Meta-morfosi

11 Novembre 2021 Antonio Fiorella
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ALEXA, continuiamo a parlarci ora che ti occupi anche di salute mentale! Sento forte la necessità di cambiamento. Però non è che l’entrata nel mondo virtuale avviene attraverso la sottrazione del nostro mondo reale?

Aveva impiegato più di un'ora a salire due rampe di scale e solo sette minuti a scendere, sebbene con andamento incerto: sarebbe potuto passare per un uomo in procinto di smaltire la sbornia della notte anteriore. La satira di Ian McEwan* è mostruosamente efficace nel descrivere la metamorfosi di uno scarafaggio che diventa essere umano - addirittura Primo Ministro britannico - all’alba di una svolta politica ed economica di portata storica.

E che goduria poi uscire alla luce del giorno, eretto, sugli stessi gradini dove a fatica aveva arrancato la sera precedente. Sfizioso anche ascoltare le domande dei giornalisti riuniti davanti al portone di Downing Street. Con una mente adattata all'arte della sopravvivenza e al progresso della propria specie poteva mai andare contro al desiderio popolare di rovesciare il corso economico? Il trend capitalista mercatista e globalista propiziato dall’illustre predecessore britannico, Adam Smith, era destinato a essere impugnato, interrotto, capovolto dai sudditi della corona nella sua stessa patria. La clessidra del tempo della storia aveva ne segnato l’ora. Quella di cambiare il flusso del denaro: bisognava remunerare le imprese per poter lavorare e più il lavoro era qualificante più l’esborso sarebbe stato oneroso; le imprese avrebbero pagato i commercianti per ritirare la merce e a loro volta i commercianti avrebbero pagato i clienti per svuotare gli scaffali dove depositare la merce nuova; finalmente i disoccupati avrebbero saputo come trascorrere la giornata; i depositi in banca avrebbero maturato interessi passivi; lo stato avrebbe colpito l’accumulo di ricchezza con supertasse proporzionate al bisogno. E comunque l’arricchimento sarebbe risultato del tutto impopolare. Perché? Era stato chiesto al PM britannico durante il giro di visite ai partner europei. Perché, aveva risposto alla cancelliera, vogliamo essere puliti, verdi, prosperi, uniti, sicuri e ambiziosi.

La farraginosità, le contraddizioni nella gestione della cosa pubblica hanno sempre stimolato la fantasia degli scrittori. Emblematico il film Oltre il giardino  (1979) tratto dal romanzo Presenze dello scrittore polacco Jerzy Kosinski. Peter Sellers nei panni di un vecchio giardiniere non aveva mai messo piede oltre il giardino. Alla morte del padrone si ritrova a vagare in strada disorientato e senza metà; verrà investito, soccorso, ospitato nella dimora di un magnate ricco e influente. Lo affiancherà e poi alla sua morte gli succederà nel dispensare consigli alla TV sulla rotta politica da seguire. Lui parla di rose, di piante e dell’avvicendamento atmosferico delle stagioni. I media che pendono dalle sua labbra interpretano la sue parole come metafore, che tradotte diventano pillole di saggezza e previsioni lungimiranti sull’andamento economico generale. Lampante la subalternità dei mezzi di comunicazione e della politica nei riguardi dei potenti. Qui lo sviluppo narrativo è bonariamente ironico, quasi poetico nella sua leggerezza.

Ian McEwan invece sfodera una mordace quanto grottesca rappresentazione del mondo politico condizionato da masse imbevute di populismo. (Nel frattempo il fossato tra ricchi e poveri si è notevolmente ampliato!). Coriaceo, il politico riesce sempre ad adattarsi, a resistere, a barcamenarsi tra le diverse correnti di pensiero, di umori cangianti e di rivendicazioni a tutto campo. E’ evidente il riferimento alla Brexit e al quadro socio-politico vissuto recentemente nel Regno Unito. Se ne può (e deve) trarre comunque un avvertimento generale. Il salto di specie da scarafaggio a homo sapiens e quindi, a missione compiuta, il ritorno all’origine ossia nell’involucro cartilagineo della propria specie (blattodea) diventa un chiaro monito: è a rischio la supremazia dell’uomo.

Il paradosso è che a compromettere il futuro dell’homo sapiens non interviene l’ingerenza di altri esseri viventi. Tantomeno uno stuolo di alieni. L’uomo politico, dopo aver metabolizzato la propria trasformazione in professionista della comunicazione, rimane alle prese con una pletora di organismi elitari. Che si frappongono tra votanti e rappresentanti del popolo, minano le strutture elettive, manipolano il consenso, perpetrano forme egemoniche  proprie dei regimi del passato, acuendo mali endemici quali la disuguaglianza, la povertà e la fame.

Hacienda / Ufficio delle Entrate

Empresa / azienda

Le lobby (a Bruxelles nel 2019 erano 11.800/ Corriere della Sera ) esistono per “mandare in corto circuito la forza dei numeri”, ossia ridimensionare ogni velleità da parte dell’uomo comune di farsi ascoltare. “A differenza del cittadino come elettore occasionale, il lobbista è un cittadino a tempo pieno”. Il trascorrere di secoli, dai vecchi regimi a quelli attuali, non ha scalfito “il principio gerarchico dei gradi d’autorità” e con esso le prerogative di potere, retribuzioni e benefici elargiti. (Sheldom Wolin)

“Anche se l’obiettivo di formare una comunità delle nazioni sviluppate è meno ambizioso di quello di un governo mondiale, è un traguardo più raggiungibile.”  (Zbigniew Brzezinski, ex consigliere dell’amministrazione Carter e fondatore della Commissione Trilaterale).

I Contractor del governo grandi e piccoli formano oggi un anello attorno alla capitale (Washington), simile a un esercito che cinge d’assedio una città medievale.

Il Parternariato Globale Pubblico-Privato (Global Public-Private Partnership GPPP) è una rete mondiale costituita da società multinazionali, fondazioni filantropiche multimiliardari, think tank politici, governi e le loro agenzie, organizzazioni non governative, istituzioni accademiche e scientifiche selezionate, enti di beneficenza globali, sindacati e altri “leader di pensiero” selezionati. Il GPPP vorrebbe certamente gestire un governo mondiale, ma l’imporlo con la forza è palesemente al di là delle sue capacità. Pertanto, impiega altri mezzi, come l’inganno e la propaganda, per promuovere il concetto di governance globale.

Ma più il divario cresce, più aumenta la diffidenza sulla bontà delle cure che la governance globale vuole somministrare.

Fiscalia  / giudice inquirente

ALEXA, continuiamo a parlarci ora che ti occupi anche di salute mentale! Sento forte la necessità di cambiamento. Però non è che l’entrata nel mondo virtuale avviene attraverso la sottrazione del nostro mondo reale?

* The Cockroach, Ian McEwan, Vintage UK

 

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