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Libri e librerie, autori e lettori, in un paese che non legge!
Come può sentirsi un lettore forte nel panorama editoriale italiano? E se poi fosse anche un autore? Librerie che chiudono, editori alla ricerca di fatturato e profitto, più intenti a sopravvivere e vivacchiare che a innovare, libri spazzatura in aumento, scrittori di nome ma non di fatto, cervelli sempre più atrofizzati e omogeneizzati, lettori dalle scelte, dai comportamenti, e dai gusti cloroformizzati e conformistici, condizionati dalla frequentazione dei mondi digitali e online, sparizione dei critici letterari, dei maestri e degli intellettuali capaci di stare fuori dal coro, prezzi troppo elevati e spazi librari sempre più ridotti. Tanti tasselli di un panorama desolante ma veritiero, sul quale tutti dovrebbero fare una riflessione personale, collettiva e, perché no, anche politica.
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Una critica tecnologica è necessaria
La critica letteraria esiste da sempre, unitamente a quella musicale, teatrale e artistica. Sono pratiche ritenute positive perchè aiutano a comprendere un'opera grazie al suo esame, all'analisi e alla valutazione della aua qualità e a gettare un ponte con il lettore e lo spettatore. La critica tecnologica è meno diffusa e spesso considerata come semplice espressione di negatività, visioni anti-tecnologiche e tecno-fobie varie. Le numerose novità tecnologiche tengono alta l'attenzione su prodotti e loro funzionalità ma è diventato necessario andare oltre il prodotto, la Marca e il dispositivo per analizzare gli effetti della tecnologia e la sua cultura.
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