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Tablet paradigma di una rivoluzione tecnologica

Tablet paradigma di una rivoluzione tecnologica

29 Marzo 2012 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Una riflessione nata da un laboratorio sul tablet di cui sono stato animatore in OMAT, l'evento sui contenuti digitali. Opinioni diverse e condivise sul ruolo del tablet come strumento abilitatore del cambiamento e dell'innovazione. Non solo Apple e non solo soluzioni consumer ma capacità di comprendere le tendenze emergenti. Il cambiamento passa anche attraverso le aziende e l'applicazione delle nuove tecnologie al business.

Le parole più usate durante la sessione generale di OMAT, a cui ha partecipato un panel di interlocutori culturalmente omogenei nel sottolineare la profondità dell'evoluzione tecnologica in atto,  e nel laboratorio sul tablet da me gestito, sono state cambiamento e innovazione. Parole sempre collegate all'impatto che le nuove tecnologie hanno sulla vita, sui comportamenti e sul modo di pensare delle persone e delle aziende.

"Anche se siete sulla strada giusta, resterete travolti dagli altri se vi siederete ad aspettare"

La divergenza tra interlocutori e opinioni si è materializzata quando si è cercato di descrivere i molti cambiamenti in atto e di valutarne la loro specificità rivoluzionaria o semplicemente evolutiva. Le tecnologie a cui si è fatto riferimento sono quelle del social, del mobile e del cloud, tecnologie che obbligano le aziende a mettere in discussione assetti, approcci, infrastrutture e modelli di business consolidati da anni di pratica e a definire nuove strategie in grado di trarre vantaggio dal cambiamento tecnologico in atto.

Come in ogni momento storico caratterizzato da rivoluzioni tecnologiche, anche quello attuale vede diffondersi la sperimentazione.

Quando un nuovo strumento o tecnologia innovativa si afferma è in genere troppo prematuro anticipare come e quanto cambierà la società che lo/la utilizzerà. E' stato così per l'introduzione della macchina da stampa inventata da Gutemberg e lo è anche oggi per l'arrivo del software sociale e mobile, dei dispositivi mobili e in particolare del tablet. La tecnologia può introdurre piccoli cambiamenti ma generare grandi cambiamenti per diffusione, profondità e pluralità d'utilizzo. E' ciò che è successo con la stampa delle 95 tesi di Martin Lutero o della Bibbia da parte di Gutemberg e ciò che sta succedendo con il diffondersi del tablet e con la pervasività delle APP.

Chi pensa che il tablet possa consolidare o rafforzare modelli o paradigmi precedenti, dovrebbe ricordarsi che  le rivoluzioni avvengono in modo inavvertito, agendo come fattore importante di mutamento che fa emergere nuovi comportamenti e modi di pensare. La diffusione dei social network, che sembravano destinati a diventare un altro canale di comunicazione per i media tradizionali, ha finito in realtà per cambiarli e per introdurre nuove opportunità per una comunicazione più plurale e sociale e in grado di coinvolgere un numero più elevato di persone.

Nonostante il grande sviluppo delle scienze sociali e comportamentali, non siamo mai stati bravi nel prevedere i nuovi comportamenti umani emergenti da cambiamenti culturali, sociali e tecnologici in atto. Non lo siamo stati in passato e neppure recentemente, al tempo dell'esplosione del fenomeno internet e dei media sociali. Tanto meno lo siamo oggi di fronte al fenomeno tablet, che ha scatenato reazioni e comportamenti imprevedibili, perchè siamo impreparati a valutare effetti e valore dei nuovi strumenti sulle persone nella loro veste individuale e sociale.

In tutte le epoche caratterizzate da innovazioni tecnologiche quali la stampa, il telegrafo, il telefono, il treno, l'elettricità, quello che conta veramente non è tanto la nuova risorsa o capacità disponibile quanto l'uso che ne facciamo e se saremo in grado di traformare capacità tecniche, funzionali e sociali in nuove opportunità. Queste capacità creeranno nuovi ecosistemi, nuovi modelli di condivisione sociale, nuove forme di cultura,  ma dipenderanno fortemente dal modo in cui noi condivideremo le opportunità, le buone pratiche nell'uso che ne facciamo e la culttura ad esse associate o da esse derivante.

Queste opportunità non sono alla portata di tutti. Non è sufficiente infatti offrire una opportunità qualsiasi.  Bisogna che nasca nell'interlocutore o utilizzatore una motivazione a coglierla. Il tablet è stato usato senza problemi fin dall'inizio, per le sue caratteristiche funzionali e per la sua interfaccia utente tattile. Un uso del tablet a scopi aziendali e/o professionali richiede però una motivazione forte. Chi pensa di usarlo come strumento di lavoro deve saper offrire argomenti volti a gratificare le motivazioni intrinsiche delle persone, quelle personali, sociali e professionali. Il tablet, come ogni altra tecnologia, diventerà strumento di produttività solo nelle componenti che saranno percepite e comprese come interessanti e utili da parte dell'utente.

Quando una nuova tenologia diventa disponibile deve trovare il modo di integrarsi con la realtà esistente. L'integrazione non è mai indolore perchè causa di cambiamenti e ristrutturazioni nella società. Se si diffonde il telefono si affermano nuovi modi di comunicare che fanno superare i limiti precedenti ma al tempo stesso cambiano la struttura connettiva della società. L'evoluzione della tecnologia aereospaziale ha reso più piccolo il globo terrestre permettendo a tutti di muoversi rapidamente e riducendo temporalmente le distanze. Internet ha reso il mondo interconnesso e i social network hanno caratterizzato questa interconnessione dal punto di vista sociale. Il tablet contribuirà a ridefinire le forme di comunicazione nelle quali siamo cresciuti nel mondo globale e interconnesso aggiungendovi la capacità e specifità della mobilità.

"Ora...... ci vuole tutta la velocità di cui sei capace per restare nello stesso posto. Se vuoi arrivare in qualche altro posto, invece, devi correre almeno due volte di più" Lewis Carroll in Alice nel paese delle meraviglie

Il problema che tutti, e soprattutto le aziende, la pubblica amministrazione e le realtà organizzate, dovranno affrontare è come e cosa fare per gestire i cambiamenti sociali, organizzativi, comportamentali che verranno terremotati dalle nuove tecnologie. Le scelte possibili non sono molte. Si può ricercare un dialogo con chi si oppone alla introduzione delle nuove tecnologie, si può cercare l'approvazione di coloro che sono responsabili delle tecnologie esistenti oppure semplicemente favorire il caos creativo che le nuove tecnologie sempre producono.

E' probabile che in molte realtà aziendali prevalga la seconda opzione. La cultura dei CIO e dei responabili IT italiani è tradizionalmente conservativa e poco disponibile all'innovazione. L'approccio tradizionalista non è negativo di per sè ma è spesso dettato da puro pragmatismo e da una conoscenza che deriva da lunghe pratiche esperienziali che hanno suggerito di evitare sperimentazioni visionarie e da 'early adopter'. Affidarsi a chi vuole conservare ed è poco incline ad innovare non è la scelta più adeguata, in un periodo di grandi cambiamenti che avvengono rapidamente e in tempi brevi. Non è un caso che il tablet sia stato portato in azienda prima di tutto da amministratori delegati e direttori generali e non da CIO o responsabili IT.

Quello che oggi sta avvenendo in molte realtà è un dialogo tra innovatori e conservatori e tradizionalisti. Il dialogo per sua natura serve a mediare, a condividere conoscenza e informazioni utili al processo decisionale e alle scelte. Nel caso del tablet il dialogo porta gli innovatori a proporre le nuove tecnologie e a spiegrane l'utilità ma anche a negoziare con i tradizionalisti un modo per introdurle nell'organizzazione permettendo loro di conservare al meglio e senza stravolgiomenti l'esistente. Anche questa scelta non necessariamente aiuta il cambiamento. Per cambiare e innovare servono infatti nuove visioni, forme mentali e cultura. Difficilmente chi ha una cultura e una forma mentale rivolta al passato è in grado di comprendere le implicazioni di trasformazione delle nuove tecnologie e soprattutto di accettarne il ruolo 'disuptive' che esse hanno. Il rischio è che un dialogo finalizzato alla ricerca dell'approvazione dei tradizionalisti finisca per vanificare la carica innovativa delle nuove tecnologie impedendo la loro affermazione e diffusione. Cambiare è sempre problematico, soprattutto se ci si è abituati alle situazioni esistenti per i benefici che hanno generato. Ma questo comportamento è utile solo in tempi di stabilità, non lo è in periodi rivoluzionari che obbligano a guardare oltre i problemi o benefici personali per comprendere il vantaggio generale che la nuova tecnologia può portare a livello sociale, aziendale e di gruppo.

L'approccio più adeguato ai tempi che viviamo e alla sua cultura è quello caotico. Un approccio che accetta l'imprevedibile, ma soprattutto prevede la sperimentazione, frutto della creatività e della voglia di innovazione delle persone e delle entità sociali.  Un approccio che favorisce la libera azione del singolo lasciandogli la possibilità di sperimentare senza doversi curare delle norme culturali, organizzative e sociali esistenti o dei rischi associati alle nuove tecnologie e alle loro applicazioni.

Ma anche i cosiddetti rivoluzionari devono prestare attenzione a farsi influenzare dal loro entusiasmo e ideologia perchè anche per loro il futuro non è facilmente prevedibile e soprattutto non possono anticipare le possibili ramificazioni e ricadute delle nuove tecnologie in nuovi ambiti di applicazione, sociali e aziendali. Essendo portati a sovrastimare la bontà di un prodotto o di una tecnologia sono limitati nel comprenderne l'uso che ne verrà effettivamente fatto. Cercheranno di forzare il prodotto (iPad) scelto o la piattaforma di sistema operativo percepito come il migliore ( iOS, Android, Windows 8 ) in ogni situazione e perderanno l'occasione di comprenderne la diversa validità a seconda degli ambiti di applicazione e d'utilizzo.

Se tutte e tre le possibile scelte sopra descritte non sono sufficienti o adeguate quale potrebbe essere la soluzione da suggerire a tradizionalisti e innovatori che volessero adottare le nuove tecnologie?

Conclusioni

Il primo suggerimento è di puntare sulla sperimentazione.

Le aziende devono offrire opportunità, spazi e risorse agli innovatori affinchè possano sperimentare soluzioni tecnologiche diverse per percorrere nuove strade, costruire nuovi modelli di business, verificare come integrare il nuovo con l'esistente e l'impatto sui comportamenti dell'organizzazione e delle persone.

La sperimentazione deve essere libera, non ideologica, non legata alle preferenze o ai condizionamenti di un vendor o di una piattaforma, deve tenere conto delle diversità esistenti e deve essere finalizzata e pragmatica. Dalla sperimentazione ermergeranno infatti nuove soluzioni ma soprattutto nuove scelte e nuovi contesti in grado di generare benefici e vantaggi.

Il secondo suggerimento è di dare poca importanza allo scontro-dialogo tra conservatori e innovatori e dare invece molto peso a utenti, clienti, società.

Le nuove forme che nascono dalle rivoluzioni si affermano non grazie ai Robespierre del momento ma dal diffondersi di una nuova cultura, di nuove aspettative e comportamenti. Il fenomeno della consumerizzazione tecnologica odierno indica come la società è già cambiata ed è con i membri di questa società che le aziende, la pubblica amministrazione, le realtà organizzate devono attivare il dialogo e comunicare.

 

Alcune provocazioni per coloro che sono arrivati a concludere la lettura e volessero dire la loro:

  • Le componenti IT delle aziende sono mediamente conservatrici e poco propense a trarre vantaggio dalle nuove tecnologie, soprattutto se non sono chiari benefici e vantaggi personali
  • Nelle aziende a prevalere sono le scelte pragmatiche, si sperimenta e si integra quello che serve e lo si fa scegliendo approcci e modelli di business sulla base di scelte conservative ma concreti
  • Le nuove tecnologie social, mobile e cloud richiedono un cambiamento culturale e mentale. Chi vuole innovare potrebbe pensare che sia meglio cambiare persone piuttosto che puntare a trasformare cultura e mindset delle persone
  • Il tablet non ha nulla di rivoluzionario, è l'evoluzione dello smartphone e non potrà mai sostituire il PC nelle sue varie personalità
  • Il tablet è l'emergere del primo stadio di una evoluzione tecnologica che porterà a prodotti sempre più integrati. ibridi e convergenti dal punto di vista tecnologico, funzionale e di ruolo.
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