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La tecnologia è come una suola sorretta dalla stessa terra che nasconde (Lorenza Saettone)
L’unica arma che abbiamo è la consapevolezza di noi stessi. Jung sosteneva la necessità di rendere conscio il nostro inconscio. In caso contrario continueremmo sempre a chiamare “destino” ciò che semplicemente è la nostra volontà rimossa. Pertanto, l’auto-consapevolezza e la trasparenza ci salvano in primis dalla superstizione, dalla credenza che esista un fato, dalla manipolazione degli eventi che il nostro stesso stesso Es mette in atto. Insomma da un lato ci salverebbero dal condizionamento interno, dall’altro da quello esterno dei media. Si sa che la creatività rende meno influenti i subliminali.
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La tecnologia è il modo dell’umano di stare al mondo: difficile distinguere dove finisce l’una e inizia l’altro (Cosimo Accoto)
Ogni trasformazione delle tecnologie porta con sé una ridefinizione dell’umano e, di conseguenza, di molti dei concetti che usiamo per dare senso al nostro essere al mondo, alla nostra storia e alla nostra natura. Dalle tecnologie biomediche e biometriche, agli strumenti di misurazione comportamentali e sociali, all’apparato tecnologico sensoriale innestato dentro gli ambienti e le ecologie, ogni nuova invenzione tecnologia ci ridefinisce.
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La tecnologia in sé non è né positiva né negativa, è semplicemente possibilità
Comunicare sui social network, proprio perché comunicazione disincarnata, consente di esporsi maggiormente, tanto in positivo quanto in negativo. Si è però sempre di fronte a una possibilità che si declina nel momento in cui viene utilizzata: usare WhatsApp per flirtare con la ragazza che mi piace perché dal vivo sono timido è ben diverso da usarlo per insultare il mio compagno di classe perché dal vivo non ho la faccia tosta per farlo. Internet ha il potere di generare forme eccessive di aggressività e forme intense di intimità allo stesso tempo.
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La tecnologia non è mai stata neutrale. Ha sempre modificato la nostra relazione col mondo (Alberto Romele)
Un cambio di prospettiva non si farà con una rivoluzione né con un gesto esemplare (in qualche maniera Snowden non è la critica ma la realizzazione del panottismo liquido contemporaneo). Si farà solamente con una lunga negoziazione e presa di coscienza collettiva. Le buone pratiche devono essere reiterate. Ancora una volta è la vecchia filosofia ad avere ragione, perché è Aristotele ad averci insegnato il valore del fare e avere esperienza. Non vivremo in armonia con le macchine o con le nostre estensioni digitali (ci saranno nuove pratiche e nuove forme di digital labor) ma certo, nel lungo termine, avremmo sviluppato una migliore praxis digitale (e forse avremo imparato a far valere i nostri diritti).
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La tecnologia oggi è al servizio delle pulsioni dell’uomo consumista occidentale (Luca Ariostini)
Il capitalismo ha scientificamente annebbiato le masse a tal punto che queste non saprebbero nemmeno immaginare quale uso fare della tecnologia diverso da quello volto all’intrattenimento o al consumismo. I fatti confermano che lo sviluppo tecnologico digitale degli ultimi 20 anni è stato incanalato quasi esclusivamente nella fruizione di esperienze ludiche o di intrattenimento. Più della metà dei dati scambiati sulle infrastrutture di rete mondiali ha a che fare con la pornografia. Contra factum non valet argumentum. Ci avviamo verso il mondo preconizzato da Marx: lavoreremo poche ore alla settimana in cambio di accesso all'intrattenimento personale, che sarà dato dalla realtà virtuale anziché dalla pittura.
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La tecnologia permette alla filosofia un’estensione della propria visione (Fabio Ciraci)
Noi siamo costantemente interpellati a livello morale da ciò che accade in tutto il mondo, perché ne veniamo costantemente messi a parte, attraverso webcam in tempo reale, attraverso informazioni diffuse, social media etc. Ciò implica un diverso livello di responsabilità, proprio perché siamo chiamati a rispondere a continue richieste di intervento
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Logos e techne per una riflessione critica sulla tecnologia
Seconda lezione introduttiva del Concorso "Romanae Disputationes" con la lezione “Logos e techne. Il cammino dell’uomo” di Carmine Di Martino, della Università degli Studi di Milano.
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Né ottimisti né pessimisti, ma consapevoli, disincantati e ironici nei confronti della realtà! ( Eleonora de Conciliis )
L'attualità e il suo presente sono oggi caratterizzati da due movimenti contrastanti: da un lato, noi ci stiamo trasformando velocemente, dal punto di vista socio-culturalmente evolutivo, proprio grazie ai nuovi dispositivi iper-tecnologici in cui viviamo e di cui siamo il prodotto; d’altra parte, e sempre in senso evolutivo, e psico-sociale, noi ci stiamo adattando ad essi, ne stiamo assecondando la pervasività per sopravvivere meglio.
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Necessaria una consapevolezza dei passaggi matematici e algoritmici della tecnologia (Scelzi Raffaella )
La tecnologia è strutturata e governata troppo liberamente, mancano i riferimenti di governance a livello internazionale e questo è e sarà secondo me il vero ed unico problema su cui dibatteremo attivamente nei prossimi anni.
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Necessario integrare pensiero scientifico e umanistico (Gerardo Ricciardi)
Fin dall’inizio della relazione uomo-macchina, l’uomo ha dovuto vivere nuovi problemi, ma in questa era tecnologica la “macchina”, nella sua versione digitale, è dotata di una “volontà di potenza” molto forte, in relazione all’impatto che ha sulla vita umana, in dimensioni fondamentali, come quelli legati agli spazi e ai tempi di vita e di lavoro oppure alla interazione uomo-dispositivo nella sua componente psicologico-emotiva. Pertanto è abbastanza evidente che l’umanità deve porsi il problema del controllo della tecnologia, del suo uso, sia in termini comunitari sia in termini personali.
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