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Il cervello che legge e le nuove tecnologie digitali
Non siamo nati per leggere ma siamo dotati di un cervello straordinariamente plastico. La cultura è figlia del cervello che legge, ma la lettura è un fenomeno recente nella storia dell’evoluzione umana (6000 anni fa). Oggi l’avvento della cultura digitale e il suo privilegiare l’immagine rispetto alla scrittura fa sorgere nuove domande e ci obbliga a più approfondite riflessioni.
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Tecnologia e gioco, integrazione e innovazione
Le attività ludiche legate alla tecnologia sono state rivoluzionate dall’iPod, dai telefoni cellulari, dai dispositivi mobili sempre connessi e dalle nuove tecnologie ( memorie, processori, riconoscimento vocale) che li caratterizzano. L’utente gioca interagendo attivamente e producendo popri contenuti che danno forma al gioco creando nuove esperienze immersive e coinvolgenti.
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Nativi digitali e motori di ricerca
Il motore di ricerca, incluso quello di Google, è diventato sempre più potente e intelligente ma fa ancora fatica a distinguere i contenuti buoni da quelli spazzatura e prodotto dallo spam della rete. Il problema non avrà soluzione rapida. Unica soluzione sapere cosa cercare!
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Tablet a scuola: deconcentrazione garantita e istituzionalizzata
Considerati i risultati molti si interrogano se valga ancora la pena andare a scuola. Se lo chiedono soprattutto i nativi digitali che grazie alla loro abilità nell'uso delle tecnologie hanno accesso a fonti di conoscenza e di sapere alternativi in grado di fornire loro strumenti e materiali per una formazione personale e professionale adeguata ai tempi. Nel frattempo le istituzioni scolastiche reagiscono alla immobilità istituzionale introducendo nuovi gadget tecnologici a scuola.
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Un tablet per ogni studente. Come se fosse solo questo il problema….
L’anno scolastico 2013-2014 si presenta con budget ridotti all’osso e l’attenzione rivolta a problemi più importanti come posto di lavoro e sopravvivenza di istituti scolastici e facoltà. Tutti sono alla ricerca di investimenti tecnologici ma pochi hanno le idee chiare su cosa farne nel caso in cui diventassero disponibili.
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Per non rimanere indietro. Insegnanti alle prese con un tablet
La distanza tra generazioni nell’uso delle nuove tecnologie è, in alcuni casi, abissale. Lo è anche a scuola con professori in difficoltà nell’uso del mezzo tecnologico e ragazzi che usano i loro dispositivi come protesi corporali e mentali. Il gap è grande ma si può superare. Serve però una mentalità più aperta alla innovazione e tante voglia di sperimentare. Ciò che a scuola in realtà si dovrebbe sempre fare. Se non ora quando? Nel frattempo sono nummerose le sperimentazioni in corso.
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La collaborazione progettuale utile alla introduzione di strumenti collaborativi in classe
Lavorare insieme non è semplice ma tutti i progetti di informatizzazione richiedono forme di collaborazione tra personale tecnico e non tecnico. Collaborare non è da tutti, soprattutto se si è in posizione di comando. La collaborazione conviene a tutti ma molti la evitano quando se ne presenta l'opportunità. La convenienza sta nei risultati ottenibili in termini di produttività, creatività e innovazione.
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Una scuola per cittadini digitali del futuro
I nativi digitali che frequentano la scuola dimostrano una dimestichezza crescente nell’uso delle nuove tecnologie ma anche un deficit elevato nel saperle usare in modo più intelligente. Colpa loro? Non proprio! Le responsabilità maggiori sono quelle di genitori disposti a soddisfare tutte le richieste tecnologiche senza fornire alcun tipo di supporto e affiancamento suggerire come usarle. Responsabile è anche la scuola……
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Per faticare meno, copio e incollo! Così evito di leggere e scrivere...
Nativi digitali e immigrati digitali pari sono, almeno nella pratica diffusa del copia e incolla che poco spazio lascia alla lettura e alla scrittura. Divorati dall'urgenza e dalla rapidità, studenti e insegnanti, docenti e discenti, sono diventati maestri di un'arte che ha semplificato il lavoro dello scrivere ma anche ridotto le capacità mentali di elaborazione e di memorizzazione e la profondità mentale. Almeno così pensano i ciritici del copia e incolla! Provate a chiedere ad uno studente e avrete risposte molto diverse.
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Scuola e tecnologia, cosa pensano gli insegnanti [1]
La tecnologia va bene ma non deve invadere gli spazi che sono e devono rimanere "umani". Insegnare in una scuola tecnologicamente attrezzata non implica necessariamente un rinnovamento della didattica perché, ancora, non tutti i docenti sono disponibili al cambiamento o hanno le competenze richieste; inoltre, ogni azione didattica che preveda l'uso delle ICT è necessario sia supportata da una struttura progettuale che stabilisca obiettivi, tempi e modalità ben definite che rispettino la naturale evoluzione del processo di crescita dei ragazzi ed i ritmi di apprendimento.
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