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TECNOESCLUSO
I tecnoesclusi sono persone e cittadini, nativi e immigrati digitali, che non possiedono alcun dispositivo tecnologico, con l'eccezione del telefono cellulare, spesso regalato e/o di seconda mano. In Italia sono tecnoesclusi, secondo una ricerca Censis del 2011, il 39% delle persone. I tecnoesclusi usano raramente Internet, non conoscono o non frequentano i social network. Tra gli adulti pochi ne hanno sentito parlare, dai loro figli o nipoti, ma non hanno mai investigato il fenomeno dei media sociali perchè poco interessati o incapaci di comprenderne il significato e le motivazioni all'uso. I tecnosclusi italiani sono la maggioranza assoluta (84%), nelle fasce di età sopra i sessant'anni.
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TECNOFILO
tecnofilo - La tecnofilia (dal greco τέχνη, technē, "arte, capacità, saper fare" e φίλος, philos, "amato, caro, amico") è un termine sociologico con il quale si indica “un atteggiamento culturale e psicologico di chi nutre fiducia o prova entusiasmo nei confronti della tecnologia, soprattutto verso le nuove tecnologie (personal computer, Internet, media sociali. Home entertainment, TV, ecc.) che si prospettano sul panorama tecnologico.”(Wikipedia1).
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TECNOFOBO
Il tecnofobo (dal greco τέχνη - technē, "arte, abilità" φόβος - phobos, panico, paura, irrazionale e persistente paura e repulsione di certe situazioni, oggetti, attività, animali o persone) è chi prova avversione per la tecnologia e per le sue realizzazioni e manifesta una paura persistente, anormale e ingiustificata verso la tecnologia.
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TECNORAPIDO
tecnorapido - Tecnorapidi è un neologismo coniato da Carlo Mazzucchelli per descrivere le generazioni di nativi digitali che sono cresciute a merendine, Internet e social network. Insieme ai genitori Tecnovigili sono i protagonisti di un suo e-book: Genitori tecnovigili per ragazzi tecnorapidi - Come mettere al sicuro i propri figli dai rischi della tecnologia moderna.
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TECNOSTUPIDO
tecnostupido - Neologismo non presente nel dizionario italiano. Parola composta da tecno [dal greco τεχνο-, e da τέχνη «arte»] con il significato di arte, capacità tecnica e supido [dal lat. stupĭdus, da stupēre «stupire»]. Nella parola prevale il significato di stupido, inteso non nel suo significato di incapacità o insensibilità indotta da meraviglia, sorpresa o altre cause fisiche e morali, ma di rozzezza e stupidità capaci di indurre uno stato di torpore, di ottundimento dei sensi e dell'intelletto. Online, sulle piattaforme digitali i tecnostupidi sono numerosi, alcuni anche pericolosi perchè violenti e cyberbulli. Molti probabilmente semplici sciocchi, ingenui, incapaci di usare in modo consapevole le tecnologie e di difendersi da esse.
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TECNOUTOPISTA
I tecnoutopisti immaginano scenari e utopie future rese possibili dai progressi scientifici e dall'evoluzione tecnologica. La loro è una visione ideologica fondata sulla tecnologia come religione e strumento per la realizzazione di una società ideale nella quale le leggi e le condizioni sociali operano per il bene e la felicità degli individui. Una società che consente forme di vita idealizzate come l’abbondanza delle risorse, la trasformazione della natura umana, l’abolizione della sofferenza e, perché no, l’immortalità.
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TECNOVIGILE
tecnovigile - Tecnovigile è un neologismo coniato da Carlo Mazzucchelli per descrivere i genitori attenti all'uso della tecnologia. Tecnovigili sono genitori e adulti consapevoli dell'inutilità dei metodi autoritari nell'educazione dei loro figli e del ruolo che la tecnologia ha nella vita e nello sviluppo personale dei ragazzi Tecnorapidi. Sono adulti interessati ad accrescere conoscenza tecnologica e consapevolezza cognitiva per relazionarsi meglio ai ragazzi assumendo nuove responsabilità. Tecnovigili possono essere tutti i genitori in vacanza con i loro figli. Insieme ai genitori Tecnovigili sono i protagonisti di un suo e-book: Genitori tecnovigili per ragazzi tecnorapidi - Come mettere al sicuro i propri figli dai rischi della tecnologia moderna.
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TELEFONO
telèfono [composto da tele- e -fono; il termine, di coniazione francese (téléphone) ma con altro significato, solo nel 1885 acquista, con l’inglese telephone, il significato attuale]. Dispositivo che, trasformando le vibrazioni acustiche in variazioni di una corrente elettrica e queste ultime di nuovo in suoni, consente la trasmissione della voce e di suoni a distanza (v. telefonia). L’apparecchio, dotato di un microfono e di un ricevitore, dal quale si parla e si ascolta nelle conversazioni telefoniche con altra persona lontana che fa contemporaneamente uso di un altro apparecchio uguale o analogo. Oggi evolutosi e trasformatosi, nella forma. nelle dimensioni e nelle funzionalità, in un telefonino.
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TOLLERANZA [1]
tolleranza [dal lat. tolerantia, der. di tolerare «sopportare, tollerare»]. La capacità, la disposizione a tollerare, e il fatto stesso di tollerare, senza ricevere danno, qualche cosa che in sé sia o potrebbe essere spiacevole, dannosa, mal sopportata. Atteggiamento di rispetto o di indulgenza nei riguardi dei comportamenti, delle idee o delle convinzioni altrui, anche se in contrasto con le proprie. Si ha tolleranza al freddo, al caldo, a determinati cibi, a un medicinale. Ci può essere una tolleranza immunitaria o immunobiologica. Si può tollerare che qualcosa esista, sia fatta come è fatta, avvenga, ecc. Si può essere tolleranti in fatto di religione, politica, etica, scienza, arte, ecc. Grazie alla tolleranza si possono rispettare le convinzioni degli altri, anche se diverse dalle proprie.
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UOMO
uòmo [lat. hŏmo hŏmĭnis] (pl. uòmini [lat. hŏmĭnes]). – Essere cosciente e responsabile dei proprî atti, capace di distaccarsi dal mondo organico oggettivandolo e servendosene per i proprî fini, e come tale soggetto di atti non immediatamente riducibili alle leggi che regolano il restante mondo fisico: il problema dell’uomo è centrale nella massima parte delle religioni storiche e dei varî sistemi filosofici. Dal punto di vista biologico uomo è il termine con cui sono indicate tutte le specie di mammiferi primati ominidi appartenenti al genere Homo e, in partic., l’unica specie vivente Homo sapiens, caratterizzata da stazione eretta, pelosità ridotta, mani con pollice opponibile che consente la presa di precisione, grande sviluppo del cervello e del neurocranio, che sovrasta la regione facciale; si differenzia inoltre da tutte le altre specie animali per la complessità del linguaggio simbolico articolato, per l’alta capacità di astrazione e di trasmissione di informazioni per altra via che non sia l’ereditarietà biologica (trasmissione culturale). (TRECCANI)
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