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La pandemia della mente
La parola pandemia si è fatta strada velocemente popolando l'intero panorama mediale in cui siamo immersi. Da semplice influenza il Coronavirus si è fatto epidemia e poi pandemia. Pochi al momento intravedono un altro tipo di pandemia in formazione. Anch'essa emergente come influenza, questa volta psichica, pronta a farsi epidemia e potenzialmente a trasformarsi in pandemia della mente. Ne ha scritto in un interessante articolo Donatella Di Cesare sul quotidiano Il Manifesto e che qui segnaliamo.
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Provare paura
Segnaliamo un'intervista de Ilfattoquotidiano al teologo Mancuso. Il tema è la paura e il perchè ne soffriamo di fronte a un nemico piccolo ma sconosciuto e che sembra più grande di noi. Per Mancuso può essere un’occasione per conoscere se stessi e diventare migliori.
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Il conto da pagare e chi lo pagherà
In un'intervista a Huffpost, la scrittrice e attivista no-global Naomi Klein, sostiene che l'austerità che seguirà il tempo del Coronavirus presenetrà un conto salato da pagare. Un conto che all'autrice ricorda quanto avvenuto nel 2008 quando a pagare di più fu la gente comune. Il tanto tempo a disposizione dovrebbe servire a prepararsi alla mobilitazione con in testa l'idea che un altro mondo e un altro modello economico siano possibili.
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Abbiamo bisogno di trovare un senso
Segnaliamo un articolo di Annamaria Testa, esperta di comunicazione, pubblicato su Internazionale dal titolo: Cinque punti per trovare un senso
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Libertà e prigionia da coronavirus
Senza rendercene conto, per costrizione ma anche con la nostra complicità e collaborazione, ci siamo trovati prigionieri, privati di alcune delle nostre libertà. Una scelta obbligatoria per salvarsi dal contagio ma che sta diventando fastidiosa per la mancanza di certezze e per il modo con cui si è trattati. Da cittadini chiamati a obbedire, destinatari quotidiani di inviti allo stare in casa e a rimbrotti paternalistici perchè non ci si sta. Ma soprattutto tenuti prevalentemente disinformati, anche grazie alla nostra misinformazione, alla quale ci eravamo da tempo assuefatti. Segnaliamo sul tema una intervista alla filosofa Roberta De Monticelli pubblicata su HuffPost.
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Il senso del futuro
Il coronavirus, arrivato imprevedibile e inaspettato, non ci ha portato dentro un labirinto ma aperto una nuova possibilità, quella di scegliere la direzione da prendere per un futuro diverso. L'unico forse capace di interrompere il deragliamento al quale stiamo lavorando da tempo. Dopo anni nei quali ci siamo mossi su un binario che credevamo senza alternativa, ora scopriamo di avere una scelta e che il presente continuo, nel quale ci siamo volontariamente imprigionati, non era la soluzione ideale. Il coronavirus ci ha obbligati a fermarci, riflettere e ora ci da la possibilità di fare una scelta. Anche se forse è già tardi. Su questo e molto altro segnaliamo una riflesisone del filosofo Umberto Galimberti. Con il suo pensiero spiazzante, ruvido e chiaro parla a tutti coloro che vogliono intendere e, dopo avere inteso, agire. Il testo è stato pubblicato su GQ Italia.
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Rompere gli schemi, altro che normalità per il dopo!
Molti parlano e chiacchierano di coronavirus su piattaforme come Facebook. Lo fanno con frasi brevi che scaturiscono da pensieri rapidi, binari, non passati nel crivello della riflessione critica. Se si volesse comprendere la crisi nella quale l'intero mondo (quasi) è precipitato non servono però pensieri rapidi e neppure letture brevi. Per chi avesse voglia di rallentare, tano il tempo ce l'ha, e leggere potrebbe trarre numerose conoscenze da questo articolo, scritto da un giornalista spagnolo, tradotto da Pierluigi Sullo e pubblicato sul quotidiano il Manifesto. Suggeriamo la lettura a tutti coloro che amano le idee complottarde ma soprattutto a quanti, di questi tempi, sono alla ricerca di verità, informazione e approfondimento.
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Iconografia della mascherina
Segnaliamo un articolo di Remo Bassetti pubblicato sul suo Wrog dal tittolo "Mascherine tra salvezza, superstizione e iconografia". Vi si parla di politica, di comunicazione, di percezioni e comportamenti sociali. Una analisi fenomenologica del prodotto che ha occupato non soltanto la scena della distribuzione corrente ma soprattutto l'immaginazione e l'attenzione. Una lettura interassante ricca di spunti di riflessione e anche sano umorismo. Per alcuni forse cinismo.
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Pandemia e infodemia, quale la più pericolosa?
Il coronavirus, all'origine del contagio, diventato epidemia e poi pandemia è all'origine della sofferenza di milioni di persone, alle prese con un elemento infinitamente piccolo dal potere infinitamente grande, sulla vita reale di tutti. Più della pandemia sembra creare sofferenza e malattie psichiche, forse follia, un fenomeno ancor più pericoloso perchè fatto di un surplus di informazioni che creano disinformazione e misinformazione. Con effetti imprevedibili, non facilmente arginabili e gestibili. Il fenomeno non è riscontrabile solo online e sulle piattaforme digitali ma nella vita quotidiana fatuale e rale. Una vita nella quale un numero crescente di persone si comporta in modo sempre più irrazionale, con reazioni, comportamenti, modi di pensare e certezze spesso costruite su false verità, verità inventate, teorie complottiste, teorie alternative, praticamente sul nulla. Un nulla fonte di malessere e follia.
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Il futuro non è della tecnica: lo dice la pandemia
Segnaliamo una intervista al sociologo Franco Ferrarotti pubblicata dal quotidiano l'Avvenire.
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