TECNORAPIDI e TECNOVIGILI /

Cyberbullismo o bullismo digitale

Cyberbullismo o bullismo digitale

14 Ottobre 2016 Redazione SoloTablet
SoloTablet
Redazione SoloTablet
share
Con il termine di cyberbullismo (bullismo digitale, bullismo online) si indica un comportamento imbarazzante, umiliante, molesto, violento e prevaricatorio espresso attraverso l’utilizzo di applicazioni Internet, delle tecnologie digitali della Rete e Mobile. E’ un atteggiamento deliberatamente ostile, sistematico e ripetuto nel tempo. Sfrutta le risorse e le funzionalità applicative della rete e può andare facilmente fuori controllo per il ruolo che in esso gioca la tecnologia. Il termine si riferisce a comportamenti riferiti a minorenni ma viene anche usato per descrivere fenomeni di molestie digitali (cybermolestia) che vedono coinvolte anche persone adulte. E’ un comportamento assimilabile, anche legalmente e penalmente, al bullismo della vita reale e in Italia è soggetto ad una legislazione specifica legata a violazioni del Codice civile, del Codice Penale e del Codice sulla Privacy italiani.

Il bullismo digitale si manifesta attraverso l’uso di strumenti tecnologici come dispositivi mobili, computer, tablet ma anche strumenti di comunicazione come social network, media sociali, messaggistica elettronica, chat e siti web. Il cyberbullismo si manifesta solitamente in due modalità, come attacco diretto (messaggi o email testuali, foto e video, pubblicazioni su post o siti web, furto di password, virus, sexting, furto di identità, ecc.) o attraverso il coinvolgimento di terzi.

Esempi di bullismo digitale comprendono l’invio di messaggi o email, la diffusione di pettegolezzi o falsità in rete e sui social network, la condivisione pubblica di foto o video imbarazzanti, la creazione di profili falsi e l’uso di siti web o blog per azioni di prevaricazione verso altri. Gli attacchi di bullismo online viaggiano attraverso SnapChat, Facebook, Twitter, email e altre risorse online e possono raggiungere le loro vittime a scuola (10 modi per contrastare il cyberbullismo scolastico), a casa, al cinema e in ogni luogo. Per comprenderne la novità e la sua pervasività potenziale il fenomeno deve essere conosciuto nelle sue manifestazioni possibili, compreso nelle sue potenzialità negative e distruttive e  gestito con appropriati strumenti finalizzati alla prevenzione (Solitudine digitale - Disadattati, isolati, capaci solo di una vita virtuale?).

Perché si manifesta e perché interessa soprattutto gli adolescenti

Il bullismo digitale, come quello nella vita reale, è spesso espressione di ragazzi che non sanno come gestire in modo positivo le loro emozioni e reazioni. Soffrono per la loro insicurezza e le loro paure, per l’assenza di autostima e per la percezione di avere scarso potere. A volte si sentono a disagio verso persone che percepiscono come diverse da loro, per razza, appartenenza sociale, stili di vita, cultura e comportamenti. A volte hanno timore delle loro abilità e preferiscono evidenziare le debolezze degli altri in modo da evitare di occuparsi delle proprie. Può capitare che nelle loro azioni non riconoscano la specificità di bullismo digitale.

Genitori tecnovigili per ragazzi tecnorapidi - un e-book di Carlo Mazzucchelli
Un prontuario di sopravvivenza attiva per  genitori tecnovigili alle prese con ragazzi tecnorapidi per affrontare i temi della dipendenza tecnologica e non solo

Come nella vita reale, il bullismo digitale è un fenomeno generazionale e tipico di persone che stanno sperimentando la transizione tipica dei periodi di sviluppo e di crescita. Gli adolescenti vivono la loro esperienza confrontandosi con il criticismo e la pressione degli adulti e andando alla ricerca di se stessi navigando in un mare di emozioni e cambiamenti fisiologici, spesso in contrasto con le persone adulte che vorrebbero tracciare per loro percorsi e destinazioni. L’esperienza della crescita porta gli adolescenti a preferire il confort derivante dalla frequentazione di gruppi sociali, comunità e tribù.

Queste realtà sono spesso organizzate gerarchicamente e generano conflitti che possono dare luogo a atti di bullismo finalizzati al predominio del gruppo e al suo controllo. L’appartenenza a un gruppo, anche digitale online, è per molti adolescenti più importante di loro stessi come individui. Nel caso in cui venissero abbandonati o subissero azioni di bullismo, gli adolescenti possono essere portati a colpevolizzarsi e a pensare che in loro ci sia qualcosa di sbagliato. L’assenza della maturità emotiva e di esperienze di vita che potrebbero aiutarli a comprendere e a valutare adeguatamente le azioni di cui sono vittima, può produrre effetti devastanti e conseguenze dannose.

Il bullismo digitale si manifesta online in modalità diverse a seconda della personalità del ragazzo protagonista del gesto di bullismo. Ragazzi o adolescenti con una elevata visibilità e popolarità online possono scegliere comportamenti da bulli digitali per rimanere visibili e popolari o per colpire altri con l’obiettivo di dimostrare la propria superiorità e potenza. Ragazzi e adolescenti che hanno minore successo sociale online possono al contrario scegliere gesti di bullismo per compensare le loro debolezze personali e scarsa autostima, per mettersi alla pari con amici e compagni di scuole o per colpire persone con le quali hanno difficoltà relazionali.

Sullo stesso tema: 10 modi per contrastare il cyberbullismo scolastico   -   Bibliografia sul cyberbullismo e il bullismo digitale   -  Cyberbullismo scolastico: suggerimenti e buone pratiche    -   Suggerimenti ai minori per un uso consapevole delle nuove tecnologie   -   Cyberbullismo o bullismo digitale   -   Solitudine digitale - Disadattati, isolati, capaci solo di una vita virtuale?   -   E se a usare impropriamente i social network sono i genitori?   -   L'odio online    -   L’abuso online è sempre più diffuso, in particolare quello di genere   -   Genitori tecnovigili per ragazzi tecnorapidi, il mio ultimo e-book sui temi della tecnologia

In cosa è diverso il bullismo digitale

I ragazzi e gli adolescenti che subiscono azioni di bullismo digitale sono spesso state vittime anche di bullismo nella vita reale e faticano a liberarsi dai comportamenti subiti.

A differenza del bullismo nella vita reale il bullismo digitale può avere luogo 24 ore al giorno e sette giorni alla settimana, può essere agito da qualsiasi luogo, non è limitato alla strada o agli spazi di gioco della realtà fisica e può colpire la vittima anche di giorno e di notte, anche quando è da solo. I messaggi e le immagini usate per le azioni di bullismo digitale possono essere pubblicate e distribuite in modo anonimo e raggiungere in tempi rapidi audience allargate che possono contribuire a loro volta ad una maggiore visibilità e replicabilità dell’azione.

La vittima si sente in trappola e nell’impossibilità di difendersi efficacemente (Dipendenze tecnologiche: quali sono i rischi reali?). L’anonimato facilita la ripetitività del gesto, aumenta la negatività delle sue ripercussioni sulla vittima e impedisce di trovare un responsabile. Anonimo può anche essere il destinatario, anche se l’oggetto dell’azione di bullismo digitale contiene tutti gli elementi utili ad una sua facile identificazione online. Tracciare queste azioni, la loro fonte e la loro evoluzione in rete è praticamente impossibile, così come è molto difficile riuscire a eliminare rapidamente e completamente i contenuti pubblicati una volta che sono stati messi in circolazione su Internet.

Le manifestazioni concrete del bullismo digitale

Il confine tra bullismo di strada e cyberbullismo è difficile da identificare. Le due forme di bullismo sono simili nello scopo e nelle finalità, nella ripetitività delle azioni (non è mai un semplice scherzo), negli effetti che produce e nella loro contraddittorietà pragmatica legata alle motivazioni e alle intenzioni che hanno scatenato l’azione.

Il bullismo digitale ha obbligato psicologi, insegnanti e genitori a fare i conti con un fenomeno nuovo perché condizionato tecnologicamente e perché ha imposto la revisione di approcci, rimedi e programmi per prevenirlo, gestirlo e curarlo. La scarsa conoscenza tecnologica degli adulti impedisce loro di comprendere in che modo si può manifestare un comportamento da bullo digitale, come se ne può essere vittima e quali ne siano gli effetti immediati e di lungo termine.

In Rete le forme in cui si manifesta il bullismo digitale sono almeno cinque:

  • Ricerca di potere e dominio sugli altri: si manifesta con azioni finalizzate a catturare l’attenzione, a mantenere il controllo e a intimidire ripetitivamente la vittima designata
  • Azione di riscatto personale e/o di vendetta: praticato spesso da persone che sono state vittime di bullismo digitale nel passato e cercano un riscatto personale sfruttando le loro conoscenze tecnologiche per azioni di bullismo mirate
  • Difesa dei più deboli: forme di bullismo praticate da ragazzi che si ergono a paladini e difensori di compagni o amici che hanno subito azioni di bullismo e cercano la vendetta al loro posto. I protagonisti di questa forma di bullismo non si percepiscono come cyberbulli perché trasformano i loro comportamenti in azioni di giustizia. Gli effetti sulle vittime potenziali non sono molto diversi da quelli subiti dalle persone che vogliono vendicare.
  • Ricerca di puro divertimento: spesso praticato dalle ragazze è un bullismo digitale finalizzato a sconfiggere la noia e a procurarsi divertimento. Si esprime nel mettere in cattiva luce o penalizzare altri mirando al tempo stesso ad aumentare la propria popolarità online
  • Casuale e non percepito: forma di bullismo che nasce da un utilizzo superficiale e spesso idiota delle risorse della rete e che non considera l’impatto delle sue conseguenze sulle vittime. Non è un bullismo intenzionale ma produce le stesse conseguenze negative.

Gli effetti del bullismo digitale

La tecnologia usata per le azioni di bullismo digitale non è che un mezzo e non può essere colpevolizzata per le conseguenze che ne derivano.

Dispositivi Mobile e social network sono usati dalla stragrande maggioranza dei ragazzi Tecnorapidi a scopi e finalità positive e utili alle loro attività relazionali, al loro divertimento e al loro benessere psicologico. Gli stessi strumenti possono però essere usati anche per finalità diverse come ad esempio il cyberbullismo. Gli effetti sono gli stessi causati dal bullismo nella vita reale.

Questi effetti si esprimono nei comportamenti dei ragazzi che ne sono stati vittima e che si manifestano nella maggiore propensione all’uso di alcool e droghe, nel marinare la scuola o a frequentarla svogliatamente con conseguenze negative in termini di apprendimento e votazioni, nello sperimentare a loro volta azioni da cyberbulli verso altri compagni e compagne, nel perdere l’autostima e a soffrire maggiormente di problemi fisiologici e psicologici.

Il bullismo digitale ha immediate e più ampie ricadute sociali per il ruolo che la tecnologia può giocare nell’amplificare l’azione di bullismo, per l’uso che ne può essere fatto e per la viralità che può trasformare una semplice azione in una azione collettiva e da ‘banda di bulli digitali’. Il bullismo digitale incide socialmente nell’alimentare paure e interventi censori sull’uso della tecnologia da parte di genitori e insegnanti preoccupati delle conseguenze che un’azione di bullismo digitale potrebbe avere sui minori.

Le implicazioni psicologiche del bullismo digitale superano di gran lunga quelle del bullismo nella vita reale (L’abuso online è sempre più diffuso, in particolare quello di genere). Il primo effetto è la sua durata nel tempo, quasi permanente nella vita virtuale online (per i ragazzi le due vite, reali e virtuali si sovrappongono e confondono). Gli effetti traumatici di tipo psicologico possono essere seri e causare ansia, depressione, disordini emotivi e, in alcuni casi, portare la suicidio.

Come il bullismo digitale si manifesta online

Il bullismo digitale si manifesta online in due modalità diverse, attraverso attacchi diretti o attacchi indiretti e pensati per permettere ad altri di agire da bulli o api regine. Il primo avviene solitamente tra persone della stessa generazione, il secondo coinvolge anche persone adulte nel ruolo di portatori di molestie e di attacchi personali legati a fini sessuali e/o pornografici.

Gli attacchi diretti passano attraverso l’utilizzo di risorse tecnologiche diverse disponibili online, l’uso che ne viene fatto e le abitudini che alimentano e sfruttano le vulnerabilità delle persone coinvolte.

Tra gli attacchi diretti principali che i genitori Tecnovigili devono conoscere:

  • Molestie attraverso messaggi, spesso provocate senza rendersi conto della loro gravità o delle conseguenze ma soprattutto della diversità dell’ambiente virtuale nel quale vengono praticate. Alcune di queste molestie possono essere intenzionali o causate da scelte, non sempre razionali, fatte online come ad esempio la segnalazione di comportamenti inappropriati, anche quando non lo sono, che possono portare all’esclusione di ragazzi da gruppi, reti o comunità sociali. Queste molestie possono trovare espressione in pagine web create ad arte per ferire o colpire una persona, in azioni coordinate e virali messe in atto in rete da ragazzi che agiscono come vere e proprie bande per molestare in gruppo una singola persona e nell’invio di messaggi così come di foto e video.
  • Furto delle password di accesso a spazi frequentati dalla vittima allo scopo di comunicare o pubblicare contenuti offensivi o molestare amici e conoscenti assumendo a sua insaputa la sua identità. La password può essere usata per modificare il profilo della vittima includendo ad esempio informazioni razziste, sessuali o inappropriate e tali da attirare l’attenzione o di offendere altre persone. A volte l’uso abusivo delle credenziali di accesso è volto ad impedire alla vittima l’accesso al suo account o profilo online o per azioni criminali dirette ai suoi dispositivi personali.
La solitudine del social networker, un ebook di Carlo Mazzucchelli
Restare da soli - a volte - può essere un piacere, ma la tecnologia e i social network hanno cambiato le nostre regole, modificando anche il modo in cui vivere la solitudine.
  • Uso di blog personali per danneggiare la reputazione o invadere la privacy delle persone vittime di bullismo. Ad esempio possono essere pubblicati e condivisi fatti e informazioni sulla rottura di una relazione insistendo sul ruolo distruttivo e negativo svolto da uno dei partner, con l’intenzione di farlo sentire in colpa e sotto attacco, soprattutto se queste informazioni sono false o solo verosimili. Azioni simili possono essere condotte anche attraverso siti web o pagine dei social network. Questi ultimi si prestano ad attacchi diretti più pericolosi perché sfruttano la viralità e la logica delle reti che è alla base delle applicazioni di social networking.
  • Invio di immagini a sfondo esplicitamente sessuale via posta elettronica o attraverso dispositivi mobili. L’invio dell’immagine può essere diretto a destinatari diversi con l’obiettivo di un loro intervento attivo nella sua diffusione attraverso le stesse modalità o in rete. Una volta che l’immagine è stata spedita non c’è alcun modo per controllare in che modo si diffonda in rete e chi possa raggiungere. Molti nuovi dispositivi mobili possono impedire l’invio e lo scambio di immagini o fotografie ma sono raramente configurati per farlo. La modalità con cui il ragazzo nativo digitale usa il suo smartphone facilita la diffusione delle immagini, soprattutto se sono ritenute sessualmente provocanti o pornografiche. L’atto viene spesso compiuto senza alcuna consapevolezza o per semplice scherzo e divertimento (foto rubate in bagno o negli spogliatoi di una palestra) degli effetti o delle conseguenze.
  • Molestie e abusi verbali praticati attraverso e durante la pratica di giochi interattivi online. Sfruttando le funzionalità di comunicazione e condivisione online dei videogiochi i ragazzi possono agire da bulli digitali insultando o molestando altri giocatori, escludendoli dal gioco o sostituendosi a loro dopo aver rubato le loro credenziali di accesso.
  • Uso di sondaggi online che possono trasformarsi in strumenti offensivi verso altri. Molti ragazzi usano questi strumenti online, disponibili anche attraverso i social network, per stilare delle liste di chi è più bello, amato, trendy, ecc. I risultati possono essere pilotati per risultare offensivi o percepiti come tali dalle potenziali vittime.
  • Invio di codice e software malevolo comprendente virus e spyware capace di danneggiare i dispositivi delle vittime. L’obiettivo mira raramente alla distruzione del computer quanto allo spionaggio in modo da collezionare informazioni utili a nuove azioni di bullismo digitale.
  • Invio di immagini pornografiche attivato attraverso siti porno che usano le email delle vittime, fornite dai bulli digitali, per l’invio di migliaia di email contenenti foto o video imbarazzanti e umilianti per ragazzi adolescenti
  • Gioco di ruolo con il quale il bullo digitale agisce da vittima invitando amici e contatti ad agire contro la vittima designata reale di cui fornisce online le informazioni utili per azioni concrete di bullismo digitale.

La seconda manifestazione di bullismo digitale è di tipo indiretto e si ha quando il bullo digitale attiva qualcuno o qualcosa ad agire in vece sua. Le persone coinvolte sono spesso inconsapevoli o non sospettano di agire come complici in una azione di bullismo e non si rendono conto di essere manipolati da un bullo reale che potrebbe anche essere un molestatore o predatore sessuale.

Per come viene praticato il bullismo digitale indiretto (cyberbullismo by proxy) è la forma più pericolosa di bullismo perché coinvolge anche adulti e persone che non sanno di agire contro un ragazzo o persone di loro conoscenza. La modalità più semplice e la più usata da molti ragazzi è quella di segnalare, usando i bottoni e le funzionalità predisposte, sui social network che le attività della vittima designata sono da condannare. La conseguenza è spesso la cancellazione o sospensione dell’account e, benché le società come Facebook abbiano attivato meccanismi adeguati a individuare eventuali forzature o segnalazioni fasulle, il danno è spesso provocato dalle stesse reazioni violente o inappropriate della vittima. A volte ad essere presi di mira sono i genitori della vittima che ricevono email false che suggeriscono loro di punire i figli per qualcosa che non hanno fatto.

Molti atti di bullismo digitale indiretto nascono da bulli che vestono i panni delle vittime (lupi nelle vesti di agnelli) per portare a termine i loro attacchi e scatenarne di nuovi proprio per avere assunto il ruolo della vittima. L’azione è spesso condotta dopo aver preso possesso degli account e delle credenziali di accesso delle vittime reali e agito in loro vece con azioni di molestie e bullismo verso loro amici e conoscenti provocandone la reazione.

 

Cyberbullismo e ruolo dei genitori

I comportamenti di cyberbullismo comprendono alcuni degli atteggiamenti descritti in altre parti dell’e-book Genitori tecnovigli per ragazzi tecnorapidi come ad esempio il sexting e hanno sostituito molti gesti che caratterizzano il bullismo della vita reale. Oggi in Italia il bullismo digitale interessa il 34% dei ragazzi e si manifesta in varie forme, dalla violenza e dal vilipendio verbale in chat o sui social network, dall’invio di foto o video con contenuti minacciosi, offensivi o ricattatori, dalle minacce alle informazioni false. 

Una ricerca condotta da Kaspersky Lab e B2B International ha rivelato nel 2014 che il 22% dei genitori non si sente in grado di tenere sotto controllo ciò che i propri figli fanno o vedono online. Percentuale che sale a quasi la metà (48%) se si parla invece di una vera e propria preoccupazione nell’eventualità di dover affrontare il cyberbullismo o bullismo digitale.

Gli adulti che con le migliori intenzioni (E se a usare impropriamente i social network sono i genitori?) vogliono garantire ai propri figli la loro privacy rischiano di metterli maggiormente a rischio di molestie o abusi. Ad esempio solo il 19% afferma di essere amico o di seguire i propri figli sui social media e solo il 39% monitora le attività online dei figli. Solamente il 38% afferma di aver affrontato con loro la questione dei rischi, il che potrebbe essere sintomatico di una mancanza di fiducia e comprensione della gravità della situazione.

La ricerca ha riscontrato come i bambini siano spesso riluttanti nell’ammettere di essere stati oggetto di cyberbullismo: il 25% dei genitori di bambini molestati online dice di esserne venuto a conoscenza molto tempo dopo. Un dato davvero preoccupante perché gli abusi virtuali possono facilmente trasformarsi in atti di bullismo reali, come rivelato dal 26% dei casi di genitori che lo hanno scoperto successivamente.

Il cyberbullismo può avere effetti devastanti nel lungo periodo sull’equilibrio psicologico dei ragazzi e i genitori devono sapere cosa fare per fermarlo. Secondo questo studio il 44% dei genitori i cui figli sono stati oggetto di cyberullismo è intervenuto per prevenire la cosa, mentre più della metà non lo ha fatto.

Internet porta con sé grandissimi benefici ma purtroppo consente ad alcune persone di dare libero sfogo al loro lato distruttivo. Il cyberbullismo è diventato un problema molto diffuso. Chi ne è vittima può andare incontro a danni psicologici gravi e duraturi. Probabilmente a questo problema non c’è una soluzione tecnologica ma dobbiamo far crescere la consapevolezza e aiutare i giovani e i loro genitori a trarre solo il meglio da ciò che Internet può offrire.

Può risultare difficile prevenire il cyberbullismo, ma seguendo alcuni semplici accorgimenti è possibile proteggere i bambini dal fenomeno e dalle sue conseguenze. Per esempio modificare le impostazioni per la privacy dei social network consente agli adulti di aiutare i bambini a controllare chi può vedere i post e scrivere messaggi. Un corretto utilizzo di tutte le impostazioni del Parental Control e delle applicazioni software e soluzioni di sicurezza può contribuire ad una maggiore protezione e tranquillità.

E’ necessario andare oltre la tecnologia (La solitudine del social networker e nuove conversazioni umane). Un genitore deve spiegare ai figli l’importanza di proteggere e non condividere le informazioni personali, di non rivelare online dettagli quali indirizzo, scuola, numero di telefono e di carta di credito, di fare attenzione a ciò che viene condiviso e con chi, e infine di sapere a chi chiedere aiuto quando si sentono prevaricati da qualcuno o in pericolo.

 

comments powered by Disqus

Sei alla ricerca di uno sviluppatore?

Cerca nel nostro database