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Ramsomware, mai abbassare la guardia
Negoziare, cedere o rifiutare? Una scelta non facile perché ogni opzione regala benefici e danni, vantaggi e svantaggi. La scelta migliore sembrerebbe quella di non cedere al ricatto e di non pagare, molti però accettano di pagare per non essere ostaggi a lungo. La scelta giusta sarebbe una negoziazione capace di ridurre il riscatto richiesto limitando il danno e le perdite. Forse però l’approccio più adeguato è quello di investire in strategie, partnership, soluzioni e tecnologie utili a prevenire gli attacchi ransomware.
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Resistere alla profilazione con la disinformazione
Una indagine recente di RSA evidenzia un fenomeno che merita di essere analizzato. L'ambito è quello dell'uso di dati personali, informazioni e contenuti online da parte di Marche, aziende, istituzioni e centri commerciali. Un uso tendenzialmente marketing e commerciale ma anche di controllo, spionaggio e sorveglianza. La reazione emergente sembra puntare alla falsificazione dei dati e alla disinformazione...
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Resistere alla profilazione con la disinformazione
Una indagine recente di RSA evidenzia un fenomeno che merita di essere analizzato. L'ambito è quello dell'uso di dati personali, informazioni e contenuti online da parte di Marche, aziende, istituzioni e centri commerciali. Un uso tendenzialmente marketing e commerciale ma anche di controllo, spionaggio e sorveglianza. La reazione emergente sembra puntare alla falsificazione dei dati e alla disinformazione...
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Ricatto ransomware, un termine e un pericolo con cui è meglio familiarizzare
Se i danni causati dal malware e dagli attacchi criminali online aumentano la colpa è in molti casi di utenti poco avveduti e attenti nell’uso delle tecnologie e nella protezione delle loro credenziali di accesso alle risorse online. Gli attacchi malevoli sono però sempre più insidiosi, violenti e ricattatori. Come nel caso dei ransomware, software che restringono l’accesso alle risorse di un computer e le liberano solo dietro il pagamento di somme di denaro o in bitcoin.
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Robot, intelligenze artificiali e cybercriminalità
Molta attenzione mediatica è oggi concentrata sul ruolo che i robot e le macchine intelligenti hanno nel rubare posti di lavoro sostituendosi a lavoratori in carne e ossa. Minore attenzione è rivolta invece a come queste macchine intelligenti potrebbero comportarsi in futuro nel caso in cui venissero attaccate e controllate da cybercriminali per usi criminogeni.
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Se la privacy non è una necessità, neppure percepita...
E' di questi giorni la pubblicazione di un'indagine di Save the Children, condotta da Ipsos, che evidenzia come il 90% dei ragazzi italiani, ma una percentuale simile interessa anche gli adulti, non abbia alcuna percezione dell'importanza della privacy personale nella loro vita digitale, online e mobile. Adulti e ragazzi vivono intensamente una cita sempre più socialmente digitale ma sono quasi inconsapevoli delle conseguenze, degli effetti e dei rischi associati al mancato controllo della privacy dei loro dati personali online.
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Sicurezza digitale: segreti e bugie
Il titolo fa riferimento a un libro di Bruce Schneier scritto anni fa e pubblicato da Wiley & Sons Inc. Dopo tre anni dalla pubblicazione nulla sembra cambiato. La cybercriminalità e gli attacchi cybercriminali sono gli stessi, solo più numerosi. Non sono cambiati neppure gli obiettivi e i rischi, seppure aumentati in quantità e ampiezza. Uguali sono anche gli strumenti di difesa disponibili, molti dei quali si rivelano inefficaci e inadeguati. Il problema della sicurezza non è svanito, non è diminuito ma anzi si è ingigantito. Principalmente perché a essere diventati più efficienti ed efficaci sono stati gli strumenti cybercriminali, diventati più potenti, più agguerriti e virulenti, più pericolosi perché utilizzabili da un numero crescente di entità criminali. Non è un caso che le frodi siano aumentate, i furti di identità siano diventati epidemici, il furto di credenziali di carte di credito è diventato una costante e le perdite finanziarie sono in aumento. Il problema è la crescente complessità del mondo digitale. Un tema di cui però pochi sembrano veramente prendere in considerazione.
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Sicurezza e la forza delle abitudini in azienda
I tempi correnti esprimono grandi fratture capaci di produrre profonde trasformazioni. Bisogna saperle cogliere, anche quando sono impercettibili e invisibili. Devono diventare oggetto di riflessione, per imparare a guardare ai potenziali scenari futuri in modo diverso e imparare dal passato. Un modo per farlo è analizzare le proprie abitudini, ciò che solitamente viene dato per scontato, gli automatismi a cui ci si affida acriticamente e inconsapevolmente. Anche in azienda, soprattutto in materia di sicurezza.
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Sicurezza ICT: più consapevolezza e formazione
PMI: il 60% dei dipendenti ritiene che l’azienda per cui lavora non prenda in giusta considerazione la sicurezza informatica. E’ quanto sostiene uno studio di Yoroi su un migliaio di utenti italiani (cittadini, professionisti e PMI appunto).
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Sicurezza online: mai fidarsi ciecamente di se stessi!
La pervasività e pericolosità del malware circolante online è tale da avere reso uguali gli utenti professionali e quelli normali. Due categorie di persone fondamentalmente diverse ma simili nei rischi che affrontano ogni giorno quando navigano la Rete, gestiscono la loro casella di posta o usano il loro dispositivo mobile. Simili perché spesso troppo sicuri di se stessi o semplicemente incoscienti…
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