Non è detto che tutte la classi possano iniziare l’anno scolastico con un tablet, anzi la realtà vedrà ancora una volta confermata la carenza di risorse economiche e di programmazione con conseguente limitata presenza di tecnologia in classe.
Per interagire tecnologicamente non è però necessario avere un tablet, bastano alcune APP, scaricate sul proprio cellulare. APP come Remind (disponibile sia nella versione iOS che Android) che permettono all’insegnante di comunicare e interagire co studenti e genitori attarverso uno smartphone. Inventata da un giovane a San Francisco di 27 anni nel 2009 l’applicazione è oggi usata da milioni di genitori e studenti ed è diventata uno strumento potente per un milione di insegnanti che la usano per stabilire un canale di comunicazione costante con i loro studenti e i genitori. La comunicazione è in tempo reale e serve ad attivare conversazioni o messaggi utili a informare, aggiornare su compiti e attività in cantiere e relative scadenze.
L’applicazione fornisce numerose funzionalità e permette di segnalare eventuali problemi che impediscono alla scuola di essere aperta ma soprattutto ai genitori di tenere sotto controllo gli impegni di studio e i comportamenti dei loro figli. L’interazione prevede il ricorso a messaggistica vocale ma anche lingiaggi iconici utili a comunicare feedbak immediati e in tempo reale.
Remind pone attenzione alla privacy e alla sicurezza dei dati personali. Così ad esempio il numero di cellulare del singolo studente è tenuto nascosto in modo da impedire comunicazioni dirette. Remind serve per comunicazioni di gruppo perché l’idea di fondo è fornire l’insegnante di uno strumento aggiuntivo e digitale per rimanere in contatto con la classe anche fuori dalla classe. Un modo per migliorare la relazione con lo studente ma anche la sua produttività legata allo studio e alla partecipazione attiva alla attività scolastica.
Apprendere con i social: gli studenti protagonisti o vittime?
Remind non è la sola applicazione utile alle attività didattiche. Basta ricordare Google Apps for education con la piattaforma Google Classroom, Smart Seat , Edmodo , Schoology , ClassDojo , Blackboard, Heux , SocialClassroom , Classeviva , e TeacherKit.
L’elenco potrebbe continuare, a testimonianza del ruolo che il software applicativo sta giocando all’interno della scuola. Per usarle bisogna disporre di un dispositivo mobile ma senza di esse il tablet in classe sarebbe un semplice guscio vuoto o un semplice diversivo ludico.
Molte APP, soprattutto quelle sviluppate in Italia trovano ampia eco sulla rete grazie ai numerosi insegnati 2.0 o docent virtuali che per primi hanno deciso di sperimentare le nuove tecnologie in classe. Alle descrizioni sono solitamente affiancate le buone pratiche e la proposizione di corsi o approfondimenti sul loro utilizzo e sulla loro finalità.
*spunti per l'articolo tratti dal giornale La Stampa