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Bad Blood, un libro sui falsi miti della Silicon Valley

Bad Blood, un libro sui falsi miti della Silicon Valley

27 Giugno 2018 Redazione SoloTablet
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La retorica finalizzata alla mitologia spesso si infrange sugli scogli dei fallimenti degli stessi protagonisti e narratori. E' il caso di Theranos (startup nata nel 2003) e della sua fondatrice Elizabeth Holmes (39 anni) che hanno incrinato il mito della Silicon Valley con un prodotto magico che in realtà di magico non aveva nulla.

Theranos è storia vecchia per il mondo veloce della Silicon Valley e delle sue startup. Ora è protagonista di un libro, Blad Blood, che ne racconta la storia mettendo in luce le aberrazioni e le storture di una realtà tecnologica mitica per essere all'origine dell'innovazione tecnologica e dell'innovazione. Theranos è sinonimo di scandalo per essere diventata al tempo stesso una case history del modello di business della Silicon Valley e la metafora perfetta delle sue esagerazioni. La storia racconta di una startup, fondata da una giovane e intraprendente imprenditrice, paragonata ai suoi esordi a Steve Jobs, diventata in brevissimo tempo un gigante della Silicon Valley e in altrettanto brevissimo tempo precipitata nel baratro. La scalata è avvenuta grazie alla generosità dei fondi di investimento che hanno fatto la fortuna di molte startup californiane, ma anche alla compiacenza conformistica e acritica dei media e al silenzio colpevole dei protagonisti della Silicon Valley.

Nata nel 2003 l'azienda puntava sulla prevenzione medica con prodotti ad alta tecnologia per le analisi mediche del sangue. L'idea di partenza sembrava perfetta perché fondata su campi di ricerca promettenti nell'analisi dei liquidi corporei per la diagnostica medica. Un'idea così perfetta da far affluire nel 2015 nei budget di Theranos quasi 400 milioni di dollari di investimenti trasformando la CEO Holmes in una star messianica della Silicon Valley e nominata da Time una tra le cento persone (tra le prime 50 secondo Fortune) più influenti del mondo e portando l'azienda a un valore di nove miliardi di dollari. Miracoli della Silicon Valley e dell'economia americana!

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Già a fine 2015 però l'inganno viene svelato e Theranos si presenta per quello che è, un bluff svelato sul Wall Street Journal dal premio Pulitzer John Carreyrou che rende nota la scarsa attendibilità (scarsa efficacia nei test, validità solo in 15 casi su 240) dei test della Theranos usati per promuovere i suoi prodotti.

Le indagini della procura generale e altre indagini giornalistiche smontano il caso Theranos trasformando la favola della startup in una storia all'italiana, fatta di inganni, violazioni alle normative sui brevetti, menzogne nei confronti di investitori ed enti di regolamentazione e comportamenti passibili di azioni penali.

La fine della favola Theranos suggerisce a molti una riflessione approfondita su come un'azienda senza i presupposti scientifici adeguati possa essere riuscita a raccogliere così tanto denaro ma soprattutto recensioni, appoggi e visibilità mediatiche così numerose. Di tutto questo parla il libro Bad Blood di John Carreyrou. Un libro da leggere da parte di tutti coloro che vivono dentro la nuvola magica della realtà tecnologica prodotta dalla Silicon Valley e dai suoi protagonisti. Contiene una riflessione, non certamente positiva sulla Silicon Valley interrogandosi su come possa essere successo che una comunità acculturata e scientificamente preparata si sia potuta lasciare ingannare da una proposta come quella di Theranos. Il libro tocca molti nervi scoperti ma è un toccasana per coloro che da tempo suggeriscono una riflessione critica sui proprietari delle piattaforme tecnologiche e delle tecnologie che stanno cambiando il mondo.

Una riflessione critica permette di interrogarsi sui perché la truffa di Elisabeth Holmes non sia stata individuata per tempo e su come investitori e capitalisti di ventura esperti abbiano potuto credere alle promesse ingannevoli di un prodotto che non aveva nulla di rivoluzionario o innovativo. Difficile scusare professori e media che hanno creduto alla Holmes permettendole di trasformarsi in novello guru senza chiedere di fornire dati concreti sulla validità dei prodotti, dei test, dei risultati. Al contrario, il semplice fatto che Theranos fosse nata nel paradiso tecnologico per eccellenza ha portato la Holmes sulle copertine dei media americani fino a essere paragonata a Steve Jobs.

Tra la miriade di startup che nascono nella Silicon Valley è normale che ci siano realtà che non sono in grado di mantenere le promesse da cui sono partite. Questa però è una realtà normale dalla durata limitata. Ciò che è avvenuto con Theranos al contrario è un'aberrazione, determinata dalla confluenza di tanti elementi, in particolare mediatici che hanno creato una cappa protettrice intorno alla startup e alla sua fondatrice. Una cappa che ha creato una bolla durata a lungo e che proprio per questo è diventata oggetto di un libro scritto dallo stesso giornalista che aveva svelato l'inganno Theranos con il suo articolo investigativo sul Wall Stree Journal.

 

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