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Internet e cultura - Nuove opportunità e nuove insidie

Internet e cultura - Nuove opportunità e nuove insidie

18 Maggio 2016 Redazione SoloTablet
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BIBLIOTECA TECNOLOGICA - «Un terzo degli inglesi sotto i trent’anni non sa dire qual è il proprio telefono di casa senza consultare la rubrica del cellulare. Due terzi degli studenti americani non sanno la data della guerra civile che diede forma agli Stati Uniti attuali, un quinto di loro non ha la più pallida idea di chi fossero i nemici nella Seconda guerra mondiale. Non è la crassa ignoranza del tipo tradizionale, questa è una sorta di perversa efficienza: perché faticare a memorizzare date e nomi, quando basta interrogare Wikipedia o Google per tirar fuori quel che serve in poche frazioni di secondo?»

Il libro Internet e cultura - Nuove opportunità e nuove insidie di Cucci Giovanni è pubblicato in Italia da Ancora (Collana Crocevia)


Apprendimento, velocità e tecnica. La sfida di sempre Cultura è un termine immenso. E Internet lo è altrettanto.Ogni rif lessione su questo tema non sfugge ai rischi della fluidità, dell’anacronismo e della superficialità. Ma è un rischio inevitabile, che si deve correre perché si possa affrontare un tema fondamentale del nostro tempo.

Specialmente se esso coinvolge chi si trova nell’età dello sviluppo, con conseguenze che non si possono ignorare. Pensiamo ad esempio a che cosa possa significare l’introduzione della strumentazione digitale nella scuola, eliminando in tal modo quaderni, penne, lavagne, libri cartacei. Collegato strettamente a questo è il tema della ricerca, dell’accumulo di dati reso possibile da Internet e delle sue conseguenze sul metodo di studio e sull’apprendimento.

Siamo sommersi da informazioni, ma forse, come per l’eccesso di cibo a disposizione, non è detto che ciò sia un bene, soprattutto sul versante della qualità e della misura. C’è una lentezza essenziale nei processi di apprendimento che non può essere aggirata. Altrimenti tutto scorre veloce ma niente si conserva. La liquidità del sapere può portare a una forma di analfabetismo o di«demenza digitale» – per riprendere il titolo del libro di Manfred Spitzer – allontanando (piuttosto che avvicinare) il lettore medio dai testi fondamentali, come i classici e i manuali universitari e accademici, impegnativi ma indispensabili non solo per una eventuale professione ma anche per conoscere se stessi e la propria appartenenza storico/sociale.

Questo non significa che la valutazione debba essere di per sé ostile alle nuove opportunità. Esse vanno comunque assunte criticamente, operando un provvisorio ma indispensabile bilancio di aspetti positivi e negativi, in modo da vivere nella maniera più sana e consapevole quanto offerto dalla rivoluzione digitale.

E per notare anche che le migliori opportunità informatiche a disposizione per l’apprendimento e la creatività (anche a livello scolastico) possono giungere non tanto dai testi elettronici, quanto dai videogiochi online.

Queste, in sintesi, sono le tematiche che caratterizzano il presente libro. La posta in gioco Il rapporto tra Internet e cultura riprende problematiche e riflessioni non certo nuove. Sono nuovamente riemerse categorie che si ritenevano obsolete e sorpassate — come la classica accoppiata «apocalittici/integrati», resa celebre da un saggio di Umberto Eco del 1964 – ma che si ripresentano puntualmente a ogni nuova scoperta e invenzione, scatenando discussioni infinite. Intuendo l’importanza anche commerciale della questione, le medesime case editrici pubblicano testi di autori pro e contro Internet. Nel corso di una precedente pubblicazione si è ricordato il dibattito tra due epigoni delle rispettive correnti, Nicholas Carr e Howard Rheingold, anche se la polemica è poi cresciuta a dismisura, arricchendosi di contributi dai titoli egualmente significativi.

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