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A Natale regala un libro: Insieme ma soli di Sherry Turkle
Se avete amici con figli che passano il loro tempo su Facebook e social network vari, il nostro suggerimento è di regalare il libro " Insieme ma soli " di Sherry Turkle. Il regalo è perfetto anche per persone adulte senza figli e amanti della vita digitale online. Ricco di informazioni, dati, risultati di ricerche e di indagini il testo è una lunga riflessione sugli effetti che la tecnologia sta avendo nella trasformazione del nostro io più profondo e immateriale e dei nostri rapporti sociali. Con la tecnologia pensiamo di essere meno isolati e di avere sempre meno bisogno degli altri, e se ci sbagliassimo?
Si trova in Blog / TECNORAPIDI e TECNOVIGILI
Alcune riflessioni anarchiche sulla tecnologia
Le conversazioni, gli scritti e i racconti della rete che hanno come tema la tecnologia sembrano tutti improntati alla tecnosofia. L’innamoramento per le nuove tecnologie nasconde però un’errata percezione degli effetti delle stesse sulla vita personale, sociale, psicologica e lavorativa delle persone. La mancata percezione dei rischi e degli effetti denota una incapacità a sviluppare un pensiero critico e consapevole sulla tecnologia, utile a una riflessione più generale sui tempi che stiamo attraversando.
Si trova in Blog / Tabulario
Aziende e utilizzo dei social media
Segnaliamo un articolo pubblicato su MOVA relativo ai risultati completi della ricerca Lundquist sull'uso dei social media nelle imprese italiane. Sono satti analizzati la copertura da parte di Wikipedia delle maggiori aziende italiane, l’utilizzo delle piattaforme di professional networking (in primis LinkedIn), i canali di file sharing (YouTube, SlideShare, Flickr e Pinterest), l’utilizzo dei social media da parte del top management aziendale ed infine l'utilizzo di Twitter.
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Binge clicking
Con il termine “binge drinking” ci si riferisce a un’assunzione eccessiva e rapida di alcol, finalizzata al raggiungimento dello stato di ubriachezza in poco tempo. Per la serie: trangugia e non ci pensare.
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C'erano una volta i link, poi sono arrivati i MiPiace
Chi frequenta la Rete da un pò di tempo si ricorda molto bene il ruolo e l'importanza dei Link, sia nella progettazione di una presenza online sia per interagire e sfruttare in modo intelligente con il motore di ricerca. Oggi il Link è superato, naftalinizzato e reso obsoleto da un pratica diversa, più immediata e soprattutto pervasiva. Una pratica nota come Like o MiPiace, diventata pervasiva e normale così come lo è quella del selfie o autoritratto.
Si trova in Blog / Tabulario
Clicca ‘Mi Piace’ e ti sentirai meglio! Forse ma forse!
Tentato da un ‘click’? Farlo non costa niente, o quasi. E se qualcuno stesse semplicemente manipolando emozioni, voglia di partecipazione, senso di appartenenza e visione etica della vita? Il ‘click’ come consolazione individuale e strumento di manipolazione e guadagno. Un fenomeno noto come 'Like Farming' dal quaie ci si può tranquillamente difendere.
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E se a usare impropriamente i social network sono i genitori?
Tutti i genitori o quasi mettono in guardia i loro figli dal pubblicare e condividere online informazioni personali. Alcuni studi recenti però indicano che i primi a violare questa regola sono i genitori stessi, nonostante le pressanti richieste dei loro figli ad evitare di farlo. I ragazzi chiedono che non siano pubblicate informazioni su di loro ma spesso le richieste rimangono inascoltate. Potere del media e del bisogno compulsivo degli adulti a presenziare il social network.
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Facebook è come il fuoco
Leggere l'ultimo libro di Howard Rheingold è una esperienza utile a tutti coloro che sono interessati a conoscere la nuova cultura digitale e a coloro che sempicemente la vivono senza interrogativi e analisi dei propri livelli di coscienza. Il libro, in alcune parti ridondante, ripetitivo e scontato, è ricco di spunti su tutti gli aspetti delle tecnologie che hanno invaso la nostra vita e sulle problematiche private e pubbliche ad esse associate.
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Facebook trappola per adulti e i Millennial sorridendo stanno a guardare
Secondo alcuni parlare di privacy oggi non ha più senso. La riservatezza individuale è costantemente violata da grandi oligopoli a caccia di dati e informazioni per usi commerciali e da governi in cerca di terroristi ma anche di maggiore controllo e sorveglianza. Basterebbero solo queste due ragioni per decidere di chiudere il proprio account di Facebook. Molti giovani lo stanno facendo, gli adulti immigrati digitali meno. Troppo lenti a capire tendenze emergenti ed effetti collaterali della tecnologia.
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Facebook, Cambridge Analytica e narrazioni mediali
Il caso Cambridge Analytica - facebook è diventato oggetto di innumerevoli narrazioni mediali. Un numero così elevato da far riflettere su un sovraccarico informativo e un surplus cognitivo che potrebbero avere reso ancora più confuso e complicato comprendere di cosa realmente si stia parlando. Soprattutto perchè era già noto da tempo che la trasparenza radicale predicata da Facebook agli utilizzatori dei suoi social network (non bisogna dimenticare che Facebook possiede anche WhatsApp e Instagram) non era altro che un invito alla complicità e alla cessione di dati e informazioni in cambio di servizi e della gratuità della piattaforma. Nel raccontare e riflesstere sul caso Cambridge Analytica - Facebook non è sufficiente fare riferimento alle narrazioni dei media. Bisogna riuscire a fare riflessioni libere, non conformistiche, tecno-critiche e tecno-ciniche insieme. Un modo per continuare a rimanere tecno-conspevoli.
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