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Intelligenza artificiale: DeepMind e Google
Nessuno sembra oggi credere alla prossima esistenza di superintelligenze o intelligenze artificiali generali paragonabili a quelle umane. Molte narrazioni mediatiche al contrario le presentano come già in mezzo a noi. Numerose startup e I big tecnologici ci stanno comunque lavorando!
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🌼🌺🌹🥀🌷Macchine e umani pari non sono
La realtà da liquida si è fatta solida e reale, la sua sublimazione l’ha trasformata in digitale e in essa gli esseri umani si sono digitalizzati. Quasi senza accorgercene siamo entrati in una nuova fase dell’evoluzione della specie umana, nella quale, grazie alla tecnologia, pensiamo di essere diventati padroni assoluti del nostro destino; dimenticandoci, però, che siamo una specie animale il cui destino evolu- tivo dipende dalle interazioni con gli altri e con l’ambiente circostante. Ne deriva un’ovvia domanda: cosa succede se le altre specie non sono più umane e il contesto è sempre più ibrido e dominato dalle macchine?
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Sempre più schiavi di algoritmi tecnologici
In un libro anticipatore e profetico Douglas Roushkoff suggeriva la necessità di programmare per non essere riprogrammati, di creare il software e continuare ad avere accesso al pannello di controllo o diventare il software e accettare che a plasmare il mondo sia la tecnologia. A distanza di soli quattro anni molti parlano del ruolo pervasivo assunto dagli algoritmi tecnologici che governano il mondo digitale online e non solo. Con la loro pervasività, potenza e presenza stanno condizionando molti aspetti della vita quotidiana delle persone, compresi quelli psicologici e cognitivi.
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Online una rivista di poesia creata interamente da robot
Macchine dotate di intelligenza artificiale si sono sottoposte al Test di Turing da decenni, ora lo stanno facendo anche robot capaci di comporre poesie. La tecnologia continua la sua evoluzione verso forme di intelligenza artificiale sempre più umana e i costruttori umani di robot umanoidi le usano scrivendo algoritmi tali da permettere loro di comporre poesie, credibili e convincenti nella loro umanità. Ora la produzione di queste macchine ha dato forma anche a una rivista letteraria.
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Il futuro assegnato a un algoritmo
Alcuni ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston hanno costruito un algoritmo capace di produrre brevi animazioni a partire da un semplice sguardo a una immagine stabile per poi prevedere quali potrebbero essere i fotogrammi successivi.
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Macchine artificiali sempre più simili a noi!
L'intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante nel dare forma a macchine intelligenti che appaiono naturali ed emotivamente sensibili, pur nella loro umanistica imperfezione. Macchine ben lontane da quelle prefigurate dal film metropolis e dai numerosi film di fantascienza che hanno, con le loro storie e visioni, anticipato molto di quanto oggi si sta realizzando.
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Il dipendente sempre connesso alla ricerca di conoscenze
Tutti decantano la libertà e la flessibilità derivante dall'essere sempre connessi, molti realizzano che si tratta in realtà di semplici chimere, pochi hanno la forza e la capacità di pensare diverso e agire di conseguenza.
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Google Search usato da attivisti online per colpire Trump
Secondo quanto riportato da alcuni media, alcuni attivisti online hanno sfruttato gli algoritmi di Google per manipolarli in senso politicamente scorretto. Per protestare contro le politiche di Trump in fatto di immigrazione e diritti delle comunità LGBT, hanno inondato la rete di immagini di Trump che vengono visualizzate ogni qualvolta si interroghi il motore di ricerca sulla parola "IDIOTA".
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La democrazia dei dati
C’è che pensa che il mondo vada meglio di quanto pensiamo e chi si sta già preparando al peggio. Entrambe le opinioni non poggiano più solo su credenze, percezioni e ideologie ma soprattutto su dati. I dati sono quelli prodotti tecnologicamente e diventati in poco tempo merce abbondante, diffusa e sempre disponibile. L’abbondanza sembra essere per tutti ma lo è in modo diseguale e con effetti che meritano un’attenzione e una sensibilità particolari.
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Facebook: trasparenza, personalizzazione e algoritmi per mondi plasmati a sua immagine
Google, Facebook e altre piattaforme simili agiscono ormai come un medico che distribuisce placebo a pazienti che lo desiderano. Lo fanno usando semplici algoritmi, anche Facebook che ha recentemente chiuso il suo dipartimento editoriale che si occupava di decidere cosa fosse trendy e pubblicabile e cosa no. La scelta era dettata da pregiudizi e opinioni personali e ora sarà in mano ad algoritmi disegnati da ingegneri…senza pregiudizi e opinioni individuali?
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