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Dieci buone pratiche per un sano equilibrio psicobiologico
L’uso delle tecnologie come babysitter ha un aspetto paradossale. Quando se ne sceglie una in carne ed ossa è sempre una scelta oculata e talvolta difficile: deve avere specifiche caratteristiche che riteniamo adeguate al bambino e generalmente per una che va bene ve ne sono molte altre scartate. Le tecnologia digitali sono standard, sempre le stesse e uguali per tutti. Possibile che vadano sempre bene?
Si trova in Blog / Psicologia e tecnologia
In aumento la discrepanza tra bisogno di sostegno psicologico e problemi economici
Il futuro sarà tutto da ricostruire. L’emergenza sociale non finirà con la crisi sanitaria, ce la porteremo avanti per alcuni anni a venire. Sarebbe opportuno creare già ora gruppi di studio con tutte le figure interessate e necessarie al fine di creare e mettere in atto delle buone prassi per non incrementare maggiormente questo fenomeno fatto di problemi economici, paura diffusa, isolamento, povertà culturale e di relazioni.
Si trova in Blog / Recinti aperti
Depressioni reattive, in uno scenario preoccupante
Con l’avvento della tecnologia nelle comunicazioni e nelle relazioni umane, siamo caduti in un grande tranello, ovvero pensare che, comunicare in istantaneo con chiunque e in ogni parte del mondo a costo zero, non avesse un costo psichico ed emotivo.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
Aumentano incertezza e tensione in tutti noi!
Ben venga il bonus psicologico, ma il cambiamento va fatto a partire dalle singole famiglie. Non basta delegare ad altri il compito che spetta ai genitori e ai parenti. Le famiglie si devono responsabilizzare maggiormente, a parer mio. Ma per fare questo dobbiamo tornare ad essere più umani, a credere di più tra di noi, aiutandoci anche l’un l’altro, senza però delegare troppo le nostre responsabilità, per l’appunto.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
Usa la tecnologia in modo bilanciato, limitato e controllato
Bilancia e carote, due metafore a cui facciamo ricorso per sostenere l’importanza di un uso bilanciato della tecnologia così come di altre risorse che ci caratterizzano come umani. Due figure retoriche usate per facilitare la comprensione e l’approfondimento di tematiche non necessariamente percepite come importanti nella costruzione del benessere psicobiologico delle persone. Due metafore che sembrano lontane tra loro in termini semantici ma che si arricchiscono a vicenda nel contesto nel quale le stiamo utilizzando. Parlare di bilance e carote consente di comunicare concetti difficili da comunicare e, a volte, da comprendere. Significa soprattutto fornire strumenti utili a far recepire i significati simbolici che spesso, a livello inconscio, assegniamo alle tecnologie a all’uso che ne facciamo. Significa erigere ponti per facilitare analogie, conoscenze, creatività e intuizione, narrazioni e riflessioni, interazioni e mediazioni con la realtà, sia essa quella attuale (termine usato da Pierre Levy per Reale) sia essa virtuale o digitale.
Si trova in MISCELLANEA
L'adulto deve favorire la solidità del Sé dei ragazzi
Siamo giunti alla conclusione alla fine dell’elenco di quelle che abbiamo descritto come le buone pratiche per il benessere psicobiologico dei ragazzi. Tutte le regole proposte, lo ricordiamo ancora, pur contenendo riflessioni critiche sull’uso della tecnologia, non devono essere pensate come ispirate da tecnofobia e non costituiscono un atto di accusa alla tecnologia. Mettono in evidenza rischi di un suo uso inadeguato, irrispettoso dei bisogni e delle caratteristiche del Sé nella fase dello sviluppo. Rischi che oggi risultano essere facilitati dal clima culturale generale, ispirato e colonizzato anche cognitivamente dalla pervasività della tecnologia, ma anche dalle incertezze nel ruolo genitoriale. Quelle che abbiamo proposto sono regole per un uso sostenibile della tecnologia, con varie norme prudenziali.
Si trova in MISCELLANEA
L'adulto deve fare molta attenzione a non abdicare
Fare i genitori è un mestiere impegnativo, si comincia a prendersi cura dei propri figli prima ancora che nascano e non si smette più di farlo per il resto della loro e della nostra vita. È un mestiere che non è mai stato facile, anche perché avere dei figli non ci rende automaticamente dei genitori. Siamo presi da mille rogne, diciamocelo chiaramente! Stare dietro a tutto, essere presenti e sempre in grado di intervenire, prevenire, controllare, ecc., è diventata missione impossibile, almeno così ci diciamo costantemente. Forse per trovare giustificazioni che ci tranquillizzano, forse per mantenerci costantemente allertati nella ricerca di trasformare l’impossibile in possibile e reale.
Si trova in MISCELLANEA
La relazione virtuale segue quella reale
La relazione mediata da un display attenua inevitabilmente tutti i toni. A volte permette addirittura di bypassarli, come può avvenire con l’assunzione di una identità fittizia (profili digitali dalla vita propria e autonoma). Niente di male in assoluto se l’apprendimento precedente è forte e chiaro e precede la crescita nella vita non tecnologica; se così non è ci troviamo a compiere esperienze senza il supporto di una attrezzatura del Sé adeguata; le esperienze senza supporto, inevitabilmente claudicanti, influiranno a loro volta sullo sviluppo del Sé. Un circolo vizioso.
Si trova in MISCELLANEA
Non usare le tecnologie come baby-sitter
Accadeva con la TV, fatalmente accade anche oggi con le nuove tecnologie. Un bel display, grande o piccolo che sia, fisso o mobile, ma sempre in grado di sequestrare l'attenzione del bambino per un po' di tempo, permette all'adulto di tirare il fiato. Un alleato efficace, dato il suo potere magnetico e attrattivo, che cattura lo sguardo del bambino immergendolo in mondi fantastici, attività ludiche e storie infinite. In fondo qualche momento per conto proprio è anche positivo per il bambino, che sperimenta la possibilità di stare da solo, in parziale autonomia, tanto il genitore, o chi per lui, è distante il breve spazio di un richiamo!
Si trova in Tecnopillole
I social non sono una scorciatoia
In quanto esseri sociali al vertice della top ten delle gerarchie e tra le principali occasioni di stress troviamo le relazioni (intese come costruzioni di legami tra persone). I primi tempi della vita ne dipendono completamente, quelli successivi in gran parte. Per quanto possiamo amare la vita solitaria, il posizionamento sociale è principale fattore di soddisfazione e di benessere psicobiologico: che vuol dire condividere esperienze vissute insieme, sentirsi riconosciuti, accolti, ascoltati, rispettati e rispecchiati, presenti nell’attenzione e nel cuore dell’altro in una posizione importante. Per i giovani, che generalmente non vagheggiano ancora isole deserte, sicuramente di più. La prevedibilità dei movimenti relazionali ed il loro ragionevole controllo (non tanto quello effettivo ma la percezione di riuscire a cavalcare le relazioni con soddisfazione) permette di gestirne lo stress. Al contrario, le situazioni di cosiddetta sconfitta sociale si configurano come condizioni di stress severo.
Si trova in MISCELLANEA