termine da Shumpeter, atto creativo e fatto sociale).
    • E' diventato fondamentale ragionare in termini marketing a partire dall'ottica del cliente e del consumatore. Lo hanno spiegato per anni i nostri guru marketing come Francesco Morace e il compianto Giampaolo Fabris. Entrambi poco ascoltati, almeno nelle piccole e medie aziende.

      Il cambiamento passa dal prendere atto che la realtà è mutata e diventare attore del cambiamento

      Essere coscienti della inutilità o insufficienza di un approccio o di una attività non porta automaticamente a cambiare strada e a perseguire approcci diversi. Eppure le strade nuove esistono, sono numerose, percorribili anche da chi ha budget ridotti e possono dare risultati nel breve, medio e lungo periodo.

      Potrebbe essere sufficiente prendere in considerazione quanto segue:

      • L'accesso alla informazione avviene sempre più online e in Internet. Viene perseguito attraverso la ricerca organica (organic search) con un motore di ricerca. Una tipologia di ricerca che determina l'80% degli accessi online. La ricerca organica è diventata uno dei canali più importanti in termini di conversione della visita in opportunità commerciali.
      • La ricerca organica è 5 volte più importante e produttiva di tutti i social network combinati insieme (chi è interessato può trovare online numerosi grafici e studi in merito) e genera una migliore penetrazione di mercato
      • Scegliere la ricerca organica non è semplice, richiede una visione olistica (anche il SEO) finalizzata a costruire nel tempo relazioni di collaborazione durature con clienti fedeli da fidelizzare e con potenziali clienti da acquisire e rendere fedeli.
      • L'incontro, la relazione, la collaborazione (tra persone, tra consumatori e marche, tra clienti e aziende) richiedono la capacità di dare forma alla interazione attraverso il dialogo, il confronto e la conversazione. Il dialogo non può costruirsi sul niente, sul vuoto e nel nulla. Bisogna inventarsi delle forme e dei contenitori ma soprattutto riempirli di contenuti, racconti, emozioni, valori, di grandi narrazioni, di nuovi miti, visioni e utopie.
      • Abbandonare l'approccio tradizionale fatto di segmentazione del mercato  e ragionare in termini di categorie generazionali e loro specificità ma anche comportamenti, gusti e modi di pensare trasversali e condivisi. Puntare sulla personalizzazione della comunicazione e il marketing one-to-one, accogliendo e usando i dati utili a definire profili identitari, preferenze e stili di vita. Per raccogliere i dati predisporre spazi ah hoc e fare in modo che vengano visitati, abitati e partecipati.

       

        Alcune considerazioni finali

        Se il maggior numero di visite a uno spazio web deriva da ricerche organiche il lavoro da fare sembra essere semplice: farsi trovare, al di là delle mode del momento o proprio grazie ad esse, generando 'dati', 'informazioni', 'conoscenze' capaci di guidare le attività marketing, rendere visibile un brand e i suoi marchi, condividere valori e significati e costruire relazioni durature con la clientela e il consumatore.

        App Marketing: lo sviluppo non è che l'inizio - un e-book di Carlo Mazzucchelli - rivolto a giovani startupper con grandi idee e pochi budget, a singoli sviluppatori molto tecnici e poco commerciali, a piccole aziende senza uffici marketing e dipendenti da agenzie esterne per le loro attività marketing, comunicazionali e promozionali, a giovani esperti di marketing impegnati sul mercato Mobile e a singoli professionisti alla ricerca di opportunità di business e lavorative in un mercato tecnologico in continua evoluzione.

        La difficoltà nasce da ciò che bisogna fare: generare continuamanete 'dati e informazioni', costruire narrazioni, creare nuovi racconti, elaborare pensieri, favorire la conversazione e il dialogo, provocare curiosità e interesse, favorire il senso di appartenenza alla tribù, alla comunità e alle reti sociali, allocare i budget necessari, affidarsi a collaboratori dotati di profondità di pensiero, conoscenze ma anche abilità nella scrittura e disponibili a socializzare.

        Creata l'occasione di incontro si può personalizzare la comunicazione e la relazione,  coltivando la prima e la seconda con sempre nuovi racconti, contenuti, novità, conoscenze e permettendo nuove ed emozionanti 'customer experience'.

        I contenuti da creare devono servire a dare forma o a consolidare stili di vita e occasioni fruitive, occasionali o continuative nel tempo, devono produrre esperienze di valore e diventare attrattori per la loro capacità di condividere conoscenza ma anche di creare interesse e emozioni, devono rivelare nuove occasioni d'uso di un prodotto o di un servizio e prospettare nuovi avvenire come realizzazioni di futuri che verranno.

        In un mercato sempre più competitivo e globale vince chi sa cogliere gli stili di vita emergenti  ma anche i cambiamenti cognitivi che portano i consumatori (le persone) ad avere 'stili mentali' e modi di pensare diversi. Soddisfare gli uni e gli altri significa fornire risposte concrete, in termini di comunicazione e marketing e di prodotto (marchio), al narcisismo e all'esigenza di distinguersi che caratterizza molti comportamenti di consumo attuale.

        Bisogna puntare  al marketing generazionale, alla specializzazione tematica, fare attenzione alle mode e alle tecnologie che sono al centro di molte delle esperienze di consumo, costruire nuove terminologie, codici e linguaggi, e saper ascoltare, ascoltare, ascoltare.

         

        Perché collaborare con SoloTablet

        Per quanti sono impegnati nella realizzazione di nuove applicazioni mobili SoloTablet mette a disposizione un archivio di contenuti importanti e tematici creati in tre anni di attività. Sono contenuti prevalentemente costruiti sui temi del mercato delle soluzioni Mobile ma anche su tematiche collaterali come la tecnologia e l'innovazione, il marketing e la comunicazione, la scuola e la didattica, arte, filosofia, psicologia e letteratura.

        "La credibilità sostituisce la visibilità come parametro di giudizio del valore: la durata, il racconto biografico e la trasparenza dei processi contribuiscono a costruire la credibilità nell'attività produttiva e la soddisfazione nell'esperienza del consumo. [...] Per condividere è necessario essere credibili. " - Francesco Morace

        Il nostro portale è da sempre aperto ad aziende e liberi professionisti interessati a promuovere il loro profilo e le loro applicazioni e abbiamo raccontato le loro attività attraverso centinaia di interviste.

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