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Siamo in una gabbia di vetro, parola di Nicholas Carr

Siamo in una gabbia di vetro, parola di Nicholas Carr

18 Maggio 2015 Carlo Mazzucchelli
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Nel 2015 è uscito in libreria in lingua italiana La gabbia di vetro, l'ultimo libro di Nicholas Carr, uno studioso che da tempo esplora il lato oscuro della tecnologia mettendo in guardia contro la sua eccessiva pervasività e voglia di potere. Le macchine sono diventate indispensabili e hanno portato all'automazione di infiniti processi umani ma ci stanno anche rubando qualcosa di essenziale, come la gratificazione di portare a termine un lavoro complicato nel mondo reale. Così quando lo strumento tecnologico non funziona, siamo tutti in grave difficoltà! Rassicurati dal supporto di macchine tecnologiche e intelligenti sempre più efficienti, finiamo per rinunciare a sviluppare competenze cruciali in vari ambiti e a coltivare la nostra stessa schiavitù e dipendenza.

Nel 2010 nel suo libro The Shallows, Carr analizzava quello che Internet ha prodotto nel nostro cervello. Il nuovo libro di Niholas Carr è al tempo stesso una celebrazione del potere della tecnologia e una messa in guardia contro il suo potere crescente e eccessivo. Con il titolo  La gabbia di vetro - Prigionieri dell'utomazione Nicholas Carr ha prodotto un nuovo lavoro capace di cambiare il modo con cui oggi si pensa alla tecnologia, suggerendo nuovi spunti per una riflessione critica, diventata per l'autore ancora più necessaria.

Il libro è un viaggio attraverso le novità tecnologiche in ambito di robotizzazione delle fabbriche, di macchine con guida automatica o senza aurista, di computer indossabili e medicine digitali, un viaggio fatto per evidenziare i costi nascosti della nostra crescente disponibilità ad affidarci alla tecnologia e ad affidare ad essa molte delle nostre attività lavorative e professionali. Lo scopo del viaggio è di dimostrare che tra i molti vantaggi e benefici elargiti dalla tecnologia si nascondano costi nascosti ed effetti collaterali che andrebbero meglio valutati, monitorati e misurati. Le tecnologie ci stanno rubando qualcosa d'essenziale del nostro essere umani e lo fanno a nostra insaputa o grazie alla nostra elevata incoscienza.

L'automazione è sotto gli occhi di tutti. Basti considerare quanto abbia cambiato alcuni settori produttivi e sociali come la produzione di aerei capaci di prendere decisioni in aiuto o al posto del pilota in base ad algortimi e calcoli computazionali. Basti pensare a quanta strada abbia fatto la robotizzazione nelle fabbriche e quanti posti di lavoro oggi stiano scomparendo per lasciare spazio a macchine intelligenti, sistemi di automazione e robot.

Con riferimenti alla psicologia e alla neurologia Nicholas Carr racconta quanta parte della nostra felicità e soddisfazione quotidiana sia frutto della nostra capacità di portare a termine delle attività nel mondo reale e quanto al contrario l'affidarsi alla tecnologia e ai suoi irresistibili schermi crei scontentezza e passività.

Il libro esplora l'intero percorso dell'automazione, dalle manifatture tessili dell'ottocento alla miniere di carbone fino a quelle digitali moderne, per evidenziarne l'impatto e offrendone un’analisi da una prospettiva umana, pre-tecnologica, nell'intento di esaminare le conseguenze individuali, sociali ed economiche della crescente dipendenza dalle macchine e dai computer. Nel portare a termine la sua analisi Carr cita poeti e filosofi, storici e scienziati, economisti come Adam Smith e molti pensatori moderni che da tempo suggeriscono una riflessione critica sul modo di usare la tecnologica con l'obiettivo di espandere l'esperienza umana, invece di subirne gli efftti negativi.

Diventando sempre più dipendenti dalla tecnologia stiamo disarmando noi stessi rimuovendoci dal mondo reale, vivendo attraverso schermi, interagendo attraverso interfacce tecnologiche (parliamo di più con Siri o Cortana che con le persone a fianco) e perdendo l'esperienza e il senso di attività che ci rendono umani. Persino la ricerca in Google non richiede più la scrittura completa di una domanda. Sono sufficienti pochi caratteri e il motore di ricerca di Google si fa carico di comporre per noi frasi complete e di dare forma ai nostri pensieri traducendoli in una domanda.

Nonostante l'analisi di Carr evidenzi molti effetti deleteri della tecnologia, la sua visione non è anti-tecnologica ma finalizzata a mettere in guardia da un mondo dominato dalla tecnologia. Un mondo nel quale le relazioni umane sono governate e determinate dalla pervasività e potenza degli algoritmi e nel quale l'amicizia è diventato più un fattore consumistico che umano. Carr rifiuta di farsi sedurre dalla tecnologia e rivendica un pensiero critico, autonomo, indipendente per evitare il facile e diffuso ottimismo fatto di troppa accondiscendenza al pensiero unico dominante e da scarso senso di responsabilità. E' una accondiscendenza che può diventare pericolosa se si considera il peso e il ruolo che i numerosi guru dell'era tecnologica stanno acquisendo anche in termini politici e di governo del mondo.

Al termine della lettura ciò che rimane al lettore è nuova conoscenza sulla evoluzione tecnologica, sullala sua storia e i suoi effetti ma anche un lungo elenco di domande, alle quali forse sarebbe meglio interrogarsi per cominciare a darsi delle risposte. Domande di tipo filosofico ed etico che vanno rivolte ai produtori e a chi oggi è impegnato nella creazione di nuove tecnologie e nuova automazione ma anche a sè stessi allo scopo di comprendere meglio cosa sta succedendo e cosa sia possibile fare.

Le risposte fornite da Carr possono fornire numerosi spunti di riflessione per risposte individuali che potrebbero portare a rapportarsi alla tecnologia in modi nuovi.

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