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La filosofia è ricerca della verità.
Viviamo di racconti e miti, i quali ci aiutano a leggere e a comprendere il reale. Non possiamo vivere senza queste storie. Internet e le nuove tecnologie ci spingeranno a sviluppare nuove narrazioni che ci permetteranno di continuare a leggere la realtà che ci circonda; in ciò non faremo che proseguire nella nostra avventura di interpretazione del reale, che non può fare a meno di essere mitica.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
La realtà tecnologica cambia, i concetti usati per comprenderla no!
Fino a quando nelle scuole non verranno dedicate delle ore finalizzate all’educazione digitale è difficile coltivare una visione ottimistica del futuro. Avere una cultura sulle tematiche inerenti alla tecnologia e ai suoi effetti non può essere solo priorità di alcune classi sociali o culturali. Questi argomenti hanno la stessa importanza delle materie canoniche studiate normalmente negli istituti.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Il filosofo non deve limitarsi a scuotere la testa (Giuseppe Goisis)
Il filosofo non deve limitarsi a scuotere la testa, e a lasciare che il mondo corra dove vuole, o dove è spinto dalla necessità, indicando invece la prospettiva di un vero e proprio umanesimo del limite, che faccia riannodare, fra l’altro, il legame nuziale, perduto e rimpianto, fra l’uomo e la “sua” Terra. Davvero, la Terra, valorizzata ma anche devastata, oggi “splende di trionfale sventura”.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Indossiamo lenti tecnologiche che hanno già deformato la realtà, ma noi non lo vediamo
Pervasività e meccanicità sono i termini che meglio fotografano l’attuale era tecnologica, la tecnologia e quello che è il loro maggiore esponente presente nelle nostre vite, lo smartphone; sono un “prolungamento esistenziale” di umanità sospese ad una notifica, nuovi meccanicismi biologici ed emozionali sono legati a gesti spesso ripetitivi e privi di logica in cerca di un “qualcosa” che deve pervenirci, una notizia, una persona che ci cerca e deve comunicarci qualcosa. In un secondo, in un flash.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
𝕋𝔼ℂ𝕆ℕ𝕆𝕃𝕆𝔾𝕀𝔸: 𝕄𝔸 𝔻𝕀 ℂ𝕆𝕊𝔸 ℙ𝔸ℝ𝕃𝕀𝔸𝕄𝕆?
Una riflessione/provocazione pubblicata sulla piattaforma di professional networking di LInkedin. Una provocazione rivolta in particolare a filosofi, consulenti filosofici e psicologi impegnati, nelle loro attività professionali, con aziende che stanno vivendo e/o implementando la trasformazione digitale.
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Siamo ormai sottomessi alle categorie dell’ovvio e del necessario (Claudia Faita)
Il futuro dipende da noi, dagli obiettivi che ci poniamo nel costruire tecnologie e porle al servizio dell’uomo. Purtroppo ci stiamo rivelando dei “cattivi filosofi” poiché stiamo edificando un avvenire “a misura di macchina” anziché utilizzare le macchine per un domani “a misura di uomo”. Sono tuttavia convinta che siamo ancora in tempo per invertire la rotta. Anche se è difficile immaginarlo, un mondo migliore per l’uomo potrebbe essere davvero a portata di mano.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
La riflessione sulla tecnologia sembra fermarsi alla superficie
Ricordo che un mio professore di Italiano, al liceo classico, sosteneva che il participio passato di “riflettere”, anche nell’accezione di “pensare”, dovesse essere “riflesso”. Al di là delle considerazioni linguistiche, c’è una grande domanda filosofica nascosta in questa coniugazione che sembra così incongrua all’orecchio: cosa facciamo, esattamente, quando riflettiamo? Elaboriamo un pensiero originale e ponderato (“ho riflettuto”) o ci limitiamo ad essere specchio di ciò che ci circonda, in un movimento superficiale e acritico (“ho riflesso”)?
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Ormai siamo noi le protesi dei vari dispositivi tecnologici che usiamo
La tecnologia, la tecnica, non è mai stata neutrale, chiunque ne parli in termini di neutralità mi suscita subito dei sospetti: o è in malafede o sta sottostimando il fenomeno. Scontata la considerazione che ogni tecnologia può essere utilizzata bene o male, quello che va tenuto sempre presente è che tutto quanto potenzia, affina, velocizza, allarga, intensifica, i nostri sensi, o le nostre capacità, non può che influenzarci, per questo la tecnologia determina dei mutamenti che spesso sono imprevedibili anche per gli esercizi di critica più intensi o per le riflessione più sottili.
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Siamo ormai sottomessi alle categorie dell’ovvio e del necessario (Claudia Faita)
Il futuro dipende da noi, dagli obiettivi che ci poniamo nel costruire tecnologie e porle al servizio dell’uomo. Purtroppo ci stiamo rivelando dei “cattivi filosofi” poiché stiamo edificando un avvenire “a misura di macchina” anziché utilizzare le macchine per un domani “a misura di uomo”. Sono tuttavia convinta che siamo ancora in tempo per invertire la rotta. Anche se è difficile immaginarlo, un mondo migliore per l’uomo potrebbe essere davvero a portata di mano.
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Abbiamo bisogno di cenobi per il terzo millennio
Siamo sempre più immersi in un tempo orientato allo smarrimento della relazione con la vita che ci circonda, con quella che ci ha preceduto e appena si intravede, con le altre persone e, infine, con noi stessi. Quattro movimenti di separazione che, attraverso alcune metafore cliniche, potrebbero aiutarci a parlare di questa epoca come un’età segnata dall’autismo e dall’Alzheimer, cioè di perdita, progressiva e pandemica, del contesto e della memoria.
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