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Un libro per comprendere gli effetti dei 'deep media'

Un libro per comprendere gli effetti dei 'deep media'

12 Febbraio 2013 Redazione SoloTablet
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Il consumatore di media non è più passivo nè sedentario ma mobile, attivo, partecipe, disposto allo scambio e alla collaborazione. Un libro da poco uscito di Frank Rose ce lo racconta in dettaglio. Un libro utile per lettori interessati ma anche per manager d'azienda sensibili a ciò che accede nei mercati in cui operano e disponibili a reagire ed agire nella maniera più appropriata.

Frank Rose, l'autore del libro è un antropologo digitale nonchè giornalista di Wired. Il suo libro, da poco disponibile anche in Italia con il titolo di 'Immersi nelle storie', Edizion CODICE ( 300 pagine per un prezzo di 30 euro), descrive come negli ultimi anni si sia sgretolata l'intera struttura dei media tradizionali e come da un mondo governato dalla legge 'comanda e controlla' si sia passati ad uno nel quale a prevalere è il motto 'seinsibilità e capacità di risposta'.

Il libro di Rose potrebbe risultare particolarmente utile alle molte aziende italiane che, pur convinte della necessità di cambiare cultura aziendale, continuano a governare la loro organizzazione in modo gerarchico e poco collaborativo. Un errore perchè il dipendente, il cliente, lo spettatore e l'utente non sono più quelli di una volta.

Queste aziende continuano, forse, ad utilizzare media tradizionali per le loro attività ed iniziative marketing e promozionali, mentre dovrebbero sperimentare nuovi media in grado di sostituire i cosiddetti 'mass media' con nuovi media (ddep) capaci di creare esperienze utente (personali) immersive, più coinvolgenti e più utili al raggiungimento dell'obiettivo commerciale.

Secondo Rse il futuro ci chiama tutti a nuove forme di creatività e innovazione.

"I prodotti non vengono più solo consumati. Le persone vogliono condividerli e si aspettano di poterlo fare. Se parlamo di contenuti digitali la possibilità di condivisione ne aumenta il valore. Per le aziende è meglio non mettere troppi paletti. Le persone amano le storie e vogliono far parte di esse".

 

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