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La manipolazione dei media nasce dalle parole (Lockdown, green pass, job act, stepchild adoption)
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Pensate al disagio di un italiano all’estero (capita di essere interpreti o bersagli di come vanno le cose) che apprende che il Parlamento del suo Paese si appresta a discutere (tra l’altro) sulla promulgazione di una legge che porta il nome stepchild adoption – vocabolo composto che (mettiamoci forse) neppure la metà dei parlamentari saprebbe spiegarne il significato nella lingua della parola medesima.
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Falsos amigos
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Giustizieri della Rete e danni collaterali
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In libreria un nuovo libro che invita alla riflessione critica sull’uso delle tecnologie dell’informazione e sui suoi effetti collaterali. Il testo è di Jon Ronson e parla di personaggi pubblici e semplici cittadini rovinati o con la vita distrutta per colpa di un cinguettio (#enricostaisereno), una fotografia Instagram o un post sul muro delle facce.
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Surplus cognitivo da uso di dispositivi tecnologici
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Farsi strada nel sovraccarico di informazioni o staccare la spina non è semplice, soprattutto se si è abituati da anni ad essere sempre connessi e aggiornati. Non farlo significa alimentare il surplus cognitivo e impedirsi di guardare al mondo con occhi liberati dalla tecnologia e riposati. Per farlo bisognerebbe però rinunciare a gesti e abitudini che negli anni hanno finito per dare forma e piacevolezza alla vita di ogni giorno.
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