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Come aiutare i bambini a imparare giocando, anche senza prodotti tecnologici

Come aiutare i bambini a imparare giocando, anche senza prodotti tecnologici

17 Maggio 2016 Redazione Scuola
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Secondo Edgar Morin è più importante formare piuttosto che informare ed è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena. Le conoscenze sono destinate a essere consumate ma se la mente è stata formata coltivando un’attitudine generale a porre e trattare i problemi e a collegare i saperi tra di loro potrà sempre acquisire nuove conoscenze e dare loro un senso. Formare una testa ben fatta può essere fatto anche insegnando ai bambini a imparare giocando!

In un’epoca caratterizzata dalla pervasività e diffusione del mezzo tecnologico fa piacere trovare in rete una proposta non solamente tecnologica finalizzata a forme di apprendimento di tipo ludico. Il progetto è presentato nella veste di un sito Web con il nome di Impararergiocando ed è stato creato da Raffaele Costi, un professionista ma soprattutto padre di tre figli che ha deciso di condividere come farli divertire aiutandoli al tempo stesso ad apprendere e a farlo non necessariamente attraverso un’interazione tattile con un display.

SoloTablet da sempre interessata alla formazione e all’apprendimento dei più piccoli ha deciso di intervistare per offrirgli la possibilità di raccontare il suo progetto ImparareGiocando e condividere le sue idee e proposte.

 

Buongiorno Raffaele direi di cominciare raccontando qualcosa di te e descrivendo il progetto che hai creato in Rete destinato a genitori che come te hanno bambini dai 5 ai 10 anni e che hanno scelto di esprimere la loro genitorialità anche proponendo loro forme di apprendimento ludiche.

Io sono innanzitutto un papà e grazie ai miei 3 bambini ho scoperto quanto il gioco sia un modo fantastico per:

  • farli divertire e imparare allo stesso tempo
  • conoscerli autenticamente per come sono (e non per come penso o voglio che siano)
  • aiutarli a crescere nel confronto e nella collaborazione
  • insegnare ed imparare allo stesso tempo in uno scambio continuo di ruoli e stimoli

Credo davvero che il gioco sia lo strumento principale e più efficace che abbiamo per imparare e crescere. Da quando nasciamo impariamo attraverso il gioco a camminare, parlare, manipolare, mangiare: mi sembra allora assurdo non continuare ad utilizzare un approccio ludico anche per imparare materie scolastiche come matematica, inglese, arte, musica.

Ho realizzato il progetto Imparare Giocando proprio per aiutare genitori come me a far divertire i loro figli di 5-10 anni mentre apprendono e danno sfogo a tutta la loro curiosità e creatività.

Seleziono personalmente e condivido sul sito e sulla pagina Facebook:

  • le migliori risorse, tecniche e metodi per far apprendere mille cose utili ai bambini giocando
  • i giochi classici e digitali con cui poter imparare praticamente qualsiasi materia
  • gli eventi in Italia e le occasioni per trovare ulteriori risorse utili dedicate all’utilizzo del gioco per imparare

 

I bambini di oggi sono spesso vittime inconsapevoli di sistemi, approcci e modelli pensati per fornire loro strumenti di apprendimento non sempre consoni alla loro crescita e ad uno sviluppo in grado di prepararli ad affrontare la complessità della vita che li attende. Da un lato c’è un ambiente scolastico con metodi difficili e noiosi e pratiche didattiche non sempre adeguate alle nuove generazioni. Dall’altro c’è un ambiente familiare nel quale si preferisce spesso abbandonare figli e figlie davanti al display di un dispositivo tecnologico delegando alla tecnologia compiti e responsabilità che spetterebbero ai genitori. Tu cosa ne pensi?

Io penso che sia nella scuola che nella famiglia è necessario dare più spazio al gioco.

I nostri figli ci chiedono di stare lì a giocare con loro perchè il tempo che un bambino passa a giocare con mamma e papà è insostituibile per la loro crescita e ne dobbiamo essere consapevoli. Ci chiedono spazi ed occasioni di gioco e trasformano ogni situazione e condizione in gioco: per loro infatti giocare è qualcosa che è naturale e spontaneo come respirare.

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La scuola poi può educare meglio attraverso il gioco: un’attività al tempo stesso divertente ed educativa è più coinvolgente in classe e sarà più facilmente condivisa e replicata anche a casa, magari con la partecipazione della famiglia e senza le mille costrizioni, forzature e rinunce che si portano dietro i compiti a casa tradizionali.

Se il gioco fosse utilizzato come approccio educativo principale a scuola ed in famiglia, questi due mondi, in cui trascorrono sostanzialmente la loro vita i nostri bambini, sarebbero più vicini tra loro e soprattutto sarebbero meno distanti dai bisogni dei nostri figli che si sentirebbero davvero protagonisti della propria crescita.

Pochi giorni fa ho fatto un sondaggio tra le persone che seguono il mio progetto ed è risultato che c’è tanta voglia di conoscere e scoprire esempi di maestre che utilizzano i giochi in classe per insegnare. Sul gruppo facebook che ho creato per raccogliere tutti insieme queste esperienze di attività ludiche a scuola, si sono iscritti sia maestri che genitori, a dimostrazione del fatto che sui giochi per apprendere si può creare una bella collaborazione tra scuole e famiglie a favore di tutti, bambini, insegnanti e genitori.        

 

Il tuo progetto sembra essere di tipo informativo e punta a fornire a genitori come te informazioni utili a scoprire risorse e strumenti utili a favorire un apprendimento di tipo ludico, esercitato in modo sociale e collaborativo attraverso l’affiancamento e la vicinanza al bambino e la condivisione del gioco, delle sue difficoltà e dei suoi risultati.

Imparare Giocando si propone come punto di riferimento per genitori che vogliono conoscere e aggiornarsi su tutto ciò che è utile e pratico per far apprendere ai bambini nuove cose attraverso il gioco.

L’obiettivo è quello di creare una bella comunità di genitori unita intorno al valore educativo del gioco in modo da condividere successi e convinzioni legati a questo approccio ma anche esprimere dubbi e perplessità. Chi vuole fare domande su questo argomento ha a disposizione:

  • la sezione Domanda a Raffaele del sito, dove sono pubblicate le risposte alle domande che ricevo più frequentemente
  • la pagina Facebook dove può scrivere in un post la propria esigenza
  • la posibilità di scrivermi via mail in risposta agli aggiornamenti settimanali che invio agli iscritti alla newsletter

Io rispondo personalmente a tutte le richieste che ricevo e, quando ne ho il consenso, condivido le risposte in modo che siano di stimolo anche ad altri; queste domande sono utilissimi spunti per far evolvere il progetto al meglio per soddisfare le esigenze di chi lo segue e partecipa ad esso.

 

Tra le risorse e gli strumenti a cui fai riferimento ci sono anche soluzioni digitali. Ci puoi raccontare che ruolo giocano oggi le nuove tecnologie nel facilitare un apprendimento ludico o come scrivi tu nell’aiutare un bambino ad imparare giocando?

Per approfondimenti sull'uso del tablet in classe potete leggere l'ebook di Carlo MazzucchelliTablet a scuola: come cambia la didattica.

Sono d’accordo con quanto scrive l’educatore J.Holt: “le nuove tecnologie possono essere proposte all’infanzia con finalità educative e l’infanzia può essere stimolata ad avvicinarsi… Il ruolo degli educatori e dei genitori dovrebbe essere proprio quello di favorire quest’incontro”.

La tecnologia oggi offre possibilità fino a poco tempo fa inimmaginabili per imparare, creare, giocare e divertirsi. Proprio l’altro giorno, ad esempio, sono rimasto a bocca aperta scoprendo che esiste un modo per pitturare in 3D. Quando scopro queste novità tecnologiche, mi sembra chiarissimo che non abbiamo la più pallida idea di ciò che la tecnologia permetterà di fare ai nostri figli tra 5, 10, 15 anni.

Credo allora che il contributo migliore sia quello di alimentare nei bambini la voglia continua di sperimentare, conoscere ed esplorare con curiosità tutti gli strumenti che hanno a loro disposizione.

La cosa più importante è l’atteggiamento con cui si accostano alla tecnologia:

  • sia che essi si trovino nelle mani strumenti innovativi come il kit per la pittura 3d;
  • sia che facciano girare una trottola, gioco ormai antico di millenni.

Se siamo genitori o insegnanti l’ideale a mio avviso è accompagnare i bambini alla scoperta di tutto ciò che è utile per apprendere e divertirsi:

  • mostrando noi per primi che la tecnologia è al nostro servizio per collaborare, crescere, creare, imparare e dare forma alle proprie idee
  • stimolando l’applicazione della tecnologia per ottenere degli obiettivi concreti da raggiungere:
    • attraverso giochi pronti o da inventare, con regole e traguardi prefissati
    • in progetti che seguono le passioni e le inclinazioni dei bambini
  • lasciando soprattuto a loro l’autonomia per procedere attraverso prove ed errori, “aiutandoli a fare da soli”, come predicava Maria Montessori

Dall’arrivo dell’iPad gli ecosistemi dei produttori tecnologici si sono riempiti di migliaia di applicazioni rivolte e dedicate ai bambini. Ci puoi elencare e descrivere quali sono secondo te le migliori APP per un apprendimento ludico e capace di coinvolgere il bambino con esperienze capaci di lasciare il segno in termini di conoscenze e apprendimento?

Faccio allora l’esempio di 4 APP che:

  • ho personalmente provato insieme ai miei figli
  • ho suggerito nelle mail di aggiornamento settimanale che invio agli iscritti
  • sono risultate davvero utili per imparare.

1)  Shapes - La Geometria 3D è un’APP pensata per far esplorare ai bambini la geometria solida usando il tablet per costruire cubi, piramidi e cilindri reali di carta, integrando alla perfezione l’esperienza digitale a quella fisica.

     Prezzo: € 3,99

     Età consigliata: da 6 anni

 2) Fun English: Impara l'inglese contiene tanti giochi come “Memo”, “Acchiappa la talpa” e “Indovina le ombre” che attirano i bambini come i fiori per le api e gli fanno imparare velocemente a scrivere e pronunciare nuovi vocaboli in inglese.

     Prezzo: Prime due lezioni (14 giochi) gratuite - successive lezioni a 2,99€ l’una

     Età consigliata: dai 3 ai 10 anni

3)  KenKen è un sudoku e cruciverba matematico insieme ideato da Tetsuya Miyamoto, insegnante che al posto delle lezioni tradizionali inventa giochi per insegnare la matematica. Per risolvere questi schemi i bambini applicano logica e abilità con le operazioni per  trovare la combinazione di numeri esatta da inserire nella griglia 

    Prezzo: gratis

   Età consigliata: da 6 anni

4)  Wuzzit Trouble è stato oggetto di un esperimento a cui hanno partecipato due gruppi di bambini: entrambi i gruppi hanno seguito le stesse lezioni e programma ma solo uno dei due ha potuto giocare con Wuzzit Trouble per soli 10 minuti al giorno, tre giorni alla settimana.

Risultato: dopo un mese, il gruppo che ha giocato con Wuzzit Trouble ha dimostrato il 20,5% di miglioramento rispetto all’altro gruppo.

 Prezzo: gratis

 Età consigliata: da 6 anni

 

Più che regalare ai propri bambini dispositivi tecnologici e APP servirebbe oggi tornare a raccontare favole leggendole ad alta voce per favorire non solo il divertimento associato alla storia ma soprattutto lo sviluppo della capacità di elaborare pensiero, costruire analogie e dare forma a nuove categorie concettuali e lessicali. Molti genitori hanno smesso di raccontare storie e preferiscono regalare ai bambini smartphone e tablet. La lettura (sapere) come il gioco tradizionale (saper fare) sono attività importanti per lo sviluppo personale e individuale. Tu cosa ne pensi? Ritieni utile vietare o limitare l’uso di prodotti tecnologici a bambini in tenera età?

Non credo che il problema sia quanto tempo un bambino utilizza i dispositivi elettronici. La cosa davvero cruciale per la sua salute e crescita è quanta possibilità ha di giocare in generale.

I bambini oggi hanno meno spazi liberi per giocare ed il dispositivo elettronico diventa spesso il loro mondo dove possono sperimentare la maggiore libertà ed indipendenza, un po’ come quello che per molti di noi è stato il campetto, il cortile o la strada sotto casa.

Limitare anche la possibilità di sperimentare se stessi con il tablet e videogiochi, a mio avviso, non fa che aggravare la situazione. Piuttosto dovremmo chiederci perché i bambini sono tanto attratti da dispositivi elettronici e APP?

Per rispondere a questa domanda dovremmo stare lì vicino a loro e vivere dalla loro prospettiva quell’esperienza. In questo modo riusciremmo a capire cosa il singolo bambino trova o cerca nel tablet che non riesce ad ottenere in altro modo per aver i giusti spunti per stimolarlo anche in maniera differente.

Prima di limitare l’utilizzo dei prodotti tecnologici, credo quindi fondamentale accertarsi che:

  • i nostri piccoli abbiano la possibilità di giocare in tanti modi diversi ed abbiano davvero la facoltà di scegliere come ed a cosa giocare
  • nelle occasioni di gioco si sentano davvero impegnati ma comunque fiduciosi di riuscire
  • sia stimolata la loro voglia di comprendere, padroneggiare e creare giochi: i bambini amano non solo giocare ma anche inventare giochi e questo lo possono fare trasformando un bastone in una spada come creando un videogioco.

Cosa pensi dei videogiochi e in che modo potrebbero giocare un ruolo simile a quello da te assegnato oggi ai giochi ludici finalizzati all’apprendimento?

Credo che i videogiochi debbano essere integrati nell’apprendimento perchè:

  • stimolano la naturale capacità dei bambini di imparare percependo e muovendosi in reazione a stimoli esterni concreti
  • simulano in modo verosimile e convincente molti argomenti scolastici che attraverso la didattica tradizionale rimangono molto astratti
  • motivano i bambini meglio di una lezione o un compito tradizionale perché, se il videogioco è ben congegnato, ci sono sempre dei traguardi che stanno lì per essere raggiunti
  • permettono ai bambini di fare esperienza e confrontarsi con il mondo dei dispositivi digitali che pervade le vite di ognuno di noi in una modalità ludica e quindi più aperta all’apprendimento

Sottolineo anche come i videogiochi si sono rilevati ormai da anni molto validi:

Giocare con i videogiochi aiuta poi i bambini ad utilizzare direttamente la tecnologia e ad apprezzarne l’evoluzione e il funzionamento. Ciò può dare un grande stimolo alla loro curiosità e dargli motivazione nell’andare oltre l’esperienza del gioco, cercare di capirne il funzionamento tecnologico e provare -  perché no? -  a riprodurlo, affacciandosi così al mondo della programmazione.

 

Vuoi aggiungere qualcosa per i lettori di SoloTablet?

Sì, voglio raccontare quello che mi è successo personalmente con mio figlio più grande quando aveva 5 anni. Aveva ricevuto da poco il tablet in regalo a Natale e lo vedevo interessatissimo a scoprire come giocarci e ci passava molto tempo insieme ai fratelli.

Un giorno gli dico: “Quanto ti piace giocare con il tuo tablet?

Lui mi risponde con tutta la spontaneità del mondo: “Mi piace tanto, ma mi piace di più giocare con te.

Questa sua affermazione mi ha colpito al cuore: mi ha fatto capire come agli occhi di un bambino i genitori non possono essere paragonabili a nulla.

Non basta vietare o limitare le loro esperienze perchè le crediamo dannose o pericolose ma occorre essere presenti, stare lì con loro a giocare: questo è quello che cercano e di cui hanno bisogno per crescere bene proprio come hanno bisogno di acqua, pane e vestiti.

 

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