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Siamo in un’epoca in cui rischiamo di trovarci tutti isolati benché connessi (Alessandro Bertirotti)
L’antropologia, specialmente quella della mente, può fornire un contributo interpretativo dei tempi che stiamo vivendo, in una prospettiva a lungo termine. Parlare, invece, di antropologia digitale mi sembra senza senso, a meno che non si intenda riferirsi alla necessità di utilizzare la tecnologia, in tutte le sue applicazioni, per studiare i comportamenti umani e la mente che ne è l’origine.
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La rete è uno strumento di manipolazione della realtà, una realtà simulata (Stefania Cirillo)
Bisogna spostare il fulcro dell’attenzione su ciò che succede in rete a prescindere dall’uso personale. I dati personali, i cookies, i pop-up, tutti strumenti a favore del grande marketing, utilizzati per creare desideri, per invogliarci a comprare. Per questo insisto sul legiferare l’algoritmo, dare il proprio consenso quando ci si iscrive in un sito, non basta. La maggior parte delle persone acconsente ignara del contratto che sottoscrive.
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La tecnologia è una caratteristica prettamente umana, da usare in modo costruttivo (Rocco Barbaro)
Il dare senso alla vita è una cosa importante; bisognerebbe cambiare i paradigmi con i quali viviamo: crescita economica infinita, rincorsa al denaro… e dedicarsi maggiormente allo sviluppo della coscienza non dal punto di vista religioso, ma dal punto di vista antropologico. Sviluppare un umano più evoluto nel rapporto con gli altri e con il pianeta terra. La cosa veramente preoccupante è che allo sviluppo tecnologico sempre più veloce non ci sia un altrettanto interesse per la crescita della coscienza umana.
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Il recupero di una coscienza critica è auspicabile ma impossibile da produrre (Rocco Bruno)
Viviamo tempi di alienazione ed estraniamento ulteriore dalla realtà. Per quanto artificiale e artefatta a causa delle convinzioni o credenze su cui si basa, con l’avvento dell’era digitale ci pone di fronte all’attacco più importante mosso alle nostre capacità cognitive. Le persone non sono preparate, ripiene di cumuli di sciocchezze e ridotti a meri consumatori, all’impatto della tecnologia sulla loro psiche. È come avere un televisore personale che ci portiamo sempre appresso e con quale crediamo di avere una relazione col mondo, ma non è così. Le APP di messaggistica sono lo strumento più importante di questo isolamento che porta le persone a credere di avere una relazione con qualcuno solo perché gli ha mandato un emoticon.
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