
In questi giorni si parla molto del libro dell'economista sociale Picketty che con il suo 'Il Capitale' ha evidenziato la non sostenibilità di modelli economici basati sulla disuguaglianza. Prima dell'economista francese a denunciare l'insostenibilità è stato il movimento Occupy Wall Street che ha denunciato l'aumento della disuguaglianza dovuta ad una concentrazione eccessiva delle risorse nelle mani di pochi (1%) a discapito della grande maggioranza (99%).
Gli ecosistemi applicativi Mobile sembrano soffrire delle stesse disuguaglianze. La loro popolazione in termini di numero di APP è cresciuta in modo esponenziale, 1,2/1,3 milioni di APP sia per iOS che per Android. Ciò che non è cresciuto, secondo analisti di mercato e studi applicati, è il guadagno per la maggioranza degli sviluppatori che vi hanno investito tempo, risorse e denari.
Come gestire le App
Il mercato tecnologico continua ad essere altamente focalizzato sulla sua componente Mobile e sullo sviluppo di nuove APP. Questa focalizzazione, comprensibile per l'elevato interesse al Mobile dei consumatori, lo è meno se si guarda ai modelli di business sottostanti e ai risultati economici quantitativi derivanti. Così come nell'economia attuale a dominare entrambi i principali ecosistemi delle APP sono pochi produttori, protagonisti e beneficiari con le loro APP del successo Mobile. La maggioranza degli sviluppatori si deve invece accontentare di poche centinaia di euro al mese, quando va bene, o di vedere le proprie APP diventare semplici zombie alla ricerca di guadagni che possono derivare dall'effetto coda lunga.
La realtà degli ecosistemi applicativi sembra indicare la fragilità o ‘ingiustizia’ di un modello economico che, così come è strutturato oggi, non può reggere ed è destinato a grandi cambiamenti nel prossimo futuro. Molte aziende e altrettanti sviluppatori saranno allora costretti a rivedere le loro strategie e i loro piani di investimento o a rivedere la loro visione del mercato Mobile per andare a ricercare nuove occasioni di guadagno e opportunità.
L'intero mercato delle APP è condizionato dalla grande capacità marketing di società come Google e Apple che amano descrivere i loro modelli di business come vincenti e allargabili a tutti. Nella realtà si tratta di una grande mistificazione, alla quale molti sembrano semplicemente voler credere e dalla quale sembra emergere un unico scenario composto da poche società che guadgano molto, da un 50% di sociatà o sviluppatori che guadagnano poco (principalmente con il meccanismo della pubblciità inserita nelle APP) e dal rimanente che vede le proprie APP svanire nella nebbia e nel dimenticatoio dei motori di ricerca degli store e diventare veri e propri zombie.
Il modello di business associato alle APP prevalente è quello definito Freemium e in-APP purchase. L'applicazione viene proposta gratuitamente per il download ma il consumatore si ritrova delle promozioni e pubblicità indesiderate sulle quali è chiamato a decidere cosa fare o può decidere l’acquisto dell’applicazione per avere maggiori funzionalità. Il modello presenta alcuni problemi e non è vantaggioso a sufficienza per il consumatore da garantirne la sostenibilità. La maggior parte delle APP, scaricate perchè Freemium, vengono dimenticate e poi cancellate dai dispositivi dopo un utilizzo limitato. Inoltre le promozioni inserite nelle APP hanno un tasso di click molto limitato e decrescente e mai tale da garantire lauti guadagni. Sempre con alcune rare eccezioni!
Le eccezioni confermano la percezione che molti sviluppatori stiano forse perdendo il loro tempo o semplicemente abitando il mondo delle APP per divertimento o perchè spinti dal sogno di potere, prima o poi, emergere dal limbo e primeggiare.
Stante la situazione qualcuno comincia a dubitare sulla validità di modelli di business alla iTunes. Apple ci ha sicuramente guadagnato ma non è detto che i consumatori e altri ne abbiano tratto gli stessi benefici e vantaggi.
Peccato che al momento non sembrano esistere modelli alternativi e che il potere dei consumatori appaia molto limitato e quasi succube rispetto ai modelli vincenti.