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Libri di carta e libri digitali, forzati alla convivenza

Libri di carta e libri digitali, forzati alla convivenza

28 Febbraio 2014 Redazione Scuola
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Lo racconta Umberto Tenuta in un simpatico e leggibile articolo pubblicato su EDSCUOLA e nel quale suggerisce a genitori e insegnanti di non perdere tempo a battagliare su una scelta cartacea o digitale ma di piegarsi alla tolleranza, al rispetto di entrambe le opinioni e visioni per una convivenza pragmatica capace di generare benefici e vantaggi per tutti.

La mia dichiarata e acclarata pignoleria mi induce a ritornare su questa vexatio quaestio che da tempo assilla i docenti nelle nostre scuole e sgomenta i genitori non facoltosi.

Allora mi ripeto.

Abbiamo il fondato timore che la globalizzazione della stampa superi le disponibilità di cellulosa che il globo terrestre può offrire.

C’è quindi anche una buona ragione ambientalista per l’utilizzo del digitale.

Ma forse la ragione più consistente è l’estrema leggerezza del digitale.

Ho acquistato i dizionari più accreditati della lingua italiana, francese ed inglese..

Ho acquistato enciclopedie, e fino al soffitto ho riempito di scaffali le pareti del mio studio, per sistemarvi in ordine alfabetico i testi delle diverse scienze dell’educazione.

Ma ora, quando ho bisogno di fare una ricerca e una  citazione, ricorro a Google.

Peraltro, faccio il copia e incolla per le citazioni, memorizzandole a futura occasione nel Glossario di Winword.

E a scuola?

I sussidiari, i libri di storia, i libri e gli atlanti di geografia, i libri di scienze naturali, i libri di grammatica italiana, inglese, francese, spagnolo…

Vedo il libro di Scienze naturali di prima media, leggo, mi spavento e non lo dico a mio nipote che pure il libro di scienze naturali lo conosce, almeno così mi assicura la zietta.

Quante pagine, quante illustrazioni a colori, quante mappe concettuali già pronte, quanti ideogrammi…!

Quante nozioni, quanti saperi che conoscer si debbono, che la professoressa certamente ricorderà, anche se con un po’ di fatica. Perché pretendere di più non si può da una brava professoressa, ma da uno studente, sì, perbacco!

Certo le pagine debbono entrare nel cervello, nell’area della memoria, della memoria a breve termine, perché dopo l’interrogazione ricordar non serve.

Non solo le pagine dei testi, ma anche le videoregistrazioni delle lezioni, anche le schede, anche le videoschede del docente pure necessita conservare.

E, allora, che si fa?

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