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DEBITO [1]
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débito [dal latino debĭtus, da debere «dovere»; propr. «ciò che è dovuto»]. Il dovere in quanto imposto da una legge morale: è dovere dei genitori educare i figli; è dovere dei cittadini rispettare le leggi; assolvere il proprio dovere verso la patria, verso la società; per dovere di coscienza. Con senso più generico, essere, sentirsi in dovere verso qualcuno, essere o sentirsi impegnati verso di lui: non mi sento in dovere di aiutarti, di risponderti, ecc.; dovere coniugale, Obbligo del debitore di adempiere una determinata prestazione a vantaggio del creditore, consistente di solito nel dare o restituire qualcosa, soprattutto denaro.
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CASA [1]
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CASA [dal latino: casa, capanna, casupola]. Costruzione eretta dall’uomo per propria abitazione; più propriamente il complesso di ambienti, costruiti in muratura, legno, pannelli prefabbricati o altro materiale, e riuniti in un organismo architettonico rispondente alle esigenze particolari dei suoi abitatori. Anche abitazione, dimora, albergo, tetto nativo, focolare domestico, tetto coniugale, ostello, magione, domicilio, residenza, guscio, quattro mura E via andando di analogia in analogia: bugigattolo, baracca, catapecchia, stamberga, tugurio, topaia, tana, grotta, capanna, palazzo, edificio, castello, appartamento, casa chiusa, prigione, casa da gioco, parrocchiale, dello studente, ecc. mansarda, abbaino.
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RISCOPERTA [1]
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riscopèrta [der. di riscoprire (part. pass. riscopèrto)]. L’atto, il fatto di riscoprire. Spesso usato in senso figurativo, in particolare in ambito letterario e mediatico: ritorno di interesse e di apprezzamento nei confronti di un autore, un’opera, per fatti culturali o fenomeni di costume, per luoghi, usi, consuetudini dimenticati o non più apprezzati.
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VOCE [1]
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vóce [lat. vox vōcis] ma anche vocerella, vocetta, vocina, vociona. Si può usare per parlare, gridare, cantare. Si presenta come "una serie o insieme di suoni articolati emessi dall’uomo (v. fonazione), o di suoni inarticolati emessi da varî animali (o anche dall’uomo), alla cui produzione concorrono fondamentalmente, soprattutto nell’uomo, l’apparato respiratorio, con funzione di mantice, che ne condiziona l’intensità, la laringe, che ne regola l’ampiezza, la faringe con la cavità orale e le fosse nasali che ne determinano il timbro" (Treccai). La voce, maschile, femminile, infantile, anziana, può essere alta o bassa, forte o esile, profonda o tonante, piena o balbettante, intensa, acuta, argentina, squillante, cupa, grave, sorda, chiara, limpida e così via. Oggi, al tempo del coronavirus, può essere anche veicolo di contagio, in particolare se è urlata...
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TOLLERANZA [1]
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tolleranza [dal lat. tolerantia, der. di tolerare «sopportare, tollerare»]. La capacità, la disposizione a tollerare, e il fatto stesso di tollerare, senza ricevere danno, qualche cosa che in sé sia o potrebbe essere spiacevole, dannosa, mal sopportata. Atteggiamento di rispetto o di indulgenza nei riguardi dei comportamenti, delle idee o delle convinzioni altrui, anche se in contrasto con le proprie. Si ha tolleranza al freddo, al caldo, a determinati cibi, a un medicinale. Ci può essere una tolleranza immunitaria o immunobiologica. Si può tollerare che qualcosa esista, sia fatta come è fatta, avvenga, ecc. Si può essere tolleranti in fatto di religione, politica, etica, scienza, arte, ecc. Grazie alla tolleranza si possono rispettare le convinzioni degli altri, anche se diverse dalle proprie.
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COMUNICAZIONE [1]
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COMUNICAZIONE [dal lat. communicatio -onis, in tempo arcaico co-moin-em, greco koinós]. In fatto generico è il fatto di comunicare, trasmettere ad altro o ad altri, rendere partecipi, condividere idee, pensieri, principi. Alla base delle relazioni tra le persone, a livello emotivo, cognitivo, spirituale, operativo, ecc. Praticata per far conoscere, rendere noto, relazionare, presentare, diffondere messaggi, trasferire informazioni e conoscenze. Può essere anche non verbale, animale (biocomunicazione), posturale, tattile, elettrica, cinestetica, chimica, olfattiva, ecc. Nella forma di telecomunicazione è il processo per cui i messaggi generati da una sorgente vengono riprodotti in forma più o meno fedele presso il destinatario, collegato alla sorgente da un mezzo trasmissivo o canale. Oggi anche Social Networks.
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INDIFFERENZA [1]
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indifferènza s. f. [dal lat. indifferentia, der. di indiffĕrens «indifferente»]. Indifferenza dal latino, in diferentia ovvero senza diversità, dal pensiero greco al pensiero postmoderno ha portato con sé diverse sfumature di significato: in filosofia antica il concetto di indifferenza sussiste soprattutto nel pensiero stoico dell’ ataraxia ovvero nell’imperturbabilità dell’animo.
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FIDUCIA [2]
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fidùcia [dal lat. fiducia, da fidĕre «fidare, confidare»]. Relativo a affidabilità, serietà, credibilità, sincerità, amicizia. Per analogia fede, confidenza, sicurezza, certezza, buonafede, speranza (attesa fiduciosa). Descrive un atteggiamento rivolto a sè stessi e agli altri che evidenzia ottimismo, positività, valutazione positiva dei fatti, degli avvenimenti, delle persone, delle circostanze e delle relazioni. Atteggiamento hce genera un sentimento di sicurezza, tranquillità. La fiducia può essere salda, intera, piena (assoluta), incrollabile, incondizionata, cieca, illimitata, reciproca, ben riposta o malriposta, esagerata, stolta, ingiustificata, immotivata, poca, cauta. Bisogna avere fiducia nell'uscita dalla pandemia e ottimisti sul fat(t)o che prima o poi saremo vaccinati!
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AUTOREVOLEZZA [1]
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autorevolézza [der. di autorevole, autore]. L’essere autorevole, qualità di persona o cosa autorevole. Carattere di chi, di ciò che è autorevole: persona di molta a.; l'a. di una testimonianza. Sinonimo di prestigio, autorità, credibilità
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FELICITA' [1]
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felicità [dal lat. felicĭtas -atis]. Lo stato d'animo di chi è felice. Parola di cristallo, si ha paura di perderla (romperla). Spesso vissuta e ripiegata sul benessere individuale. Secondo Levinas la felicità può essere intesa come cura, come essere per l'altro, legata a comportamenti di gratificazione e gratuità. Lo diceva già Aristotele, si può essere ricchi da soli ma per essere felici bisogna essere almeno in due.
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