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Humans are complex beings (Prantik Mukherjee )
We are not all about performing task and processing information. We have feelings, emotions, empathy for each other etc. AIs haven’t achieved that level of advancement where they can show these kind of complexity like human beings. If we are able to develop Sentient AIs in the coming decades then that might become a reality.
Si trova in Blog / Homo sapiens e Homo digitalis
Possiamo fidarci dei nostri consulenti digitali?
Intelligenze artificiali, APP, assistenti personali sono oggi sempre al nostro fianco. Ci assistono, ci orientano, ci seguono, ci sorvegliano, ci condizionano e ci controllano. Ma forse ci stiamo abituando male, soprattutto perchè ci stiamo dimenticando della complessità del mondo reale. Sul tema ha scritto un interessante articolo ANDREA DI MENNA che qui segnaliamo.
Si trova in Tecnobibliografia
🌼🌺🌹🥀🌷Macchine e umani pari non sono
La realtà da liquida si è fatta solida e reale, la sua sublimazione l’ha trasformata in digitale e in essa gli esseri umani si sono digitalizzati. Quasi senza accorgercene siamo entrati in una nuova fase dell’evoluzione della specie umana, nella quale, grazie alla tecnologia, pensiamo di essere diventati padroni assoluti del nostro destino; dimenticandoci, però, che siamo una specie animale il cui destino evolu- tivo dipende dalle interazioni con gli altri e con l’ambiente circostante. Ne deriva un’ovvia domanda: cosa succede se le altre specie non sono più umane e il contesto è sempre più ibrido e dominato dalle macchine?
Si trova in Blog / Tabulario
Sempre più schiavi di algoritmi tecnologici
In un libro anticipatore e profetico Douglas Roushkoff suggeriva la necessità di programmare per non essere riprogrammati, di creare il software e continuare ad avere accesso al pannello di controllo o diventare il software e accettare che a plasmare il mondo sia la tecnologia. A distanza di soli quattro anni molti parlano del ruolo pervasivo assunto dagli algoritmi tecnologici che governano il mondo digitale online e non solo. Con la loro pervasività, potenza e presenza stanno condizionando molti aspetti della vita quotidiana delle persone, compresi quelli psicologici e cognitivi.
Si trova in MISCELLANEA
Online una rivista di poesia creata interamente da robot
Macchine dotate di intelligenza artificiale si sono sottoposte al Test di Turing da decenni, ora lo stanno facendo anche robot capaci di comporre poesie. La tecnologia continua la sua evoluzione verso forme di intelligenza artificiale sempre più umana e i costruttori umani di robot umanoidi le usano scrivendo algoritmi tali da permettere loro di comporre poesie, credibili e convincenti nella loro umanità. Ora la produzione di queste macchine ha dato forma anche a una rivista letteraria.
Si trova in MISCELLANEA
Macchine artificiali sempre più simili a noi!
L'intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante nel dare forma a macchine intelligenti che appaiono naturali ed emotivamente sensibili, pur nella loro umanistica imperfezione. Macchine ben lontane da quelle prefigurate dal film metropolis e dai numerosi film di fantascienza che hanno, con le loro storie e visioni, anticipato molto di quanto oggi si sta realizzando.
Si trova in MISCELLANEA
La Singolarità è una fake-news (dialogando con Francesco Morace)
La definizione Intelligenza Artificiale è fuorviante: l’Intelligenza Umana non è replicabile perché ancora non ne conosciamo i meandri. Più corretto utilizzare il termine pseudo-intelligenza per descrivere le AI reattive o specializzate, le uniche possibili.
Si trova in Blog / Homo sapiens e Homo digitalis
La sorveglianza messa a tutela della libertà non mi preoccupa (Roberto Marmo)
Siamo ancora in tempo per dare la giusta direzione allo sviluppo della IA a supporto di una vita migliore dell’essere umano, visto che c’è ancora molta strada da fare prima di arrivare a macchine veramente intelligenti e creative. Linee guida per la ricerca sono necessarie in tutti i settori della ricerca, per non sprecare risorse e non creare danni all’umanità. Ma senza esagerare con le restrizioni, ricordo che proprio la libertà di ricerca ha portato allo sviluppo del famoso “deep learning” quando pochi ricercatori ci credevano perché la maggioranza riteneva le reti neurali di scarso interesse applicativo, ora tutti vogliono studiare solo “deep learning”.
Si trova in Blog / Homo sapiens e Homo digitalis
La rivoluzione tecnologica in atto ci coglie in un certo senso impreparati (dialogo con Gianfranco Barone)
L’essere umano è ancora un meccanismo troppo avanzato da imitare: oltre alla capacità logiche, come razza umana siamo dotati di una serie di “soft skills” come ad esempio l’empatia, la compassione, l’altruismo che non sono solo degli attributi casuali della nostra coscienza, ma ritengo che siano gli elementi fondanti che ci hanno permesso, durante l’evoluzione, di avere un vantaggio competitivo sulle altre specie. Focalizzarsi sulla singolarità delle macchine e intelligenze artificiali superiori è, al momento, in qualche modo deleterio, perché distrae il dibattito da argomenti molto più significativi che hanno risvolti pratici e devono essere affrontati. Ad oggi il problema non è legato a macchine super-intelligenti, ma a macchine super-stupide cui spesso deleghiamo scelte importanti, senza una supervisione umana, semplicemente perché è più comodo o costa meno.
Si trova in Blog / Homo sapiens e Homo digitalis
Gli algoritmi vanno messi al servizio di identità multiple (dialogo con Marco Minghetti)
Credo che non sia utile affidarsi troppo degli algoritmi e tantomeno inginocchiarsi di fronte alle loro profezie come se fossero pronunciate dall’Oracolo di Delfi. I software, come è spesso stato notato, riflettono i pregiudizi di chi li ha creati, perché sono scritti dagli esseri umani e si alimentano di big data forniti dagli esseri umani. Se fatti bene, però, sono strumenti che ci danno informazioni in più sulla realtà, sta a noi decidere come usarli. E il modo migliore per farlo è metterli al servizio di un progetto che consenta all’identità riscritta sul computer di perdere la propria fissità e permanenza, per esprimere la sua molteplicità: perché non vi sia più un’identità singola, ma un’identità plurima; non più una persona sola, ma più persone che identificano il medesimo soggetto.
Si trova in Blog / Homo sapiens e Homo digitalis