E’ di questi giorni la notizia che. per sdebitarsi di un aiuto ricevuto dal comune di residenza, un cittadino extra comunitario ha deciso di pitturare gratis l’aula scolastica nella quale studiava suo figlio e poi, contento del risultato, ha proceduto a tinteggiare anche tutte le altre. Non è dato sapere se in quelle classi sia presente il tablet come strumento didattico e di apprendimento ma anche se lo fosse, la tinteggiatura non sarebbe sufficiente a predisporre l’ambiente necessario ad ispirare gli studenti a sfruttare al meglio il nuovo dispositivo tecnologico.
Dall’arrivo del tablet a scuola molti si sono interrogati sulle nuove forme della didattica, pochi hanno realizzato che queste obbligano anche a ripensare la configurazione fisica dell’aula. Una didattica che da frontale diventa collaborativa e sociale suggerisce di rivedere la predisposizione di scrivania, tavoli e banchi, di pensare a come attrezzare diversamente pareti e angoli dell’aula, di scegliere colori alle pareti diverse e luci collocate diversamente e molto altro ancora.
La ridefinizione degli spazi non deve essere casuale anche se soggetta a numerose sperimentazioni, vista la novità che il tablet introduce nella didattica e nel confronto tra docente e discente. Il primo passo verso una soluzione ottimale è la presa di coscienza sull’importanza del luogo in cui avviene l’apprendimento e sulla sua influenza sul tipo di coinvolgimento e di resa dello studente sia nell’apprendimento che nella relazione con il docente e i compagni di scuola.
L’uso del tablet in classe rende la cattedra obsoleta. Primo cambiamento da operare potrebbe quindi essere la sua nuova collocazione o eliminazione. La cattedra in molte aule è percepita dagli studenti, ma anche dai professori che vi siedono dietro, come una muraglia cinese, una barricata invalicabile o difficilmente espugnabile (dipende dai docenti!!) per sua iconicità legata alla posizione di predominio fisico in aula ma soprattutto al potere e al controllo che vi viene esercitato. Una soluzione è di eliminarla completamente. In alternativa, se non se ne può fare a meno, di metterla contro un muro per svuotarla della sua iconicità e posizione di preminenza.
Intervenire sulla cattedra significa cambiare radicalmente la percezione dello spazio fisico da parte degli studenti e passare da un ambiente didattico frontale ( con un centro ) ad uno distribuito e senza centro. Nella situazione frontale che caratterizza la quasi totalità delle classi attuali, il modo con cui gli studenti entrano, si predispongono e si muovo nello spazio fisico è condizionato dalla predisposizione centralizzata della cattedra. Cosa succede se questa sparisce? Come si muoveranno e organizzeranno gli studenti? Cosa bisogna fare per predisporre uno spazio di lavoro di tipo collaborativo, condiviso e sociale? Da queste domande nascono le sfide e le nuove opportunità per un uso intelligente e proficuo del tablet a scuola.
Se si procede al cambiamento bisogna anche essere coscienti che non sarà una volta per sempre. I progetti e le diverse modalità di utilizzo delle applicazioni del tablet suggeriranno nel tempo cambiamenti costanti. La predisposizione degli spazi e degli oggetti deve essere flessibile e temporanea e deve coinvolgere gli studenti, oltre che avere le dovute autorizzazioni dell’ufficio del preside.
L’intervento nello spazio orizzontale non è comunque sufficiente. Meglio intervenire anche sulle pareti. Più che cambiare colori e poster serve far passare il messaggio che lo spazio delle pareti è a sua volta condiviso e proprietà di tutti. Lo spazio in parete deve rimanere ben organizzato e pulito ma deve poter essere usato dagli studenti come superficie utile ad illustrare l’avanzamento dei loro progetti, a visualizzare mappe, grafici, tabelle, ecc.
🌑🌒 La DAD atrofizza la mente e spegne i cuori
Predisporre un’aula senza centro con pareti che diventano superfici su cui scrivere significa permettere agli studenti maggiore libertà di movimento nello spazio fisico. Ciò significa che anche la persona fisica dell’insegnante è soggetta a nuove esperienze di vicinanza e interazione che cambiano il rapporto con lo studente. La nuova situazione non è semplice e richiederà sempre attente valutazioni da parte dell’insegnate sul tipo di libertà e il livello di privilegi da concedere agli studenti.
In sintesi, l’ambiente ha sempre condizionato l’apprendimento, fin qui nulla di nuovo! L’introduzione del tablet in classe obbliga a rivedere questo ambiente e a riorganizzare gli spazi. Farlo non è una opzione ma una necessità. Il tablet cambia la didattica, ispira nuove forme di coinvolgimento e di creatività. L’ambiente non può non cambiare a sua volta e non può non ispirare nuova creatività e fantasia organizzativa da parte del corpo insegnante.