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Pensiero critico? Dipende…
Il pensiero critico ha una data di nascita: il 1781, anno della pubblicazione della prima delle tre critiche di Immanuel Kant. Il Maestro di Königsberg intendeva col termine “critica” quel tribunale della ragione che distinguesse , in termini chiari e distinti, ciò che è possibile conoscere da ciò che non lo è, ovvero che è solo pensabile, il ché non è la stessa cosa. In effetti, possiamo pensare qualunque cosa, ma la nostra effettiva conoscenza del mondo è limitata dalla portata dei nostri sensi e della nostra esperienza. Dunque, posso “pensare” Dio, ma non lo posso conoscere.
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☄☄ Previsioni 2021, come se prevedere fosse necessario ☔☔
La rivoluzione tecnologica va oltre ogni aspettativa e previsione. Intelligenza artificiale, Big Data, Internet, potenza di calcolo e molto altro stanno portando alla luce una verità fondamentale. Il mondo è complesso. La realtà e i suoi scenari futuri non sono così facilmente prevedibili. La tecnologia ci sta offrendo la possibilità di cambiare il nostro modo di conoscere la realtà, noi stessi e il mondo ma per farlo dobbiamo cambiare il nostro stesso modo di vedere le cose.
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Tempi moderni: vivere alla fine dei tempi
Brevi riflessioni a partire da un articolo intervista pubblicato su la Repubblica. Ad essere intervistata una filosofa, Myriam Revault d'Allones che ha pubblicato in Francia un libro (La crise sans fin) nel quale si interroga sulla crisi che stiamo vivendo come un sintomo di qualcosa d'altro. Un qualcosa che tocca il nostro modo di vivere completamente immersi nel presente e che ha eliminato il passato (cultura e tradizione) e sta rendendo impossibile ( nella percezione collettiva) il futuro.
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🐞 🐞 🐞 Online, onlife, offline
Tutti siamo online, in tanti cerchiamo di rimanere umani onlife, fluttuando incerti in mondi paralleli, virtuali e digitali, tutti percepiti come reali, ma forse la scappatoia da (ri)cercare è quella del ritorno all'offline.
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Democrazia liberale e tecnologia
Carole Cadwalladr è la cronista dell'Observer che ha scoperchiato lo scandalo di Cambridge Analityca e che per questo motivo è stata cancellata a vita dal social network. In un video la Cadwalladr ha spiegato anche come i social abbiano influito sulla Brexit. Da guardare e ascoltare attentamente. Facebook e altri social network stanno facendo male alle democrazie in ogni parte del mondo. Ma fdorse non ne siamo consapevoli.
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Oddio! Mi sono cancellato da Facebook, Instagram e WhatsApp. E ora che faccio?
Dopo averlo fatto potresti sentirti meglio. Ripensando alle ore rubate e alla tranquillità del momento, determinata dall'essersi liberati dalla schiavitù del display e dei messaggini alla ricerca costante di eco, si può anche rinviare nel tempo la creazione di nuovi account e approfittare dell'opportunità per fare cose che molti tecno-maniaci ormai non fanno più. Ad esempio fare i conti con le responsabilità, le ansie e le sfide che sempre le scelte di vita, non digitali, comportano!
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Il mondo virtuale è reale come lo è quello fisico!
Parlare di ciò che è reale o non lo è significa per forza di cose fare i conti con la riflessione filosofica e le tante teorie che nel tempo hanno cercato di spiegare l'interazione con il mondo e la realtà al di fuori di noi. Oggi la riflessione è complicata dall'esistenza di realtà diverse. Realtà virtuali e parallele, di cui abbiamo esperienza così come l'abbiamo della realtà fisica. Con un'eccezione, sono realtà che esistono fino a quando sono oggetto di osservazione, poi svaniscono. Un profilo digitale non esiste nella realtà ma le sue esperienze digitali sono reali come quelle nella vita reale di chi lo ha creato.
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Facebook, notizie false, Trump e referendum
L'elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti ha prodotto un'interessante riflessione sulla verità e sulla crescente difficoltà a distinguerla dalla falsità. Per alcuni il problema è Facebook che fa da veicolo e propagatore di bufale e notizie false. Per altri il problema è filosofico e sociologico, e concerne una società incapace oramai di distinguere tra i fatti e la finzione, tra il vero e il falso. Più che di Facebook, la responsabilità è probabilmente della politica e dei suoi rappresentanti attuali. Chi sta seguendo il dibattito sul referendum costituzionale ne ha una plastica fotografia fatta di immagini mai definite, piene di ombre e chiaroscuri e con personaggi che cambiano faccia ad ogni folata di vento.
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Essenza e apparenza, le verità nascoste della società tecnologica
La tecnologia ha impresso la sua velocità e voracità alla vita delle persone mutandone le esperienze quotidiane ma anche la percezione del tempo e della realtà. Dominano l’immediatezza, l’urgenza, l’apparenza, il consumismo, la distrazione, il narcisismo e la manipolazione. La realtà virtuale, guidata dalle narrazioni dello storytelling, ha superato la realtà fattuale e si è affermata come spazio vitale percepito come innovativo e migliore di quello della realtà reale. Molta innovazione però è pura invenzione, creata ad arte per nascondere arretratezze persistenti e alimentare consumi calanti.
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Velocità di fuga e perdita di orientamento
Le elezioni comunali di questi giorni sono un segnale significativo della perdita di orientamento di molti politici e della loro difficoltà a comprendere la realtà. La responsabilità è certamente delle leadership attuali ma anche dell’affermarsi di nuove prospettive che, come quella inventata dagli artisti italiani del quattrocento, sono destinate a cambiare tutto. Queste prospettive sono il risultato della diffusione e della pervasività delle nuove tecnologie e dei nuovi media di informazione che hanno cambiato la testa delle persone e il loro modo di guardare la realtà e percepire il mondo. Ne fanno uso/abuso anche i politici ma senza calcolare gli effetti negativi ad esse associati.
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