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Per andare oltre la pandemia
Segnaliamo una ubtervista a André-Yves Portnoff, professore, scrittore, consulente aziendale è direttore dell’Observatoire de la révolution de l’intelligence presso l’associazione Futuribles International. Per Portnoff dalla pandemia non c'è uscita senza una risposta elaborata con un pensiero sistemico e sinergico. La visione delve essere prospettica, di lungo termine
Si trova in Tecnobibliografia
Condurre o lasciarsi condurre? (Kosmè De Maria)
Un piccolo contributo, il racconto di un'esperienza vissuta a scuola, condivisa con l'intento di suggerire una riflessione sul significato dell'attesa e dell'ascolto in ambito educativo.
Si trova in MISCELLANEA
DOV’È IL SORRISO?
Come tutte le cose terrene, anche la pandemia avrà una fine. Poi tornerà il sorriso e rispunterà sui nostri visi con una forza nuova e la consapevolezza di quanto esso sia importante. Ma al momento? Cosa possiamo fare, se non vogliamo solo sentire la sua mancanza? Certamente non ci basta il sorriso degli occhi che trapela dal bordo della mascherina, non ci rasserenano i sorrisi che ci rimandano le videocamere dei nostri computer collegati in videoconferenza, non ci bastano le immagini sorridenti di Instagram o Pinterest. Ma soprattutto siamo preoccupati per la sparizione del sorriso sul viso di tanti amici, conoscenti e anche dei nostri bambini.
Si trova in Blog / Recinti aperti
PROFUMI E BALOCCHI IN ZONA ROSSA
I giochi non sono fatti una volta per tutte: il cervello è duttile e nei bambini apprende ancora rapidamente. A noi adulti la responsabilità di contribuirvi in modo adeguato e l’opportunità questo Natale di fermarci a scambiare doni. Cerchiamo di concederci quindi una esperienza relazionale piena e profonda, fatta di balocchi, attenzione e tempo, soprattutto tempo: un tempo dedicato non frettoloso, partecipato in una gratificazione condivisa, nel quale starci dentro con emozioni, gesti, sguardi, espressioni e sensazioni corporee. Una sosta salutare anche per l’ansia pandemica.
Si trova in Blog / Recinti aperti
Babele e dintorni
Pregliasco, Ricciardi, Galli, Locatelli, Burioni, Viola, Crisanti, Capua, Palù… abbiamo perso il conto non solo del numero di esperti - immunologi, virologi, microbiologi, infettivologi – ma soprattutto della quantità smisurata di dichiarazioni che hanno rilasciato su ogni possibile canale multimediale dal febbraio dell’anno scorso ad oggi.
Si trova in Blog / FilosoFare
L'emozione dominante è la paura (intervista con Enzo Battaglino)
È necessario osservarsi e osservare per capire cosa sia successo e perché, ma soprattutto a quale scopo si è ciò che si è e si fa ciò che si fa. Contemplando di rinunciare a un equilibrio che, per quanto anche fonte di sofferenza, è comunque un equilibrio. Si tratterà allora di renderci consapevoli, come società, di ciò che siamo stati e di come la pandemia, il confinamento e il distanziamento fisico ci abbiano mostrato anche i limiti di quel modello, sia in termini di investimenti nella sanità che di funzionamento economico, sociale ed ecologico. Innanzitutto, dando priorità alla salute in tutte le sue accezioni, all’inclusione della fragilità nella normalità, al ricercare nuove definizioni della normalità che includano ciò che avevamo negato, dimenticato, rimosso.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
Coronavirus: una esperienza traumatica su larga scala (dialogando con Elisa Forvi)
La quarantena ha portato alla luce la matrice delle relazioni, nella loro funzionalità e nella loro disfunzionalità. Utilizzando una metafora ha svelato il codice “Matrix” di programmazione delle relazioni. Ciascuna persona rispetto alla coppia o a relazioni significative ha giocato poi la sua partita, trovando aggiustamenti efficaci e facendo leva sulle risorse oppure scoprendo la fatica e la difficoltà, o l’impossibilità di stare in quelle relazioni.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
Sottovalutate le ricadute psicologiche della pandemia (dialogando con Marco Florio)
Credo che la questione psichica sia sempre centrale. La crisi, in qualunque ambito intervenga, è sempre l’esito fatale di un processo che affonda le radici nel tempo. I disturbi che lei ha giustamente rilevato, in realtà erano presenti già prima in ampi strati della società e lo dimostrano gli episodi di cronaca e il fatto che l’utilizzo di psicofarmaci sia in continuo aumento. Questo avviene anche perché la psiche dell’uomo ha un suo tempo e il mondo contemporaneo, per lo meno quello occidentale, sembra avere a mano a mano ridotto lo spazio pensabile per questo tempo.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
Il confinamento è stato un trauma immenso ma non uguale per tutti (dialogo con Brigitte Monassi)
Quando la crisi sarà passata molti riprenderanno uno sviluppo positivo. E’ la definizione della resilienza. Non sarà il caso di tutti, ci sarà un lavoro a livello personale da fare per costruire il proprio futuro qualora sul piano professionale sia stato affetto dalla crisi del Covid19. Ci sarà un grandissimo bisogno di accompagnamento e cura degli adulti e dei bambini che hanno subito dei maltrattamenti e mi duole il cuore a pensare a quanta sofferenza è emersa.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
Un futuro fatto di incertezza (intervista con Luca Morganti)
Per il futuro il problema principale è l’incertezza, motore cognitivo di quest’epoca improntata all’ansia: trovarsi nella situazione di non poter prevedere con esattezza i prossimi mesi e anni mette in una condizione sospesa e forzatamente limitata presente che, se da un lato può aiutare alcuni a godersi ciò che hanno, dall’altro lato può accentuare la crisi di coloro che sono abituati ad organizzare la propria vita al dettaglio con piani personali o lavorativi ben strutturati.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti