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Nel pieno di una grande transizione: la formazione di un ecosistema digitale compiuto
Credo che nessuna persona intelligente, orientata eticamente e attenta al bene comune possa avere creduto e potrà credere che la tecnologia sia la risposta a tutto. Anche ai bisogni sociali, culturali, conviviali, emozionali che ci caratterizzano come persone, individui, cittadini. Il problema che abbiamo è restituire umanità e spirito sociale a grandi moltitudini di persone che negli ultimi 30/40 anni sono cresciuti in contesti dominati da un consumismo esasperato, da una esagerata propensione a rincorrere i simboli del successo, a privilegiare le apparenze, le immagini e un agire mai disinteressato e sempre finalizzato.
Si trova in Blog / Sociologia e tecnologia
Serve una riflessione critica capace di portare a una coscienza diversa sul ruolo della tecnologia
I nostri sé sono networked: c’è un nucleo stabile, ma differenti aspetti di quel sé vengono enfatizzati in situazioni sociali differenti» (p. 391, edizione Guerini Scientifica). Il problema però è che quegli aspetti iniziano a diventare “personaggi” diversi, assistiamo a una sorta di dissociazione di identità. Un mondo networked può offrire alle persone la possibilità di vivere bene, se però sanno come farlo. Una forte consapevolezza di sé e dei propri valori, un atteggiamento critico e una presa di distanza scettica risultano sempre necessari per evitare di soccombere. Ma questo atteggiamento non è qualcosa di naturale, è qualcosa che va sviluppato e allenato costantemente.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
L'essere umano è il mondo che lo implica (Rossano Buccioni)
La nostra è una società che cresce globalmente e che fa accadere tutto realmente e contemporaneamente. Cioè non c'è una tecnologia che va veloce e degli esseri umani che arrancano, magari si ribellano cercando di adeguarsi e lamentano costantemente il venir meno di un orizzonte sociale consueto, dunque rassicurante. Il Luddismo esisteva in una società non integrata a livello tecno-scientifico, dove la rivendicazione lavorativa faceva tutt'uno con la ricerca di libertà politica. Chi oggi critica le tecnologie le utilizza comunque .... Il web esiste come rete perchè prima si è sviluppata una società reticolare, cioè senza centro e senza vertice.
Si trova in Blog / Sociologia e tecnologia
Tecnica ed economia guidano il mondo, etica e politica, quando possono, seguono appresso.
La tecnica e la tecnologia non sono neutrali perché essere creano un mondo con determinate caratteristiche che incidono profondamente sul nostro essere-nel-mondo, cioè sul nostro modo di pensare e agire, quindi sulle nostre credenze, abitudini, stili di vita, sul modo di divertirci, di procreare e di soffrire. Per questo motivo Severino sosteneva che oggi la tecnica da mezzo è diventato un fine; e non perché la tecnica si proponga un fine o degli scopi per l’umanità ma perché tutti i fini e gli scopi cui gli uomini aspirano non si possono raggiungere se non attraverso la mediazione della tecnica.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
La tecnologia permette alla filosofia un’estensione della propria visione (Fabio Ciraci)
Noi siamo costantemente interpellati a livello morale da ciò che accade in tutto il mondo, perché ne veniamo costantemente messi a parte, attraverso webcam in tempo reale, attraverso informazioni diffuse, social media etc. Ciò implica un diverso livello di responsabilità, proprio perché siamo chiamati a rispondere a continue richieste di intervento
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Mai perdere il difetto umano di pensare, anche sulla tecnologia (Vincenzo Moretti)
Le tecnologie riarredano il nostro mondo, ci “costringono” a cambiare le nostre abitudini, a fare i conti non solo con le possibilità ma anche con l’incertezza che ci assale ogni qualvolta il mondo intorno a noi, quello a cui ci eravamo abituati, cambia. A livello sociale gli effetti in taluni casi possono essere paradigmatici, penso per esempio a quello che è successo con l’avvento dell’iPhone e ancora prima dell’iPod, in altri doloroso, in questo caso viene facile il riferimento alle donne e agli uomini che vedono minacciato dalle tecnologie il posto di lavoro, naturalmente con le mille altre possibilità che ci sono in mezzo. In ogni caso non ne possiamo fare a meno: le tecnologie sono parte di quello che pensiamo, di quello che facciamo, di quello che siamo e del mondo che abitiamo. Dopo di che la grande questione che rimane aperta è, a mio avviso, il livello di consapevolezza con cui le utilizziamo, ma su questo immagino che avremo modo di tornarci su.
Si trova in Blog / Sociologia e tecnologia
Filosofi o complottisti
Segnaliamo un bell'articolo di Maddalena Bisollo, filosofa e Vicepresidente di PragmaSociety. Un articolo lungo e impegnativo che suggeriamo di leggere con attenzione. Anche per i numerosi riferimenti a testi recenti che meritebbero anch'essi una lettura. Il dilemma del titolo è risolto dall'autrice in questo modo: "Non c’è filosofia né azione eticamente fondata laddove ci sia disprezzo per la logica e la ragione e assenza di consapevolezza circa ciò che è stato, affinché non abbia a ripetersi. In questo senso personalmente credo si debba optare per un aut-aut: o filosofo o complottista. Perché se è vero che tutti noi possiamo coltivare dei sospetti e intravvedere degli intrighi, solo chi non ha una minima idea di che cosa significhi l’autentica ricerca del vero né di cosa s’intenda per responsabilità etico-sociale, può abbracciare con enfasi le pseudo-teorie del complotto, prive di prove, di logica e infine violente e profondamente antidemocratiche."
Si trova in Tecnobibliografia
UNA UTOPIA PER IL 2021: LA SALUTE
Da psicologo delineo come ambito per l’utopia LA SALUTE Dietro a questa scelta vi è un medesimo giudizio di valore: anche la salute è un bene comune da salvaguardare (e forse anche redistribuire); un bene collettivo che grava su ognuno. Grava non solo in termini di costi sul sistema sanitario (sostenuto da tutti) ma di costi umani. Non siamo monadi, viviamo in una rete (fatta di parenti, amici, conoscenti e sconosciuti), sulla quale la sofferenza impatta e nella quale si diffonde. La salute è un bonus che abbiamo in dotazione dall’inizio della nostra esistenza. La responsabilità di non dissiparlo è personale e collettiva. Un’utopia post Covid 2021 potrebbe essere quindi il redistribuirla equamente
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🌑🌒 Le realtà che viviamo: qui dentro, là fuori
La pandemia ha cambiato tutto, anche la realtà. Si dice che niente sarà più come prima. Si pensa anche che non ci sia immaginazione che tenga. Tutto è mutato. Molto più e molto più rapidamente di quanto la realtà fosse mutata dopo la crisi del 2001 (attacco alle Torri di New York) e la crisi finanziaria del 2007/2008. La reazione di molti per affrontare la crisi pandemica è stata di rivolgersi alle piattaforme online e sostituire la realtà fattuale con quella virtuale. All'inizio del nuovo anno, pieno di speranze e aspettative reali, è tempo di riflettere criticamente su questa esperienza online e interrogarsi su cosa distingua il mondo dentro (QUI DENTRO) le piattaforme da quello a loro esterno (LA' FUORI).
Si trova in Blog / Tabulario
🌑🌒 2021 – UTOPIA COME ESERCIZIO DI PENSIERO CRITICO
Il mondo contemporaneo ha assoluto bisogno di pensare il futuro come una possibilità buona (Roberto Mordacci). E' nell'ottica di un'opportunità per il cambiamento che bisogna riprendere il viaggio verso l'utopia. Un viaggio diventato sempre più necessario, complesso ma quasi obbligatorio se vogliamo esercitare la nostra capacità di immaginare un futuro nel quale possano coesistere migliori condizioni di vita e relazioni sociali più giuste e vivibili. Il viaggio verso l'utopia dovrebbe essere intrapreso da tutti. Prima di partire il pensiero utopico può servire alla critica del presente e a individuare le mete e le destinazioni da raggiungere.
Si trova in Blog / Tabulario