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Consulenti digitali e intelligenze artificiali
La rivoluzione digitale ci racconta che possiamo fare una infinità di cose in modi più semplici, facili e rapidi rispetto al passato. Un mondo di applicazioni ci circonda per consigliarci su quasi ogni argomento dello scibile umano. Non ci muoviamo più senza consultare le applicazioni che ci raccontano del ristorante migliore, dell’hotel più confortevole, della dieta più appropriata, ma anche delle medicine ottimali, del percorso più rapido e del vestito più à la page.
Si trova in Tecnobibliografia
Da Homo sapiens a Homo Sapiens Digitalis
Condivido volentieri il mio intervento al convegno SIPNEI del 3 febbraio 2018 sull'era digitale. Un convegno che è stato un'occasione di incontro per una maggiore consapevolezza critica utile a far luce sulla complessità del fenomeno tecnologico ed incentivare una riflessione costruttiva. In questo incontro io ho portato il mio contributo che ora condivido qui con chi segue SoloTablet.
Si trova in Blog / Tabulario
Da Platone all’intelligenza artificiale: il problema mente-corpo
Il "problema mente-corpo" è uno dei più importanti e indagati da sempre (oggi vi si dedica un intero settore della filosofia: la filosofia della mente) poiché, in sostanza, è il problema della nostra natura e quindi anche del destino di ogni essere umano. Nel discutere di tale problema non ne va della struttura dell'atomo o della realtà dei numeri, ma di noi stessi
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Dal Golem ad AlphaGo
C’è un’intera corrente di pensiero – grosso modo ispirata ai modelli computazionali della mente - la quale ritiene che, sì, è possibile che robot e computer possano avere una mente per la buona ragione che la mente non è vincolata al supporto materiale: sia un’anima che un software per computer hanno un rapporto accidentale con il corpo in cui si trovano. E ciò stabilisce una singolarissima alleanza fra i vecchi dualisti che credono nell’esistenza dell’anima immateriale e i contemporanei cognitivisti che pensano che la mente sia un software per computer.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Dal Golem ad AlphaGo
C’è un’intera corrente di pensiero – grosso modo ispirata ai modelli computazionali della mente - la quale ritiene che, sì, è possibile che robot e computer possano avere una mente per la buona ragione che la mente non è vincolata al supporto materiale: sia un’anima che un software per computer hanno un rapporto accidentale con il corpo in cui si trovano. E ciò stabilisce una singolarissima alleanza fra i vecchi dualisti che credono nell’esistenza dell’anima immateriale e i contemporanei cognitivisti che pensano che la mente sia un software per computer.
Si trova in Blog / Biblioteca Filosofica
Democrazia, algoritmi e tecnologia
Dotati di uno smartphone ci si sente liberi e connessi al mondo intero. Così connessi da contribuire, probabilmente in modo inconsapevole, al sovranismo e isolazionismo montante così come a modelli di società sempre meno libere, più controllate e anche autoritarie. Il tema delle democrazia è argomento privilegiato da intellettuali e pochi organi di stampa ma sembra essere fuori dall’orizzonte cognitivo e personale delle masse.
Si trova in Blog / Tabulario
Fidarsi o non fidarsi questo è il problema
La rapida evoluzione delle intelligenze artificiali pone numerosi problemi di natura etica. Molti si stanno interrogando su quanta fiducia possiamo dare a macchine, algoritmi e robot, quanta libertà possiamo dare loro nel raccogliere dati e informazioni, analizzarle e piegarle a interessi privati, in che modo possiamo intervenire per impedire che i pregiudizi di coloro che implementano le nuove tecnologie possano creare macchine e automatismi imposti dagli effetti negativi, discriminatori e indesiderati.
Si trova in Blog / Tabulario
Forza lavoro e automazione: un futuro incombente e poco rasserenante?
I lavoratori, diretti interessati, hanno poco tempo per porsi domande filosofiche, tanto sono presi dalla ricerca di lavoro e di opportunità professionali! Chi si interroga e studia il mercato al contrario può permettersi di porsi altre domande e di prefigurare futuri prossimi venturi che appaiono caratterizzati sempre più dall'automazione delle macchine e dalla perdita di posti di lavoro.
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Giustizia e algoritmi. La rivolta corre sul web
La dittatura degli algoritmi, solo apparentemente virtuale, “sembra sottindere l’ineluttabilità dell’avvento di un algoritmo assoluto”. L’algoritmocrazia minaccia pericolosamente il ‘giudizio giuridico’. Essa non è applicabile alla dimensione giuridica. Le condotte umane, imprevedibili e imperfette, derivanti dal libero arbitrio, sfuggono alla serialità propria dell’intelligenza artificiale. I magistrati non potranno mai occuparsi delle leggi che riguardano il non-umano, perché il giudizio giuridico è riferibile unicamente all’intenzionalità soggettiva propria delle persone che appartengono alle comunità sociali.
Si trova in Blog / Homo sapiens e Homo digitalis
Grazie ai traduttori di intelligenza artificiale Babele sarà impossibile!
La torre di Babele descritta nella Bibbia (Genesi) segnava la nascita delle differenti lingue del mondo. I traduttori tecnologici attuali dotati di intelligenza artificiale potrebbero riportare la situazione al linguaggio condiviso che l'aveva preceduta. Per alcuni la nascita delle differenti lingue determino una separazione, forse voluta da Dio come castigo per la superbia umana. Oggi la rinascita di un linguaggio comune potrebbe ricongiungere l'uomo al nuovo Dio della tecnologia.
Si trova in MISCELLANEA