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I rischi che corrono i ragazzi tecnorapidi

I rischi che corrono i ragazzi tecnorapidi

19 Gennaio 2016 Redazione SoloTablet
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La genitorialità espressa in un’era tecnologica come la nostra, intesa come rappresentazione di se stessi e dei propri figli e come funzione, è un argomento molto complesso che difficilmente si presta a riflessioni lineari o superficiali. La funzione genitoriale si esprime ed evolve in una relazione circolare genitori-figli che continua lungo tutta una vita ed è condizionata da numerosi fattori quali le storie personali dei genitori (le loro esperienze di genitorialità dei loro genitori), il contesto sociale in cui prende forma, le caratteristiche delle nuove generazioni (nativi digitali), il tipo di investimento fatto sui ragazzi e la disponibilità ad accettare cambiamenti e trasformazioni nello sviluppo della relazione con i figli.

Esprimere la genitorialità in tempi tecnologici significa predisporsi, anche psicologicamente, a riorganizzare le proprie vite in senso pragmatico, ad accettare nuovi stili di vita ed essere attori di cambiamento, confrontandosi con realtà poco conosciute e capaci di creare disagio e difficoltà nella relazione genitori-figli.

La vita dei genitori dei ragazzi Tecnorapidi si è svolta in un periodo di grandi cambiamenti tecnologici (personal computer, Internet, network, ecc.) che hanno dato avvio alle numerose rivoluzioni tecnologiche degli ultimi decenni ma non possono essere paragonati a quella attuale.  L’esperienza di tutti i giorni dei ragazzi delle nuove generazioni si è riempita di un numero elevato di nuovi gadget tecnologici che hanno cambiato la loro vita e forse, a detta di alcuni neuro-scienziati, modificato anche il loro cervello. Dal predominio della televisione e, per alcuni, del personal computer, si è passati alla onnipresenza di smartphone e tablet, connessioni Internet e social network, console di gioco e lettori musicali. Questi strumenti hanno cambiato anche la vita dei genitori rendendo per loro più complicato riuscire a comprendere gli impatti della tecnologia sui ragazzi. Ne è derivata una ignoranza diffusa sui comportamenti dei ragazzi e sui loro meccanismi cognitivi che ha fatto emergere la tendenza a ritrarsi pigramente in una genitorialità assente e poco incline all’impegno, a prendersi cura dei ragazzi e a dare loro sostegno in ambiti ritenuti scivolosi perché poco praticati e conosciuti.

Al contrario una genitorialità attiva e di qualità richiederebbe una presenza costante, un prendersi cura attento e vigile, un sostegno militante con l’obiettivo di ridurre al minimo i rischi degli effetti negativi della tecnologia e di crescere (evolvere) tecnologicamente in compagnai dei propri figli.

Anche se gli effetti imputati alla tecnologia sono oggetto costante di dibattiti e visioni contrastanti, la cronaca ha evidenziato da tempo problemi concreti e associabili alle tecnologie come l’obesità (problema associato anche ad un uso eccessivo della televisione), i problemi del sonno, il calo di attenzione e la difficoltà alla concentrazione, il calo prestazionale a scuola. Non tutti questi problemi sono imputabili strettamente all’uso (abuso) di prodotti tecnologici ma devono essere oggetto di attenzione e di intervento da parte di genitori che hanno deciso di esprimere una genitorialità Tecnovigile.

La maggior parte dei genitori si preoccupa del tempo che i loro ragazzi passano online e di porre dei limiti all’uso delle tecnologie.  Dimentica così che i rischi veri nascono dai comportamenti dei ragazzi e da ciò che fanno con la tecnologia. Per molti ragazzi Internet è uno strumento positivo ma alcuni adolescenti e bambini possono diventare vittime di abusi ed essere esposti a rischi potenziali. I genitori non hanno grande controllo sul mezzo Internet e le sue applicazioni, sono in difficoltà a definire regole e vincoli d’uso e costretti a osservare le vite online dei loro ragazzi condotte spesso in modo autonomo e solitario. Possono però sviluppare stili di vita e buone pratiche per mediare le relazioni esistenti tra i loro figli e le tecnologie. Possono assumere un approccio proattivo fondato sulla conversazione e il dialogo, uno restrittivo basato sulla imposizione di alcune regole e scelte o coinvolgente costruito su un affiancamento costante dei ragazzi nelle loro attività tecnologiche. Possono anche ricercare una sintesi tra i tre stili di vita esposti focalizzandosi sulla relazione con i propri figli nel suo insieme, nella vita reale così come in quella digitale.

Nel suo approccio olistico, tendente a creare un contesto e un clima familiare e domestico ottimale per una supervisione non invasiva ma percepita dagli stessi adolescenti come responsabile, coinvolgente e ‘affettuosa’, il genitore Tecnovigile deve puntare a prestare particolare attenzione a comportamenti di bullismo, al tipo di frequentazioni sociali online, alle varie forme di rappresentazione del sé usate, alla condivisione di foto e molto altro ancora. Il tempo passato online è importante ma molto di più lo è come questo tempo, anche quando è limitato, viene utilizzato. Di questo tempo i genitori devono essere partecipi in modo attivo per comprendere le esperienze tecnologiche dei loro figli vivendole con loro, parlandone e sperimentarle in modo da sfruttarne le potenzialità e limitarne gli effetti negativi.

L’obiettivo non può essere solo il controllo o la stretta sorveglianza.

L’attenzione non può essere rivolta solo al ragazzo ma anche alle comunità, ai gruppi e alle reti sociali che frequenta. Online, molte esperienze sono condivise con numerose persone con caratteristiche personali (età, genere, etnicità, cultura, ecc.), abitudini, espressioni e comportamenti diversi. Essere a conoscenza di ciò che i ragazzi fanno quando sono online aiuta a comprendere le loro abitudini e i loro comportamenti ma anche a conoscere chi frequentano e quando lo fanno. Una presenza genitoriale può cambiare i comportamenti di queste persone dando forma a esperienze e interazioni online più serene e sicure. Questa presenza deve essere esercitata con la convinzione che nella vita virtuale rischi e pericoli sono sempre presenti ma che i contenuti digitali possono anche essere assolutamente sicuri, piacevoli, istruttivi e ricchi di opportunità. Esattamente come lo sono molte situazioni e ambienti del mondo reale.

Nella vita reale i pericoli sono l’abuso di alcool, il fumo, la droga e la pornografia. Nella vita virtuale online non ci sono abusi di sostanze ma non cambia la pericolosità dei rischi. Le vulnerabilità si manifestano nella forma di furto di identità e credenziali personali, di uso inavvertito di malware e di contenuti inappropriati, di comportamenti di cyberbullismo e sexting e di abusi da parte dei numerosi predatori online che abitano la rete.

Prevenire i rischi associati ad un abuso della tecnologia o da una sua dipendenza non è semplice, soprattutto se non si vuole osservare e porre attenzione ai comportamenti e alle azioni dei ragazzi e conoscere le loro pratiche di vita virtuale. I segnali che indicano l’emergere di potenziali rischi e sofferenze sono diversi. Tutti pongono interrogativi, obbligano a nuove responsabilità e decisioni e suggeriscono interventi e maggiore cura genitoriale.

Gli elementi che dovrebbero sollevare interrogativi e preoccupazione dipendono sia da situazioni esperienziali dei ragazzi sia dalle percezioni che ne derivano rispetto all’uso delle tecnologie, al tempo a loro dedicate e al tempo che manca per fare cose tradizionali o alternative.


 

 

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