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Digital Marketing: quale futuro e in quale direzione?

Digital Marketing: quale futuro e in quale direzione?

26 Agosto 2015 Redazione SoloTablet
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Aziende, Marche e singoli professionisti sono tutti alla ricerca di nuovi modi di farsi vedere presenziando con le loro narrazioni gli spazi digitali online. Farlo non è così semplice ma richiede una visione, una strategia marketing, una capacità di ascolto dei bisogni emergenti, una propensione a farsi contagiare da temi e tendenze in atto e infine una grande abilità nell’adattarsi a nuove tecnologie digitali e ai loro strumenti. Grazie alle nuove tecnologie digitali è oggi possibile implementare strategie, progetti e campagne marketing di successo.

Definire cosa sia e quanto sia di successo il Digital Marketing è cosa complicata. Nella sua accezione terminologica non è altro che un contenitore di prodotti, servizi e attività marketing misurabili e interattive finalizzate a creare contatti, conversazioni e relazioni con potenziali clienti con l’obiettivo di generare nuove opportunità commerciali e di fidelizzarli. Il tutto attraverso tecnologie e strumenti digitali usati per promuovere una Marca e i suoi marchi, per coltivare relazioni con i clienti-consumatori e aumentare le vendite attraverso i molteplici canali digitali oggi disponibili.

Il marketing digitale si compone di varie attività come il SEO (Search Engine Optimization) e il SEM (Search Engine Marketing), l’implementazione di campagna marketing e di iniziative di commercio elettronico, la creazione di contenuti e narrazioni online, l’uso dei media sociali per attività di marketing, la produzione di e-book e altri media digitali utili a creare qualche forma di interesse, coinvolgimento e relazione con un potenziale cliente.

Quanto il Marketing Digitale produca risultati tangibili è oggetto di dibattiti e riflessioni online, soprattutto quando viene praticato al di fuori di strategie di marketing integrate e svincolate dal semplice mezzo tecnologico. Per offrire un nuovo contributo a quanti praticano il Marketing Digitale, SoloTablet ha intervistato Simone Serni, Marketing Manager, Social Media Manager e Digital Marketing Trainer&Mentor.

Buongiorno Serni, ci può definire cosa è per lei il Digital Marketing e l’uso che ne fa? Non le sembra semplicemente un modo nuovo per ridefinire pratiche di marketing consolidate da tempo? Cosa c’è di diverso oggi che dovrebbe suggerire l’adozione di buone pratiche di marketing digitale e di social media marketing?

Il Digital marketing è uno degli strumenti più importanti e strategici che oggi un’azienda ha a disposizione sia per promuovere le sue attività (prodotti, progetti, servizi, ecc.) che per mettersi in diretto contatto con dei potenziali clienti. Non ridurrei il Digital Marketing  ad un semplice nuovo “titolo” per alcune strategie del Marketing tradizionale, anzi, un’azienda oggi ottiene maggiori risultati se attacca il mercato su più versanti, e se segue un vero Piano Marketing Mix Multicanale (ovvero produce attività e contenuti incrociati su più canali in modo simultaneo ma non casuale, ottimizzando la comunicazione in base alla natura del canale stesso).

Il Social Media Marketing, oggi in Italia, è sulla bocca di tante troppe persone ma in pratica sono poche le aziende che sfruttano a pieno le potenzialità di questa nuova “modalità” di fare Marketing. Ripeto: Digital & Social Marketing è qualcosa di diverso dal Marketing tradizionale. Ottieni maggior successo se pianifichi le tue strategie pensando ad entrambi e sfrutti a pieno le caratteristiche del primo incrociandole con le attività del secondo.

La pratica del marketing digitale è ampiamente diffusa e praticata nei mercati anglo-sassoni e in paesi nei quali l’intero processo di marketing è da sempre legato alla focalizzazione sul cliente, alla misurazione dei risultati, alla relazione e all’uso di tecnologie e approcci innovativi. Qual è secondo lei la situazione italiana e quali sono le resistenze, se esistono, che impediscono a molte aziende di rinnovarsi adottando nuove strategie e approcci marketing?

La pratica del marketing digitale è ampiamente diffusa e praticata nei mercati anglo-sassoni e in paesi nei quali l’intero processo di marketing è da sempre legato alla focalizzazione sul cliente, alla misurazione dei risultati, alla relazione e all’uso di tecnologie e approcci innovativi. Qual è secondo lei la situazione italiana e quali sono le resistenze, se esistono, che impediscono a molte aziende di rinnovarsi adottando nuove strategie e approcci marketing?

    La più grande resistenza che noto nelle aziende italiane è: il costo. Per mettere in atto un’ottima strategia di Digital & Social Marketing serve possedere qualcuno all’interno in grado di identificare il mercato, pianificare le azioni, gestire il flusso comunicativo web giornalmente in modo continuativo. Ciò determina la necessità di una figura interna ad hoc, e questa ha un costo che va ad aggiungersi agli altri costi Marketing. Per questo motivo, molto spesso le aziende:

    • si rivolgono ad Agenzie di Comunicazione, che io non vedo proprio di buon occhio per attività Digital & Social perché è come far rispondere al telefono di casa ad un conoscente che vive in un’altra città
    • mettono nelle mani di stagisti o nuovi arrivati l’area Digital & Social fidandosi ciecamente del loro lavoro solo per meriti anagrafici (sono giovani e quindi ne capiscono) o perché hanno studiato qualche materia relativa a Comunicazione o Marketing. Attenzione! Veramente molta attenzione! Fareste mai pensare e realizzare uno spot pubblicitario che va in TV da un giovane appena arrivato? No. Ok, quindi per quale motivo vi fidate di far parlare a nome vostro sul web da un quasi sconosciuto? Inoltre, ricordatevi che “verba volant, scripta manent ma sul web non si cancella più”. Per essere chiari: se fate un errore su un brochure cartacea o su uno spot pubblicitario TV rideranno di voi 1 volta, ma se fare un errore sul web rideranno di voi per sempre! Sì, nel caso in cui un tweet, un post o un articolo venga ricondiviso su altri server nel mondo, il vostro errore non potrà mai più essere cancellato. Pensateci bene. 

    Molte attività di marketing digitale ruotano intorno a pratiche SEO/SEM. Queste pratiche sono però legate al Web in un contesto nel quale l’arrivo delle APP ha rivoluzionato tutto, cambiando abitudini e comportamenti dei consumatori, dando forma a nuovi stili di vita e ponendo nuove sfide a Marche e aziende per raggiungere e fidelizzare i loro clienti. Che ruolo possono giocare nel marketing digitale le APP (ad esempio nelle ricerche Google) e come cambierà nel prossimo futuro il ruolo del Web?

    E’ vero le App stanno trasformando fortemente anche le modalità di fare marketing, una su tutte WhatsApp che detiene lo scettro tra le applicazioni Social. Milioni di persone la utilizzano tutti i giorni e le aziende stanno iniziando a sfruttarla giustamente come strumento per la “customer care” (assistenza, contatto diretto, real-time chat).

    Le App avranno un peso determinante nelle strategie marketing del futuro, soprattutto perché grazie a loro le aziende sanno in tempo reale chi sei, cosa fai, quali servizi stai utilizzando, ecc. ecc. Ma attenzione, non pensiamo che un’azienda possa facilmente creare un’App, metterla su Apple Store e per questo ottenere successo e tanti download.

    In base al settore di riferimento, ad un’azienda medio-piccola merita sicuramente sfruttare circuiti di App già esistenti e famose in cui inserirsi (anche a pagamento), mi vengono in mente TripAdvisor, App riguardanti il Meteo e quant’altro. Se volete fare un investimento non pagate per fare una vostra App, pagate per entrare a far parte di App con milioni di utenti attivi.

    Il 2016 è stato definito l’anno delle tecnologie indossabili. I nuovi prodotti indossabili o wearable sono destinati a diffondersi e a determinare l’emergere di nuovi comportamenti e stili di vita. Grazie ad essi gli uffici marketing, le agenzie di comunicazione e gli specialisti come lei avranno la possibilità di sperimentare nuove opportunità per attività marketing e comunicazionali ma soprattutto per raggiungere e coinvolgere sempre meglio in nuove esperienze utente i consumatori e potenziali clienti. Qual è la sua opinione sulle tecnologie indossabili e quale il loro ruolo potenziale nelle attività di marketing digitale?

    Il mondo dell’IoT (Internet of Things) è in piena crescita ed è già parte di noi, pensiamo ai Google Glass e agli Apple o Samsung Watch, Cruscotti delle Auto intelligenti. Sono tecnologie che in questa prima fase (nascita) si limitano al semplice ruolo di strumenti, ma già dalla loro seconda generazione sono sicuro che vireranno verso una totale convivenza con il mondo Digital & Social, offrendo spazio ad implementazioni marketing, advertising e altro.

     

    Il successo delle piattaforme di social networking suggerisce di guardare al Web in modo diverso. Se la maggior parte degli utenti di Internet vive e abita gli spazi sociali forse è lì dove andrebbero concentrate le attività di marketing digitale. Lei cosa ne pensa?

    I dati parlano chiaro, negli ultimi 5 anni gran parte dei budget marketing, di grandi ma anche di medie aziende, sono stati spostati sull’online. Carta stampata, eventi & fiere, pubblicità televisiva e costi commerciali vengono sempre più tagliati e spostati sul versante web. Non scordiamoci anche che, il web è l’unico canale che offre un preciso feedback e ROI su ogni euro speso: sai chi ti ha visto, cosa ha visto, quando, se da una pubblicità ha deciso di acquistare, se ha visitato il sito perché da visto un video, un post o un’infografica.

    Le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per attività di marketing digitale sono infinite. In particolare una eccelle su tutte le altre, la disponibilità di grandi quantità di dati che possono essere analizzato per decisioni e campagne marketing sempre più personalizzate e contestualizzate. Cosa dovrebbe fare un’azienda per disporre in modo efficace di questi dati e delle informazioni da essi derivabili?

    La questione “Big Data” è molto delicata, non per ovvi motivi di privacy, ma per innata arretratezza tecnologica delle aziende italiane. Mi spiego, quando vi dicono che grazie all’analisi di una grandissima mole di dati ed informazioni possiamo riuscire a fare di tutto, è vero, ma le aziende italiane devono fare i conti con costi e arretratezza.

    E’ inutile che un’azienda ottenga centinaia di righe di informazioni su un visitatore web quando internamente non ha un CRM ben strutturato e moderno che le permetta di gestire e automatizzare tutta una serie di attività (anche sui Social) da svolgere su quel preciso prospect. Non possiamo pensare di fare tutto manualmente. Cerchiamo di essere realisti.

    Penso che le aziende italiane debbano prima di tutto evolvere mentalmente, iniziare ad abbracciare le nuove tecnologie, conoscerle bene (anche con corsi di formazione) e solo dopo tutto questo pensare ai Big Data. 

    A conclusione della nostra intervista vuole aggiungere qualcosa inerente alla sua attività? Ad esempio buone pratiche , referenze, proposte, ecc.?

    Non sarò né il primo nè l'ultimo a darvi questo consiglio: non smettete mai di apprendere nella vita, i corsi di aggiornamento e formazione possono salvare il vostro futuro. Conoscere significa capire e per questo reagire. Saper cambiare e adattarsi ai nuovi bisogni è prioritario su tutto il resto. Nel lungo periodo, è forse l’elemento che più di tutti influisce per la permanenza sul mercato.

     

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